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MONFALCONE È CADUTA: L’OCCUPAZIONE BENGALESE PORTA SANGUE E CAOS, SVEGLIAMOCI ORA!
Monfalcone non è più Italia, è una colonia bengalese dove la legge è un optional e il sangue scorre in pieno giorno. Questa mattina, domenica 23 febbraio 2025, alle 11, un accoltellamento brutale ha squarciato la quiete di una raccolta firme per le elezioni amministrative in piazza. Sotto gli occhi atterriti di decine di passanti, un bengalese ha aggredito e ferito un altro uomo, trasformando una normale giornata di democrazia in una scena da guerra civile. Il ferito è stato portato via in ambulanza, i carabinieri indagano, ma una cosa è chiara: Monfalcone è ostaggio di un’occupazione straniera che sta distruggendo il nostro tessuto sociale. Basta, è ora di dire stop a questa invasione schifosa!

Un’aggressione che è solo la punta dell’iceberg. Non è un caso isolato, è la norma in una città ormai irriconoscibile. Un bengalese accoltella in pieno centro, mentre i cittadini cercano di esercitare un diritto democratico: è il simbolo di un’occupazione che non conosce limiti. I soccorsi sono corsi a salvare il ferito, ma chi salverà Monfalcone da questa feccia che la sta soffocando? Le strade pullulano di bengalesi, i cantieri navali – un tempo orgoglio italiano – sono stati svenduti a manodopera a basso costo, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: violenza, degrado, coltelli che spuntano come funghi. Questa non è integrazione, è conquista!

Monfalcone occupata: un disastro voluto. I numeri parlano chiaro: migliaia di bengalesi hanno invaso la città, trasformandola in un ghetto dove la criminalità regna sovrana. L’accoltellamento di oggi segue altri episodi simili – come quello del 20 gennaio nei cantieri della Star Princess, dove un bengalese ha ferito un connazionale – e non sarà l’ultimo. Le autorità balbettano, i politici di sinistra come Diego Moretti corteggiano i voti islamici, mentre la giunta regionale e i buonisti spalancano le porte a chi ci odia e ci colpisce. Intanto, gli italiani di Monfalcone vivono nella paura, schiacciati da un’occupazione che ha sostituito la loro cultura con il caos e la barbarie.

Basta con questa porcheria! Cosa ci hanno portato questi bengalesi? Coltelli in piazza, risse nei cantieri, un’invasione che strangola l’economia e la sicurezza. Altro che “risorsa lavoro”, come blatera qualche idiota: sono un esercito di delinquenti che succhia risorse e sputa sul nostro Paese. Ogni accoltellamento è un grido d’allarme, ogni ferito un monito: Monfalcone è stata venduta al miglior offerente, e il prezzo lo paghiamo noi italiani con il sangue. Le elezioni amministrative sono vicine, ma a che serve votare se la città è già in mano a chi non rispetta né le nostre leggi né le nostre vite?

Fuori i bengalesi da Monfalcone, ora! Non c’è più tempo per le chiacchiere o le mezze misure. L’Italia deve riprendersi Monfalcone: espulsioni di massa per tutti i bengalesi, revoca dei permessi di soggiorno, chiusura dei subappalti che li attirano come mosche. Basta con l’occupazione di una città che appartiene agli italiani, non a questi selvaggi che brandiscono coltelli in pieno giorno. Il governo agisca con pugno di ferro: rimpatri immediati, confini blindati, e chi delinque fuori a calci nel sedere! Se non lo facciamo, la prossima lama non sarà solo in piazza, ma nelle nostre case.

Italiani, ribellatevi a questo schifo! Monfalcone è caduta, ma non è ancora morta. L’accoltellamento di oggi è l’ennesima pugnalata al cuore della nostra identità. Non possiamo lasciare che i nostri figli crescano in un ghetto bengalese, che le nostre piazze diventino campi di battaglia. Svegliamoci, cacciamo questi invasori, riprendiamoci la nostra terra. Basta sangue, basta paura: Monfalcone è nostra, e chi non lo capisce se ne torni da dove è venuto. Ora o mai più!