*ROMANIA, GOVERNO UE ARRESTA VINCITORE ELEZIONI, SCOPPIA RIVOLTA-VIDEO*
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*Secondo quanto riportato, il favorito alle elezioni rumene Georgescu verrà rilasciato, ma sotto stretto controllo giudiziario.
Alcune delle restrizioni impostegli gli impediscono di apparire sui “mass media” e di creare account sui social media.
L’Europa della vergogna: l’arresto di Călin Georgescu è la tomba della democrazia
Oggi, 26 febbraio 2025, la Romania e l’intera Unione Europea hanno toccato il fondo. Călin Georgescu, l’uomo che aveva vinto il primo turno delle elezioni presidenziali rumene lo scorso novembre, è stato arrestato mentre si recava a depositare la sua candidatura per le nuove elezioni. Sì, avete letto bene: il vincitore di un voto democratico, annullato con pretesti discutibili, è ora dietro le sbarre, fermato nel traffico come un criminale comune e trascinato in Procura per un interrogatorio che puzza di persecuzione politica lontano un miglio. Questa non è più un’Unione Europea che si vanta di difendere la democrazia: è una gabbia autoritaria che calpesta la volontà dei popoli e soffoca chi osa sfidare il suo ordine soffocante.
Ricapitoliamo i fatti, perché la sequenza è da brividi. Georgescu, un outsider nazionalista con posizioni scomode per l’establishment europeista – contrario alla NATO, critico verso l’UE e ostile all’invio di armi in Ucraina – ha sconvolto tutti vincendo il primo turno delle presidenziali del 24 novembre 2024 con il 22,9% dei voti. Un risultato che ha mandato in tilt il sistema: i sondaggi lo davano al 4-6%, ma il popolo rumeno ha parlato chiaro, premiando un uomo che prometteva di rompere le catene di un’élite corrotta e asservita a Bruxelles. Cosa ha fatto allora l’UE con i suoi burattini locali? Ha cancellato tutto. La Corte Costituzionale rumena, il 6 dicembre, ha annullato l’intero processo elettorale, tirando in ballo presunte “ingerenze russe” e una campagna su TikTok come scusa per invalidare la voce di milioni di cittadini. Nessuna prova concreta, solo accuse vaghe e un’arroganza senza limiti.
E ora, il colpo finale. Georgescu, ancora favorito nei sondaggi per le nuove elezioni previste a maggio, viene arrestato proprio mentre si apprestava a ricandidarsi. Le autorità parlano di indagini sul finanziamento della sua campagna e di “azioni contro l’ordine costituzionale”. Ma chi ci crede più? Questo è un assalto premeditato, un messaggio chiaro: chiunque osi alzare la testa contro il dogma europeista sarà schiacciato. Non importa se hai il consenso popolare, non importa se rappresenti la volontà di un popolo stanco di essere trattato come una colonia. L’UE non tollera dissenso, e la Romania è solo l’ultimo campo di prova di questa dittatura mascherata da democrazia.
È una vergogna assoluta. L’Unione Europea, che si riempie la bocca di parole come “libertà” e “diritti”, sta mostrando il suo vero volto: un mostro burocratico che annulla elezioni, arresta oppositori e ignora la sovranità dei popoli. Georgescu non è un santo, e le sue idee possono piacere o no, ma aveva vinto. Aveva conquistato i rumeni con un messaggio che Bruxelles non poteva digerire. E invece di rispettare il verdetto delle urne, lo hanno prima delegittimato e ora incarcerato. Questo non è un incidente isolato: è un modello. Pensate alla Moldavia, dove si manipolano voti per tenere al potere governi filo-UE; pensate all’Ungheria, strangolata economicamente per la sua indipendenza. L’Europa democratica è morta, sostituita da un regime che usa tribunali, polizia e propaganda per zittire chi non si allinea.
E il silenzio? Assordante. Dove sono le grandi istituzioni internazionali che dovrebbero vigilare sulla democrazia? Dove sono i paladini dei diritti umani che urlano contro Putin o Trump, ma tacciono quando l’UE arresta un candidato scomodo? Il doppio standard è nauseante. Se questo fosse successo in Russia, i titoli dei giornali avrebbero gridato allo scandalo. Ma qui, nel “giardino della libertà” europeo, tutto passa sotto silenzio, come se fosse normale arrestare chi osa sfidare il potere.
Basta. Questo è un attacco alla democrazia, un insulto ai cittadini rumeni e a tutti noi. L’arresto di Călin Georgescu non è solo un’ingiustizia: è un avvertimento. L’UE anti-democratica non si fermerà qui. Oggi è la Romania, domani potrebbe essere chiunque. È ora di aprire gli occhi e dire no a questa tirannia camuffata da progresso. Georgescu deve essere liberato, le elezioni devono essere rispettate, e l’Europa deve tornare a essere dei popoli, non delle élite. Altrimenti, non ci resta che un futuro di catene.
❤️🇷🇴 FREE CǍLIN GEORGESCU!
FREE ROMANIA FROM GLOBALISM! pic.twitter.com/FUb5ddjVzt
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) February 26, 2025
Now – outside General Prosecutor’s Office, Bucharest.
What are they doing with @CG_Romania is Bolshevik terrorist maneuver.
The same thing happened to
🇺🇸President @realDonaldTrump!Time to stand up for #democracy & #freedom ! pic.twitter.com/jbr3AZEb7u
— 🇷🇴 George Simion 🇲🇩 (@georgesimion) February 26, 2025
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