L’esercito islamico dei maranza dichiara guerra all’Italia
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I Maranza: un pericolo esistenziale per l’Italia, la loro guerra inizia col Ramadan
L’Italia è sotto assedio, e non è un’iperbole: i “maranza”, quelle bande di immigrati di seconda generazione nordafricani che hanno già trasformato le città del Nord in campi di battaglia, ora dichiarano guerra aperta al nostro Paese. La data scelta non è casuale: il 1° marzo, giorno della partita Napoli-Inter, coincide con l’inizio del Ramadan 2025, un segnale che amplifica il loro intento provocatorio e svela la natura esistenziale della minaccia che rappresentano. Guidati da Don Alì, il 24enne marocchino di Torino che si autoproclama “capo dei Maranza”, questi giovani non sono solo delinquenti: sono un’arma demografica e culturale che rischia di spezzare l’Italia in due, e il loro piano è chiaro come il sole. È ora di riconoscerli per quello che sono: un pericolo mortale per la nostra sopravvivenza nazionale.
Una dichiarazione di guerra al cuore dell’Italia
“SUD PREPARATI, SARA’ GUERRA. FAREMO UN MACELLO”, tuona Don Alì nei suoi video su TikTok, mentre chiama a raccolta i suoi seguaci per “invadere” Napoli. “Tutti con il Frecciarossa senza biglietto, prima Roma, poi Napoli e Sicilia… Vi faremo vedere la vita reale”, aggiunge, con un ghigno che trasuda disprezzo. Non è una bravata da teppisti: è una dichiarazione di guerra, un attacco premeditato contro l’Italia intera. Dopo aver devastato Torino con scippi e coltellate, Milano con aggressioni e Bologna con cassonetti incendiati, ora puntano al Sud, scegliendo Napoli come trofeo simbolico. E la coincidenza con l’inizio del Ramadan non è un caso: è un messaggio, un’ostentazione della loro identità islamica che si intreccia con la loro ribellione contro di noi. E anche se non faranno nulla, in questo caso, lo faranno a lungo termine, quando saranno abbastanza numerosi.
Il Ramadan, che in questi giorni inizia è per i maranza sembra essere la scintilla per un’escalation. Mentre a Berlino si accendono luminarie islamiche e in Italia le scuole si piegano a permessi speciali e lezioni di imam, loro sfruttano questo clima di cedimento culturale per alzare il tiro. Non è solo una sfida territoriale: è un assalto alla nostra sovranità, un tentativo di dimostrare che l’Italia è debole, pronta a cadere sotto il loro dominio. Prima o poi.
Un pericolo esistenziale: non solo crimine, ma conquista
I maranza non sono semplici criminali: sono un pericolo esistenziale. Nati qui da famiglie immigrate, spesso nordafricane, hanno avuto ogni chance per integrarsi, ma l’hanno rifiutata sputandoci in faccia. Tute firmate, catene al collo, trap che glorifica la violenza: questa è la loro “cultura”, un’identità che non ha nulla di italiano e tutto di ostile. Don Alì, con i suoi 24 anni e il suo seguito di migliaia di giovani islamici, è il simbolo di un fallimento totale: non si sentono italiani, non ci rispettano, ci odiano. E ora, con questa “guerra” dichiarata in concomitanza col Ramadan, mostrano il loro vero volto: quello di una quinta colonna che vuole conquistare l’Italia dall’interno.
Pensateci: mentre le nostre città si riempiono di immigrati musulmani attraverso decreti flussi e ricongiungimenti familiari e le scuole cedono all’islamizzazione – da Saronno con gli imam in classe a Pioltello che chiude per il digiuno – i maranza sono la punta di diamante di questa avanzata. Non è solo delinquenza, è strategia. Ogni rissa, ogni minaccia, ogni “Italia di merda” gridato sui social è un mattone verso la costruzione di un Paese che non sarà più nostro. Se non li fermiamo, Napoli domani potrebbe essere solo il primo passo: Roma, Firenze, Venezia potrebbero cadere sotto il loro caos, mentre il Ramadan diventa il nuovo Natale e la sharia un’ombra sempre più vicina. Sempre più scura sopra le nostre teste.
L’Italia deve reagire: è una questione di vita o morte
Non possiamo più permetterci il lusso dell’indifferenza o del buonismo. I maranza, con Don Alì in testa, sono un cancro che va estirpato prima che ci distrugga. La loro guerra, lanciata oggi con l’inizio del Ramadan, è un segnale che non possiamo ignorare: vogliono umiliarci, piegarci, sostituirci. E lo fanno mentre la sinistra ci parla di “inclusione” e l’Europa ci lascia soli. Basta! È una questione di vita o morte per l’Italia.
Serve una risposta durissima: espulsione immediata di Don Alì, rimpatrio di massa per tutti i maranza e chiunque li sostenga. Schieriamo l’esercito, non per pattugliare i treni, ma per cacciare questi nemici dalle nostre strade. Non è Nord contro Sud, non è “napoletani contro maranza”: è ITALIANI contro una minaccia esistenziale. Il Ramadan 2025 non può essere il loro trampolino di lancio per la conquista; deve essere il nostro momento di riscossa. O li fermiamo ora, o l’Italia come la conosciamo sparirà per sempre. Sveglia, è guerra – e non l’abbiamo dichiarata noi.
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