Caso Cospito, Delmastro condannato a 8 mesi per avere detto la verità
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Andrea Delmastro Condannato a 8 Mesi per il Caso Cospito
Una decisione che sta già facendo discutere: il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è stato condannato a 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, per rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito della vicenda legata all’anarchico Alfredo Cospito. La sentenza, emessa dai giudici dell’ottava sezione penale del Tribunale di Roma dopo poco più di un’ora di camera di consiglio, rappresenta un colpo di scena, soprattutto alla luce della richiesta di assoluzione avanzata questa mattina dalla procura.
Per chi si fosse dimenticato della visita in carcere degli esponenti del #Pd al terrorista anarchico Cospito (e non solo). @GiacomoAmadori pic.twitter.com/YX8O1e4Ltq
— Francesca Totolo (@fratotolo2) February 20, 2025
I pm Paolo Ielo, procuratore aggiunto al tempo dell’inchiesta, e Rosalia Affinito avevano sostenuto che, pur essendoci stata una divulgazione di informazioni riservate, mancasse l’elemento soggettivo del reato, ovvero la consapevolezza e la volontà di Delmastro di violare il segreto d’ufficio. Una tesi che il tribunale ha però respinto, optando per una condanna che include anche un anno di interdizione dai pubblici uffici, mitigata dalle attenuanti generiche concesse all’imputato.
Presente in aula durante la lettura della sentenza, Delmastro ha reagito con un commento lapidario: “Spero ci sia un giudice a Berlino, non mi dimetto”, lasciando intendere la sua intenzione di rimanere al proprio posto nonostante il verdetto.
Il Caso: un intreccio tra politica e giustizia
La vicenda risale al gennaio 2023, quando il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, coinquilino e compagno di partito di Delmastro, utilizzò in Parlamento informazioni riservate sulle conversazioni tenute in carcere da Alfredo Cospito, anarchico detenuto al regime di 41-bis, con altri detenuti mafiosi. Quelle informazioni, classificate come “a limitata divulgazione”, erano state trasmesse a Donzelli proprio da Delmastro, che in qualità di sottosegretario con delega al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) aveva accesso ai documenti. L’intervento di Donzelli, un attacco diretto ad alcuni parlamentari del Pd (Debora Serracchiani, Walter Verini, Andrea Orlando e Silvio Lai) che avevano visitato Cospito in carcere, scatenò polemiche e un esposto dell’onorevole Angelo Bonelli, dando il via all’indagine.
I quattro parlamentari del Pd, costituitisi parti civili nel processo, avevano chiesto un risarcimento per il danno subito, ma il tribunale ha respinto la loro richiesta, pur riconoscendo la responsabilità di Delmastro nella divulgazione delle informazioni.
Una Sentenza “Delirante”
La condanna appare sorprendente non solo per la richiesta di assoluzione della procura, ma anche per il contesto politico in cui si inserisce. Delmastro, esponente di punta di Fratelli d’Italia e fedelissimo di Giorgia Meloni, si trova ora in una posizione delicata: da un lato, una pena sospesa e l’interdizione dai pubblici uffici (che tuttavia non avrà effetto immediato grazie alla sospensione); dall’altro, la ferma intenzione di non lasciare l’incarico. La sua dichiarazione – “Spero ci sia un giudice a Berlino” – richiama il celebre detto attribuito a un mugnaio prussiano contro l’arbitrio giudiziario, suggerendo che il sottosegretario consideri la sentenza ingiusta e politicizzata.
Critiche non mancano anche da chi vede in questa decisione un’ennesima prova della tensione tra magistratura e governo Meloni. La procura, con la sua richiesta di assoluzione, aveva sottolineato l’assenza di dolo nella condotta di Delmastro, eppure i giudici hanno scelto una linea più dura, creando un precedente che potrebbe alimentare il dibattito sulla presunta “opposizione giudiziaria” denunciata da alcuni esponenti della maggioranza.
Invece di condannare chi va a trovare terroristi condannano chi ne parla.
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