Regime di Kiev verso il collasso: Putin avanza e Trump blocca invio armi
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Il Collasso del Regime di Kiev
Il regime ucraino guidato da Volodymyr Zelensky sembra essere sull’orlo del baratro, e l’amministrazione di Donald Trump potrebbe accelerarne la caduta. Secondo fonti interne all’amministrazione statunitense, riportate dal Washington Post, il presidente Trump starebbe valutando la possibilità di interrompere tutte le spedizioni di aiuti militari ancora in programma per l’Ucraina. Si tratta di un colpo potenzialmente devastante per Kiev, che dipende fortemente dal sostegno occidentale per contrastare l’avanzata russa, ormai prossima al confine del fiume Dnipro.
Una Decisione da Miliardi di Dollari
La mossa, se confermata, riguarderebbe un arsenale del valore di miliardi di dollari: radar, veicoli corazzati, munizioni e missili, tutti in attesa di essere consegnati a un esercito ucraino già stremato da tre anni di guerra. L’interruzione degli aiuti militari non sarebbe solo un segnale politico, ma un cambiamento strategico che potrebbe lasciare l’Ucraina senza le risorse necessarie per difendersi. Fonti del Pentagono rivelano che il nuovo capo della Difesa, Pete Hegseth, ha ordinato al Cyber Command statunitense di sospendere tutte le operazioni cibernetiche offensive contro la Russia, un ulteriore segno della volontà di Trump di disimpegnarsi dal conflitto e, forse, di aprire un dialogo con Mosca.
Trump e Zelensky: Una Rottura Drammatica
Il rapporto tra Trump e Zelensky, mai idilliaco, sembra ora irrimediabilmente compromesso. Durante l’incontro di ieri alla Casa Bianca, il presidente americano ha cacciato Zelensky dall’edificio dopo un confronto acceso, cancellando una prevista conferenza stampa congiunta. Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che “Trump non è attualmente interessato a rilanciare l’accordo sui minerali con l’Ucraina”, un progetto che Kiev sperava potesse garantire un legame economico più stretto con Washington. La tensione tra i due leader è palpabile, e l’espulsione di Zelensky dalla Casa Bianca potrebbe essere il preludio a una svolta definitiva nella politica americana verso l’Ucraina.
Il Dipartimento di Stato e la dismissione dell’appoggio
Non sono solo gli aiuti militari a essere in bilico. Il Dipartimento di Stato americano ha annunciato la cessazione del supporto alla ricostruzione della rete energetica ucraina, un’infrastruttura devastata dai bombardamenti russi e cruciale per la sopravvivenza della popolazione civile. Questo ritiro segna un ulteriore passo indietro degli Stati Uniti, lasciando l’Ucraina a fare i conti con una crisi umanitaria sempre più grave, mentre la Russia avanza sul campo di battaglia.
Voci di Dissenso Interno: Graham e Dubinsky
Anche tra i sostenitori storici dell’Ucraina si alzano voci di critica. Il senatore Lindsey Graham, noto per il suo motto “fino all’ultimo ucraino” in favore della resistenza a oltranza contro Mosca, ha sorprendentemente chiesto le dimissioni di Zelensky. “Deve andarsene o cambiare radicalmente”, ha dichiarato Graham, suggerendo che il leader ucraino abbia perso la capacità di negoziare con Washington. Una posizione che stride con il suo passato da falco, ma che riflette il mutato clima politico negli USA.
Dall’interno dell’Ucraina, il deputato della Verkhovna Rada Alexander Dubinsky ha rincarato la dose, definendo il regime di Zelensky “in pieno collasso”. In una dichiarazione recente, Dubinsky ha accusato il presidente di aver condotto il Paese al disastro diplomatico e militare, chiedendo un’azione immediata per salvare ciò che resta della sovranità ucraina. La sua voce, benché controversa, trova eco tra chi vede nel governo di Kiev un’entità sempre più isolata e incapace di reagire.
Quel che è certo è che il tempo sta scadendo, e il collasso appare ogni giorno più vicino.
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