Difende ragazzo da baby gang immigrati, accoltellato dal branco
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Accoltellato per Difendere un Ragazzo. Le Città Ostaggio dei Soliti Branchi
Un altro episodio di violenza scuote Cremona, e il copione è sempre lo stesso. Nella notte tra l’1 e il 2 febbraio 2025, un 28enne ha rischiato la vita per un gesto di altruismo: tentando di salvare un giovane dalle grinfie di una gang di ragazzini africani incappucciati, si è preso tre fendenti alla schiena. È successo in via dei Mille, all’incrocio con via Bissolati, un’area che i residenti conoscono fin troppo bene per le scorribande di questi branchi. Il ragazzo è finito in ospedale in codice giallo, ma se l’è cavata con ferite superficiali: l’aggressore, un “orso” alto oltre un metro e ottanta, ha usato un temperino invece di un coltello. “Altrimenti sarebbe morto”, racconta l’amico che era con lui, ancora scosso. “Con una lama più lunga quei colpi lo avrebbero ucciso”.
I fatti risalgono alle 2:00 circa. I due amici, di ritorno da un concerto, si stavano dirigendo verso un pub quando hanno incrociato un ragazzo “ricciolino” e una ragazza, visibilmente spaventati. “Ci hanno chiesto aiuto”, spiega il testimone. “Un gruppo li seguiva e li minacciava”. Poco dopo, la scena: cinque o sei giovani vestiti di nero, volti coperti da passamontagna o bandane, accento nordafricano, che accerchiano un altro ragazzo in bici per rapinarlo. Con loro, defilate, alcune ragazze a fare da spettatrici. “Abbiamo cercato di raggiungere il pub per chiamare aiuto, ma il branco ci ha puntati, urlandoci di toglierci dai piedi”, continua l’amico. Il 28enne ha provato a intervenire, prendendo per un braccio la vittima: “Lui viene con noi”. Un errore fatale: voltando la schiena, è stato colpito con violenza – due fendenti e un terzo vicino ai reni – mentre pugni piovevano sui soccorritori.
La fuga verso il pub, l’allarme, i soccorsi: polizia, carabinieri, Croce Verde e automedica sono arrivati迅速, trovando il 28enne sanguinante. Ricucito e dimesso dopo la profilassi, se l’è cavata. Ma la rabbia resta. “Quella gente non può restare libera”, sbotta il testimone. La gang, infatti, non era nuova: quella stessa sera, alle 21:30, aveva già tentato un’altra rapina in centro. Un’ora dopo l’accoltellamento, alcuni sospetti – tra cui una ragazza riconosciuta dalle vittime – sarebbero stati fermati. Le telecamere della zona sono al vaglio, ma il problema è più grande di un’indagine.
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Più controlli? Non bastano. Pattuglie e telecamere tamponano, non risolvono. La verità è scomoda ma evidente: serve meno immigrazione. Ogni episodio urla lo stesso messaggio: questi branchi prosperano in un sistema che non li ferma, che li lascia liberi di colpire ancora. A Cremona come altrove, il sangue scorre e la paura cresce. Quanto ancora dovremo sopportare prima che qualcuno agisca davvero? Meloni ha promesso sicurezza: ora deve dimostrarlo. Perché se la soluzione è lasciare i cittadini a difendersi da soli con lo spray al peperoncino, allora abbiamo già perso.
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