Quanti innocenti devono sgozzare ancora perché l’Italia vieti l’immigrazione islamica?
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COSA DEVE ANCORA ACCADERE PRIMA CHE L’ITALIA CHIUDA L’IMMIGRAZIONE ISLAMICA REGOLARE? L’EUROPA È IN FIAMME E NOI STIAMO A GUARDARE!
Cosa deve ancora succedere perché l’Italia si svegli dal suo sonno mortale? Quattro attentati terroristici in appena dieci giorni hanno trasformato l’Europa in un campo di battaglia, e ogni volta il sangue versato porta la firma di immigrati islamici – richiedenti asilo, clandestini, individui già noti alle autorità. Monaco, Villach, Berlino, Mulhouse: quattro città straziate, quattro massacri che urlano una verità che non possiamo più ignorare. L’Italia è a un passo dal baratro, eppure continuiamo a tenere le porte spalancate. Cosa aspettiamo? Un attacco a Piazza San Pietro? Una strage al Duomo? Quanto altro sangue deve scorrere prima che chiudiamo l’immigrazione islamica regolare e ci riprendiamo il nostro Paese?
Monaco, 13 febbraio: una mamma e la sua bimba massacrate. Un 24enne afghano, accolto come richiedente asilo nonostante i suoi precedenti penali, ha falciato una folla con la sua auto: una giovane mamma e la sua bambina di 2 anni sono morte, 37 persone ferite. Un “rifugiato” che ci ha ripagato con un incubo. È questo il frutto della nostra generosità?
Villach, 15 febbraio: un 14enne sgozzato per l’ISIS. Due giorni dopo, in Austria, un 23enne siriano, altro richiedente asilo, ha seminato morte con un coltello: un ragazzino di 14 anni ucciso, cinque feriti. Aveva giurato fedeltà all’ISIS. Vi immaginate un attacco simile a Torino o Firenze? Perché dovrebbe essere diverso qui?
Berlino, 21 febbraio: odio islamico nel cuore dell’Europa. Un 19enne siriano, ospitato in un centro profughi, ha accoltellato un 30enne spagnolo vicino al Memoriale dell’Olocausto, con l’intento dichiarato di “uccidere gli ebrei”. Un altro “ospite” che ci ringrazia con la violenza. Quanti ne abbiamo così in Italia, pronti a colpire?
Mulhouse, 22 febbraio: un terrorista libero di uccidere. Oggi, un 37enne algerino, già segnalato per terrorismo e con un decreto di espulsione, ha ammazzato una persona e ferito diversi passanti. Lo sapevano tutti che era pericoloso, eppure era ancora lì. E da noi? Quanti come lui passeggiano indisturbati?
Cosa deve ancora accadere? Quattro attentati in dieci giorni, tutti legati a immigrati islamici, molti entrati come “rifugiati” o già noti per la loro pericolosità. Non è un caso: è una guerra dichiarata contro di noi, e noi stiamo ancora a discutere di “accoglienza”! Una mamma e la sua bimba straziate, un ragazzino di 14 anni sgozzato, innocenti accoltellati: cosa serve ancora per capire che l’immigrazione islamica regolare è una minaccia mortale? Aspettiamo forse che un bus di bambini venga fatto saltare in aria a Roma? Che un mercato natalizio a Milano diventi un mattatoio?
Basta, chiudiamo tutto! Non è odio, è sopravvivenza. L’immigrazione islamica regolare, così com’è, ci sta uccidendo: apre le porte a terroristi, radicalizzati, individui che ci odiano e che usano la nostra ospitalità per colpirci. L’Italia deve azzerarla subito: confini chiusi, stop agli ingressi da Paesi islamici, rimpatri immediati per chi è già qui e rappresenta un rischio. Non possiamo più permetterci di giocare alla roulette russa con la vita dei nostri cittadini!
Governo, muoviti o sei complice! Meloni, Piantedosi, cosa aspettate? Il sangue di Monaco, Villach, Berlino e Mulhouse è sulle mani di chi non agisce. Ogni giorno di ritardo è un giorno regalato ai prossimi assassini. L’Italia non può essere il prossimo bersaglio per colpa della vostra inerzia. Chiudete l’immigrazione islamica, blindate i confini, proteggeteci: non è una richiesta, è un grido disperato!
Italiani, quanto ancora sopporteremo? Non possiamo stare fermi mentre l’Europa brucia e il terrore bussa alla nostra porta. Cosa deve ancora accadere per farci reagire? Non lasciamo che i nostri figli siano le prossime vittime, che le nostre città diventino teatri di morte. L’immigrazione islamica regolare deve finire ora, o sarà la fine dell’Italia. Svegliamoci, prima che sia davvero troppo tardi!
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