Imam fanno lezione in scuole italiane e studenti portati in moschee
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È un’onda che avanza senza sosta, un’infiltrazione subdola che sta trasformando le scuole italiane da luoghi di sapere laico in avamposti di propaganda islamica. Gli episodi si moltiplicano, e l’ultimo caso, quello di Fossano, è solo la goccia che fa traboccare un vaso già pieno di vergogna. Imam nelle aule, studenti portati in moschee, celebrazioni del Ramadan imposte a tutti: l’Italia sta cedendo, pezzo dopo pezzo, a un’islamizzazione che minaccia la nostra identità e i nostri valori. È ora di aprire gli occhi e dire basta.
Fossano: studenti maschi a lezione di Corano
L’ultimo scandalo arriva dall’istituto Valdaura di Fossano, in Piemonte. Qui gli studenti – rigorosamente maschi – sono stati portati a “studiare il Corano” alla locale moschea abusiva in un’iniziativa che puzza di indottrinamento lontano un miglio. Non si tratta di una lezione di storia delle religioni, ma di un’immersione diretta nella dottrina islamica, organizzata chissà con quali criteri e con quale autorizzazione. È normale che in una scuola pubblica italiana si selezionino studenti per genere e li si esponga a un testo religioso specifico? No, non lo è. È un altro passo verso la sottomissione, un segnale che l’Islam sta entrando nelle nostre aule non per dialogare, ma per dettare legge.
Saronno: l’imam in cattedra
Rewind al 27 febbraio 2025: all’Ipsia “Antonio Parma” di Saronno, l’imam Najib Al Bared del Centro Culturale Islamico locale tiene una lezione agli studenti. Invitato dalla docente Monia Briganti e approvato dal dirigente Alberto Ranco, l’imam parla di “lealtà verso Allah” e “sincerità nella fede islamica”. Non è un incontro culturale, è un sermone. In una scuola che dovrebbe essere laica, un predicatore religioso sale in cattedra per fare proselitismo, mentre i nostri ragazzi sono costretti ad ascoltare. È un oltraggio, un’umiliazione per chi crede ancora nell’educazione come baluardo della nostra cultura.
Pioltello: la scuola chiude per il Ramadan
A Pioltello, nel Milanese, l’Istituto Comprensivo “Iqbal Masih” ha deciso anche quest’anno di fermare le lezioni il 31 marzo, ultimo giorno del Ramadan. Una scelta che trasforma una festività islamica in un evento scolastico obbligatorio per tutti, cristiani e laici inclusi. Gli studenti musulmani digiunano – anche alle elementari, nonostante l’Islam non lo imponga ai minori – e la scuola si adegua, con permessi speciali per uscire durante la mensa o spazi separati per non “disturbare” i digiunanti. È una resa totale: non siamo noi a integrare loro, sono loro a imporci le loro regole.
Perugia: il Ramadan come “pilastro educativo”
A Perugia, l’Istituto Comprensivo Perugia 8 ha emesso una circolare il 21 febbraio che “invita” i docenti a ricordare il Ramadan come uno dei “Cinque Pilastri dell’Islam”, con tanto di “sensibilità educativa e didattica”. Il dirigente giustifica tutto con l’opuscolo ministeriale del 2022 sull’integrazione, ma il messaggio è chiaro: l’Islam deve essere celebrato, quasi venerato, nelle nostre scuole. E le festività cristiane? Relegate a un augurio generico, messe in secondo piano da una religione che avanza senza freni.
Gite in moschea e studenti indottrinati
Non mancano i casi di studenti portati direttamente nelle moschee. A Mantova, Ravenna e Molinella, nel Bolognese, decine di alunni delle elementari hanno fatto “gite” in luoghi di culto islamici, spesso presentate come esperienze di “dialogo interreligioso”. A Torino, al Politecnico, l’imam Brahim Baya ha persino tenuto preghiere del venerdì, prima che il rettore intervenisse dopo le proteste. Ma il danno è fatto: le nostre scuole e università stanno diventando spazi di predicazione, dove i ragazzi vengono esposti a un’ideologia religiosa che non ha nulla a che fare con il nostro patrimonio culturale.
Un pericolo che non possiamo ignorare
Questi non sono episodi isolati, sono tessere di un mosaico spaventoso. Da Nord a Sud, l’islamizzazione delle scuole italiane avanza con la complicità di presidi e docenti che, in nome di un’“inclusione” malata, svendono la nostra identità. Imam nelle aule, moschee come meta scolastica, il Ramadan imposto a tutti: è un assedio silenzioso che si nutre della nostra debolezza. E nel frattempo, i “maranza” nordafricani minacciano guerre urbane, come quella annunciata a Napoli per oggi, 1° marzo, inizio del Ramadan. Coincidenza? No, è un disegno.
Basta con questa follia. L’Italia deve reagire: vietiamo l’ingresso di imam e predicatori nelle scuole, fermiamo le gite in moschea, riportiamo l’educazione alla sua missione originaria. Non è intolleranza, è sopravvivenza. Fossano, Saronno, Pioltello, Perugia: ogni caso è un grido d’allarme. Se non ci svegliamo ora, le nostre scuole non saranno più italiane – e con loro, l’intero Paese.
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