Migranti riportati dall’Albania presentano primi ricorsi: vogliono stare in Italia per sempre
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Solite associazioni finanziate da Soros che collaborano direttemnte con le toghe che li hanno riportati dall’Albania. Riprendersi la sovranità passa dal trattamento ‘USAID’ per queste entità.
Mandarli in Albania serve proprio a questo: presentano ricorsi per rimanere qui. Se fossero in Albania, non lo farebbero.
L’Italia Sotto Assedio: Clandestini, Avvocati Rossi e Toghe Rosse in un Gioco Sporco
Ancora una volta, l’Italia è vittima di un’assurda farsa legale che mette a rischio la nostra sicurezza e sovranità. Circa la metà dei 43 migranti illegali, riportati in Italia dall’Albania, ha avuto l’ardire di presentare ricorso contro il diniego della richiesta di protezione internazionale. Questo nonostante provengano da paesi come Egitto e Bangladesh, definiti “sicuri” da ogni punto di vista.
Questi individui, che non hanno alcun diritto di stare in Italia, sono sbarcati a Bari sabato scorso, grazie alla decisione scandalosa dei giudici della Corte d’Appello di Roma di non convalidare il loro trattenimento nel centro di rimpatrio di Gjader. Ma non si sono fermati qui. Con il supporto dei soliti avvocati, legati a quelle associazioni che collaborano con le toghe rosse, hanno deciso di sfidare la nostra pazienza e la nostra legge.
È inaccettabile che l’Italia, già sovraccarica dai costi e dai problemi sociali legati all’immigrazione clandestina, debba sopportare anche questo gioco sporco. I ricorsi presentati non sono altro che un’ulteriore prova dell’abuso del nostro sistema legale, una manovra per prolungare la loro permanenza illegale nel nostro paese. Questi non sono rifugiati, ma invasori che cercano di sfruttare ogni scappatoia legale per restare qui.
Le toghe rosse e i loro alleati legali sono complici di questa invasione. Utilizzando il nostro sistema giuridico come un’arma contro di noi, permettono a chi non ha alcun diritto di rimanere di prolungare la loro presenza, creando un precedente pericoloso. Questa pratica non è solo un insulto ai cittadini italiani ma una minaccia alla nostra sicurezza nazionale.
L’Egitto e il Bangladesh sono paesi sicuri, con i quali abbiamo rapporti diplomatici e dove non sussistono condizioni di guerra o persecuzione generalizzata che giustifichino la richiesta di protezione internazionale. Tuttavia, questi migranti, spesso facilitati da trafficanti e sostenuti da un sistema legale che sembra aver perso ogni senso di giustizia, cercano di rimanere in Italia a ogni costo.
È tempo di dire basta. L’Italia non può continuare a essere un campo profughi per chi sceglie di ignorare le nostre leggi. Dobbiamo smascherare queste associazioni e avvocati che agiscono come avanguardia dell’invasione, e soprattutto, dobbiamo riformare un sistema giudiziario che permette tali abusi. Non possiamo permettere che la nostra terra, le nostre risorse, la nostra cultura vengano messe in pericolo da chi, con il supporto di una magistratura politicizzata, sfida apertamente la nostra sovranità.
L’Italia deve alzare la voce, respingere questi ricorsi infondati e ristabilire l’ordine. Non siamo un paese di accoglienza indiscriminata; siamo una nazione con confini, leggi e diritti che devono essere rispettati. È tempo di proteggere l’Italia dagli opportunisti e da chi, con il niqab della giustizia, cerca di islamizzare o semplicemente di colonizzare il nostro paese.
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