Bambini costretti a salire le scale arcobaleno, chi non lo fa è “omofobo”

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By V marzo 5, 2025 12:28

Bambini costretti a salire le scale arcobaleno, chi non lo fa è “omofobo”

Bambini costretti a salire le scale gender: la censura colpisce un 13enne a Verona
Verona, 5 marzo 2025 – È un attacco alla libertà, un’aberrazione mascherata da educazione: all’Educandato Statale Agli Angeli di Verona, un ragazzino di 13 anni è stato etichettato come “omofobo” e punito con una nota disciplinare per essersi rifiutato di salire le cosiddette “scale arcobaleno”, dipinte con i colori della bandiera rainbow. Un simbolo che, secondo alcuni, promuove i diritti LGBT, ma che per altri – come questo coraggioso studente – rappresenta un’imposizione ideologica inaccettabile. E ora, invece di rispettare la sua scelta, la scuola lo ha marchiato, lo ha censurato, lo ha trasformato in un bersaglio. È questo il futuro che vogliamo per i nostri figli?
Il padre del ragazzo, intervistato da Pro Vita e Famiglia, non ci sta: “Semplicemente si è rifiutato di salire le scale. Etichettare come omofobo un bambino di 13 anni che non condivide le idee del movimento LGBT+ lo ritengo grave”. Parole che pesano come macigni, perché mettono a nudo una verità scomoda: la scuola, che dovrebbe essere un luogo di crescita e dialogo, si è trasformata in un tribunale dell’ortodossia woke. Il preside, in una lettera ai genitori, ha avuto il coraggio di scrivere che il ragazzo, dopo aver dichiarato di essere “contrario alla Comunità LGBT” e aver rifiutato il dialogo, ha mostrato un “atteggiamento omofobico”. Omofobico? Un tredicenne che esprime un’opinione? Siamo al delirio!
“Non ha mai usato termini volgari, omofobi o offensivi”, insiste il papà. “Mio figlio non voleva calpestare quelle scale, punto. Eppure, la sua serenità emotiva è stata distrutta da questa vicenda. Per lui è come subire una forma di violenza”. E come dargli torto? La sanzione disciplinare, il clamore mediatico, l’etichetta infamante: tutto questo per aver detto “no” a un simbolo che non sentiva suo. I genitori, entrambi stranieri ma cresciuti in Paesi democratici, hanno scritto al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, chiedendo giustizia per il figlio e denunciando una violazione della libertà di pensiero. Perché di questo si tratta: un bambino costretto a piegarsi a un’ideologia, pena l’umiliazione pubblica.
Il padre tira in ballo un esempio lampante: “Viviamo in uno Stato democratico, cattolico, dove i Patti Lateranensi garantiscono l’insegnamento della religione. Ma se uno studente non vuole partecipare, non è obbligato. Perché, allora, mio figlio dovrebbe essere costretto a salire una scala arcobaleno? È assurdo!”. E aggiunge: “Credo che altri studenti si sentano a disagio, ma non hanno avuto il coraggio di mio figlio”. Ecco il punto: il coraggio. Questo 13enne ha avuto la forza di dire no, di non piegarsi alla dittatura del pensiero unico, e per questo è stato punito. Altro che “valori non negoziabili della Costituzione”, come blatera Piergiorgio Sartori, presidente dell’Associazione presidi di Verona, difendendo il collega coinvolto. Qui il valore calpestato è la libertà!
La scala, dipinta lo scorso anno per la Giornata contro l’omofobia, è diventata un totem intoccabile. Ma costringere un bambino a calpestarla, anche solo simbolicamente, è censura pura. È violenza travestita da tolleranza. Il ragazzo ha provato a evitarla arrampicandosi sulla ringhiera – un gesto pericoloso, sì, ma disperato, che urla il suo disagio. E invece di ascoltarlo, la scuola lo ha bollato e zittito. È questo l’insegnamento che vogliamo dare? Che chi dissente deve essere schiacciato? Che i bambini non hanno diritto alle loro idee?
Basta con questa follia. La censura non può entrare nelle aule, non può obbligare i nostri figli a marciare su scale gender o a recitare il catechismo LGBT. La libertà di pensiero non è negoziabile, e un 13enne non è un criminale da rieducare. Sveglia, Italia: se non difendiamo i nostri ragazzi da queste imposizioni, li consegneremo a un futuro di conformismo e paura. Valditara, intervieni: questa non è educazione, è indottrinamento!

Bambini costretti a salire le scale arcobaleno, chi non lo fa è “omofobo” ultima modifica: 2025-03-05T12:28:45+00:00 da V
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By V marzo 5, 2025 12:28
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2 Comments

  1. Steobaldo marzo 5, 15:00

    [email protected]
    adesso faccio una mail a questi citrulli…ma siamo pazzi?

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  2. Ul Gigi da Viganell marzo 5, 15:29

    E i bidelli finiranno per controllare se i bambini orinano sedendosi correttamente sulla tazza, come le femminucce… ma non saranno mica dei guardoni, noo…

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