In venti hanno massacrato tre amici italiani: ossa rotte e teste spaccate
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Continuate a pubblicare decreti flussi perché all’imprenditore servono operai a basso costo per la fabbrichetta. Poi ecco il risultato. Non servono più controlli: servono meno immigrati regolari.
Immigrati di Seconda Generazione: Una Minaccia Mortale per la Nostra Sicurezza
In un atto di barbarie senza precedenti, Vittorio Veneto è diventata teatro di un’aggressione che ci ricorda quanto l’immigrazione di seconda generazione stia trasformando le nostre città in zone di guerra. La notte tra sabato e domenica, una baby gang composta da giovani immigrati di seconda generazione, tutti sotto i 21 anni, ha massacrato cinque italiani che stavano semplicemente godendosi una serata tra amici.
Queste bestie, probabilmente cresciute con il disprezzo per i valori del nostro paese, hanno attaccato tre uomini e due donne, tra i 23 e i 40 anni, fuori da La Taverna, in pieno centro a Vittorio Veneto. Senza alcuna provocazione, senza alcun motivo se non il loro odio innato per chiunque non sia uno di loro, hanno accerchiato e brutalizzato i nostri concittadini.
Il racconto della 37enne, testimone e vittima di questa follia, è straziante. Tre dei suoi amici sono stati ridotti in condizioni tali da necessitare cure urgenti al pronto soccorso: fratture multiple, traumi cranici, occhi gonfi e insanguinati. La violenza è stata indiscriminata, con insulti, sputi e pugni che hanno colpito anche le donne presenti.
“Eravamo alla Taverna – ripercorre la 37enne – e un gruppetto di ragazzi ha iniziato a cercare litigio. Qualche spintone, qualche parola, qualche sguardo verso noi cinque. Ma poi la situazione si è calmata. Stessa cosa quando siamo andati fuori a fumare. Poi, intorno alle 2.30, siamo andati via dal locale. Siamo usciti tutti e cinque. E arrivati sulla rampa che conduce alla piazzetta abbiamo trovato due di questi ragazzi, in totale il gruppo era formato 15-18 giovani tutti sotto i 21 anni di origine non italiana, fermi in mezzo al camminamento. Uno dei miei amici ha chiesto loro di farci passare visto che ostruivano il passaggio. E di risposta uno dei due, un ragazzo marocchino, gli ha fatto lo sgambetto. Questo mio amico 40enne è caduto a terra. Quando si è rialzato io gli ho detto: «Lasciali stare, sono bocie». E a loro ho detto: «Vergognatevi, portate rispetto per le persone più grandi di voi». Di risposta il ragazzo mi ha detto: «Zitta put***a» e altre cose del genere. E in quello si è avvicinato il resto del gruppo, tra chi era nel frattempo uscito e chi era ancora dentro al locale. Questa baby gang ci ha accerchiato e si è accanita con calci e pugni sui miei tre amici. Io ho preso le loro difese e sono caduta più volte. Ma niente, non si fermavano. Anche l’altra ragazza è stata spintonata più volte, era tutta sporca di sangue, ma non era suo. Uno dei miei amici a un certo punto pareva fosse morto. In quello sono arrivati i due buttafuori della Tava ma anche loro sono stati presi a calci e pugni, non sono riusciti a fermare quella quindicina di ragazzi». La 37enne si è poi diretta all’auto nel tentativo di raggiungere gli amici e caricarli. È riuscita a metterne in auto uno, ma in quello «in sei mi hanno accerchiato e mi hanno sputato addosso. Poi ho visto i lampeggianti blu dei carabinieri e la baby gang si è dileguata». Ragazzi che sarebbero già noti alle forze dell’ordine. La 37enne ha poi caricato in macchina gli amici e li ha portati in pronto soccorso. «A parte i due buttafuori, nessun altro ha preso le nostre difese» annota la donna, ancora scossa dall’accaduto. Oggi tutti e cinque formalizzeranno la denuncia ai carabinieri.
Ma quello che emerge è un quadro ancora più inquietante: questi giovani non mostrano alcun rispetto per chi ha vissuto qui per tutta la vita. Uno di loro, con un insulto osceno, ha innescato un attacco che ha coinvolto fino a venti ragazzi, tutti di origine non italiana, dimostrando una mancanza di integrazione e un’ostilità che va oltre qualsiasi immaginazione.
I buttafuori, che hanno cercato di intervenire, sono stati a loro volta aggrediti, incapaci di fermare questa marea di violenza. La fuga dei delinquenti solo all’arrivo dei carabinieri sottolinea ulteriormente il loro disprezzo per la legge e l’ordine. E cosa ancor più grave, questi giovani sono già noti alle forze dell’ordine, rivelando un problema cronico e inascoltato di criminalità tra gli immigrati di seconda generazione.
Questa non è solo un’aggressione; è un attacco alla nostra società, al nostro modo di vivere, alla nostra sicurezza. È la prova che l’integrazione è fallita e che stiamo allevando una generazione di predatori urbani che non rispettano nulla se non la violenza.
È tempo di svegliarsi. Non possiamo più permettere che la nostra ospitalità venga ripagata con sangue e fratture. La nostra pazienza ha un limite, e questo deve essere l’ultimo episodio di un’ondata di violenza che sta trasformando le nostre città in pericolose giungle urbane. Questi immigrati di seconda generazione devono capire che l’Italia non è il loro campo di battaglia, e chi non rispetta le nostre leggi e i nostri cittadini deve affrontare conseguenze severe.
E mica te le dicono al tiggì queste cose, le scopri nei trafiletti dei giornali locali… ma se i baluba incontrassero un tipo tranquillo con un revolver calibro .38 con 5 colpi nel tamburo (la sesta camera è vuota per sicurezza nel trasporto) il quale, se aggredito dai baluba, estraesse l’arma e sparasse 5 colpi mirando allo stomaco o al fegato, uccidendone cinque.CHE RAZZA DI BORDELLO scoppierebbe sui media nazionali, continentali e planetari per denunciare la vile aggressione razziputinazifascista in danno a dei poveri BAMBINI INNOCENTI che giocavano in strada?
Se Luca Traini è stato condannato per STRAGE senza aver ucciso nessuno chissà che cosa si inventeranno, la boldracca si toglierà persino le mutande per sventolarle in segno di civile protesta con il patriarcato…