Italia Sotto Assedio: Basta Immigrazione, Fuori i Criminali!
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L’Italia Sotto Assedio: Basta Immigrazione, Fuori i Criminali!
L’Italia sta affondando, soffocata da un’invasione che non possiamo più chiamare “immigrazione” ma guerra silenziosa contro la nostra civiltà. Gli episodi di cronaca si susseguono con una ferocia che lascia sgomenti, e il filo rosso è sempre lo stesso: immigrati, clandestini o di seconda generazione, che trasformano le nostre città in teatri di violenza, degrado e terrore. È ora di dire basta, con una chiarezza che non ammetta repliche: azzeriamo l’immigrazione regolare non europea e rimpatriamo immediatamente ogni criminale che calpesta il nostro suolo. Non è più una questione di buon senso, è sopravvivenza.
Prendiamo Roma, Quarticciolo, 20 febbraio 2025. Un uomo, in preda a una furia bestiale, solleva la compagna, la getta in un cassonetto come un sacco di spazzatura e la colpisce con una sbarra di ferro mentre lei implora aiuto. Il video, virale sui social, mostra una scena da incubo in un quartiere occupato da immigrati clandestini, dove la legge è un optional e la violenza è routine. Nessuno interviene, nessuno si oppone: è il ritratto di un’Italia rassegnata al proprio declino, ostaggio di chi non ha nulla da offrire se non caos e brutalità.
E Milano? Via Padova, stesso copione. Un romeno di 45 anni, ubriaco e arrogante, devasta auto, spacca finestrini, scaraventa biciclette in strada e sfida i passanti: “Chiamate la polizia, pezzi di m***a”. Quattro vetture distrutte, un’intera via bloccata, e la beffa di un vandalo che osa insultare chi paga le tasse per mantenere questo schifo. È questo l’“arricchimento culturale” che ci promettono? È questa la “risorsa” che dovrebbe costruire il nostro futuro? No, è un parassita che succhia il nostro sangue e ci sputa in faccia.
Poi c’è Rovereto, dove Chukwuka Nweke, un nigeriano di 38 anni, ha massacrato Iris Setti, 61 anni, con 49 colpi a mani nude, l’ha stuprata e le ha strappato un anello spezzandole un dito. Entrato in Italia nel 2007, lasciato libero nonostante un’aggressione precedente, questo mostro ha potuto agire indisturbato fino a quel 6 agosto 2023. La difesa piagnucola sull’“incapacità di intendere e volere”? Fandonie. Era lucido, feroce, e il nostro sistema marcio lo ha protetto, non Iris. Ergastolo o Rems, non importa: non sarebbe mai dovuto essere qui.
E ancora Milano, 20 febbraio 2025. Un 16enne accoltellato da un branco di “maranza”, nordafricani di seconda generazione, in via Pasolini. Coltellate alla testa, alla schiena, alla mano, per un cellulare e un monopattino. Sopravvissuto per miracolo, ma a che prezzo? Questi selvaggi, cresciuti in Italia ma alieni a ogni regola, seminano terrore come padroni delle nostre strade. Non è un caso isolato, è un’epidemia: i “maranza” sono il simbolo di un’immigrazione fallita, di un’integrazione che esiste solo nei sogni dei buonisti.
Non ne possiamo più. Le periferie sono giungle, le città sono sotto assedio, i cittadini sono prede di una feccia che non merita né comprensione né ospitalità. Basta con le frontiere aperte, basta con l’accoglienza indiscriminata che ci porta stupratori, vandali, assassini. Azzeriamo l’immigrazione regolare non europea: non abbiamo bisogno di chi ci distrugge, ci basta la nostra gente per ricostruire. E i criminali? Fuori, tutti, subito. Rimpatrio forzato, senza processi infiniti o scuse pietose. Chi delinque non ha diritto di stare qui, punto.
Guardate Israele, con i suoi autobus che esplodono e le città paralizzate dal terrore: vogliamo questo per Roma, Milano, Torino? Ogni immigrato non controllato è una minaccia, ogni clandestino un rischio che non possiamo permetterci. Non è razzismo, è realtà: i numeri, i fatti, il sangue sulle strade parlano chiaro. Iris Setti, il ragazzo di via Pasolini, le vittime del Quarticciolo meritavano protezione, non abbandono. Sveglia, Italia: chiudiamo i confini, cacciamo i delinquenti, riprendiamoci il nostro Paese prima che sia troppo tardi. Non è tolleranza, è suicidio. Basta!
Abbatteteli sul posto e lasciatene i cadaveri in bella vista, come monito per gli altri.
Arrivano i magistrati ad indagare: applicate lo stesso trattamento.
Arrivano i giornalisti: idem.
Una bella sfoltita e magari la capiscono…