Al grido “Allah Akbar” investe italiano e sperona la sua auto: “Ti sgozzo”
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L’aggressore, con un gesto da tagliagole, ha mimato di voler sgozzare l’italiano Poi, al grido “Allah akbar”, gli si è lanciato contro speronando l’auto della vittima, devastando il paraurti e riducendo la parte anteriore in pezzi.
Avezzano: un marocchino trasforma un pomeriggio tranquillo in un incubo jihadista
Avezzano – Quello che doveva essere un normale pomeriggio di qualche giorno fa si è tramutato in un vero e proprio incubo per un cittadino italiano, vittima dell’ennesima follia scatenata dall’immigrazione islamica incontrollata.

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L’architetto Carlo Scoccia, un uomo comune, si è ritrovato a vivere una scena da film horror, ma che purtroppo è fin troppo reale in un’Italia sempre più ostaggio di stranieri pericolosi, regolari o meno.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, intorno all’ora di pranzo, mentre era fermo sul ciglio della strada in via Ada Negri, Scoccia è stato aggredito da un marocchino che ha iniziato a vomitargli addosso insulti in arabo e in italiano. “Ho sentito distintamente ‘Allah Akbar’, il grido dei terroristi islamici”, ha dichiarato l’architetto, ancora sconvolto e con il terrore negli occhi.
Non era solo un insulto: la situazione è precipitata in un batter d’occhio. L’aggressore, con un gesto da tagliagole, ha mimato di voler sgozzare Scoccia, un’intimidazione che sa di guerra santa più che di semplice lite. Poi, come se non bastasse, il marocchino ha dato sfogo alla sua furia animalesca speronando l’auto della vittima, devastando il paraurti e riducendo la parte anteriore in pezzi.
“Mi sono sentito morire, ho avuto tachicardia, pensavo fosse la fine”, ha confessato Scoccia, raccontando il panico puro di chi si ritrova faccia a faccia con una violenza che non dovrebbe esistere in una città italiana. Subito dopo, ha chiamato i carabinieri e il 118, cercando disperatamente aiuto in un Paese che sembra aver dimenticato come proteggere i suoi cittadini. L’architetto non ricorda il modello dell’auto dell’aggressore, ma giura che lo riconoscerebbe ovunque: un volto che rappresenta una minaccia crescente, quella dell’immigrazione islamica che, regolare o clandestina, sta trasformando le nostre strade in campi di battaglia.
Le forze dell’ordine stanno ora setacciando le telecamere di sorveglianza per identificare questo ennesimo straniero fuori controllo. Ma la domanda sorge spontanea: quante altre aggressioni, quante altre “Allah Akbar” dovremo subire prima che qualcuno si svegli? L’Abruzzo, come il resto d’Italia, non può più tollerare questa invasione mascherata da integrazione. I cittadini come Scoccia sono lasciati soli, prede di un’immigrazione islamica che porta con sé violenza, terrore e caos. È ora di dire basta: non possiamo più permettere che i nostri pomeriggi tranquilli si trasformino in incubi jihadisti.
Sparagli in testa e quando esplode in pezzi vedi come se ne và a rompere il cazzo dal suo dio, poi si passa a quello successivo e via via tutti gli altri…