Burqa a scuola, imam minacciano: Italia si arrenda o rivoluzione
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L’Islamizzazione dell’Italia: “Rivoluzione Finché l’Italia Non Si Arrende”
L’Italia sta affrontando un attacco senza precedenti, un’invasione culturale e religiosa che minaccia di trasformare il nostro paese in un califfato islamico. Il caso dell’istituto superiore di Monfalcone è solo la punta dell’iceberg, una chiara dimostrazione che l’islamizzazione avanza senza freni. Qui, in quella che sembra essere diventata una roccaforte del fondamentalismo islamico, è consentito alle studentesse di indossare il niqab, un velo che copre interamente il volto, in netto contrasto con i valori e le tradizioni italiane.
La proposta di legge della Lega, che mira a vietare l’uso del velo integrale nei luoghi pubblici, ha scatenato reazioni che vanno oltre ogni immaginazione. Un imam e un islamico egiziano hanno minacciato apertamente di scatenare una “rivoluzione finché l’Italia non si arrende”, affermando che non accetteranno mai un divieto che considerano un attacco alla loro cultura. Questo non è solo un avvertimento; è una dichiarazione di guerra culturale.
Monfalcone, una volta un simbolo di italianità, è stata trasformata in un campo di battaglia dove l’Islam radicale sfida apertamente le nostre leggi, la nostra identità. Permettere il niqab nelle scuole è un segnale pericoloso, un invito a chi vede nell’Italia un terreno fertile per imporre i propri dogmi religiosi. È un affronto alla nostra civiltà, una concessione che non possiamo permetterci.
Non si tratta più di tolleranza o integrazione; è una questione di sopravvivenza culturale. Le parole dell’imam e del musulmano egiziano sono un chiaro messaggio: non sono qui per integrarsi ma per sostituire, per islamizzare. Questa “rivoluzione” che minacciano è il tentativo di piegare l’Italia alle loro leggi, alle loro usanze, cancellando la nostra storia e i nostri costumi.
L’Italia deve reagire con fermezza, senza mezze misure. Le minacce di rivoluzione, di non accettare le nostre leggi, sono un atto di sfida che non possiamo ignorare. Se permettiamo che la nostra educazione, il nostro spazio pubblico, diventi un campo di battaglia per l’imposizione dell’Islam, allora avremo perso non solo la battaglia culturale ma anche il nostro diritto all’autodeterminazione.
È tempo di dire basta all’islamizzazione, di proteggere la nostra cultura, le nostre donne, la nostra libertà. Le parole di questi “rivoluzionari” devono essere un campanello d’allarme per chiunque ami l’Italia. Non possiamo permettere che le scuole italiane diventino dei centri di proselitismo islamico, dove le ragazze sono costrette a nascondere il volto, a rinunciare alla loro identità per abbracciare un’ideologia che non rispetta la nostra democrazia, la nostra uguaglianza di genere, i nostri valori.
Rivoluzione finché l’Italia non si arrende? No, l’Italia non si arrenderà mai. Dobbiamo alzare la voce, respingere questa invasione culturale e religiosa, e ricordare che siamo un paese con una storia, una cultura e una civiltà da difendere a ogni costo. La nostra risposta deve essere una rivoluzione di valori, di identità, di libertà. L’Italia per gli italiani, non per chi vuole trasformarla in un califfato.
“Rivoluzione finché l’Italia non si arrende”
A proposito dell’istituto di Monfalcone (ormai diventato un Califfato islamico) dove è permesso alle studentesse l’uso del niqab (che travisa interamente il volto), sentite cosa dicono un imam e un islamico egiziani sulla proposta di… pic.twitter.com/mKTVsMn3Vt
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 6, 2025
Alla fine l’unico modo di evitare l’islamizzazione è vietare l’immigrazione regolare dai paesi islamici, soprattutto da Pakistan e Bangladesh.
Ho sentito bene? Molti se ne tornerebbero al paese loro…allora bisogna insistere; poi quelli che resterebbero sarebbero ancora più minoranza e facilmente addomesticabili