Lanciano il loro schifo sulle nostre donne: è tempo di cacciarli dall’Italia
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Dal Duomo ai tram. Il loro stile di vita è violentare in gruppo le italiane. Lo stupro etnico è il loro simbolo di conquista.
È arrivato il momento di dire basta, di alzare la voce e pretendere giustizia. Milano, la città simbolo del nostro paese, è diventata un campo di battaglia dove le nostre donne non sono più al sicuro. L’ennesima prova è il racconto straziante di Lara Rapelli, una giovane marchigiana che ha subito molestie e violenza sessuale sulla metropolitana milanese mentre si dirigeva a una partita di Champions League. Questo non è solo un crimine; è una dichiarazione di guerra contro la nostra dignità e sicurezza.
"Mi toccavano ovunque". L'ennesimo schifo degli immigrati che molestano e stuprano le nostre ragazze a Milano. La testimonianza choc di Lara nella calca del vagone: "Li avevo attorno, uno dietro di me era venuto, mi sento ancora lo sporco addosso" pic.twitter.com/G7OumOqm9X
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) January 26, 2025
Quanti altri episodi dobbiamo sopportare prima di capire che la tolleranza verso gli immigrati non europei ha oltrepassato ogni limite? Abbiamo permesso a troppe persone di entrare nel nostro paese senza chiedere loro di rispettare le nostre leggi, la nostra cultura, il nostro popolo. E ora raccogliamo i frutti di questa follia: le nostre figlie, sorelle e amiche vivono nel terrore, circondate da uomini che sentono di poter agire senza conseguenze.
La storia di Lara non è un caso isolato; è il sintomo di una malattia che sta devastando l’Italia. Questi immigrati, molti dei quali non hanno alcun legame con la nostra cultura, arrivano qui e si comportano come se fossero nel loro paese, senza il minimo rispetto per noi. È tempo di ripulire le nostre città da questa piaga sociale con azioni decise e senza compromessi.
La realtà è raccapricciante: uno di questi immigrati ha avuto il coraggio di masturbarsi, venendole addosso, lasciando Lara con il senso di sporco addosso che non può lavare via. È un atto così vile e disgustoso che ci fa rabbrividire solo a pensarci. Questi cosiddetti “uomini” si sentono così impuniti, così lontani da ogni senso di decenza, che hanno trasformato i nostri spazi pubblici in luoghi di depravazione.
L’idea stessa che qualcuno possa pensare che sia accettabile comportarsi in questo modo su un mezzo pubblico, in mezzo a gente comune, è un abominio. È una prova inconfutabile che chi compie tali atti non ha alcun rispetto per noi, per la nostra società, per la dignità delle donne. Dobbiamo reagire con tutta la forza che abbiamo, non solo per Lara, ma per tutte le donne che vivono nella paura ogni giorno.
Richiediamo massicci rimpatri di immigrati non europei. Non possiamo più permetterci di essere il rifugio di chi non ha intenzione di integrarsi o di rispettare le nostre leggi. Serve un’operazione in stile Trump: rastrellamenti militari per identificare, arrestare e rimpatriare chi non ha diritto di stare qui. Le nostre forze dell’ordine devono avere il mandato di agire senza scuse, senza timore di essere accusati di razzismo o xenofobia.
Il coraggio di Lara di denunciare non deve essere vano. Dobbiamo rispondere con una forza altrettanto grande. Non possiamo aspettare che la giustizia faccia il suo corso con la lentezza che spesso caratterizza i nostri tribunali. Serve un’azione immediata, una politica di zero tolleranza verso chi viola le nostre donne, chi trasforma le nostre strade in territori di nessuno.
L’Italia non può più essere il parco giochi per chi pensa di poter abusare della nostra ospitalità. Le nostre città devono tornare a essere sicure, i nostri spazi pubblici liberi dalla paura. Solo attraverso rimpatri di massa e operazioni di sicurezza possiamo sperare di riprendere il controllo delle nostre vite, di proteggere i nostri cari. È ora di agire, di mostrare che l’Italia non è una terra di conquista ma un paese che sa difendere la propria gente e i propri valori. Basta con la tolleranza; è tempo di giustizia e di ristabilire l’ordine.
E’ tempo di azzerare l’immigrazione regolare non europea.
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