Milano, Procura indaga Articolo52 per “odio razziale” ma stupratori Piazza Duomo liberi da Capodanno
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Lo Stato si dimostra, come fu al tempo del Covid, solerte quando c’è da reprimere la libertà e la reazione magari estrema dei cittadini italiani.
Milano: sei mesi per i maranza che massacrano una 70enne, anni per gli stupratori di Capodanno, ma Articolo 52 individuato in una settimana

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Milano è una città in caduta libera, e lo Stato sembra avere le priorità al contrario. La Procura ha aperto un’indagine lampo sul movimento “Articolo 52”, nato su Instagram meno di una settimana fa per reagire al degrado, con l’accusa di associazione a delinquere. Il pm Alessandro Gobbis ci ha messo pochi giorni a infilare nel fascicolo reati come “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa” per il pestaggio di un ladro nordafricano in Darsena. Alcuni ideatori di queste ronde “anti maranza” sarebbero già stati identificati e il loro ideatore ha rilasciato una intervista al Giornale, con gli investigatori che setacciano il web per dare un nome a chi vuole “riprendersi Milano” al grido di “onore, patria e sicurezza”. Ma mentre lo Stato corre contro chi prova a difendersi perché lo Stato non esiste, i veri criminali – i maranza che stuprano e picchiano – restano indisturbati per mesi, se non anni. Che schifo di giustizia è questa?
Prendiamo il caso della 70enne sul bus 80 dell’ATM: lo scorso autunno, cinque egiziani l’hanno accerchiata, massacrata di botte e rapinata per una collanina d’oro. Una donna anziana, indifesa, pestata da un branco di feccia immigrata su un mezzo pubblico. E quanto ci è voluto per trovarli? Sei mesi. Sei maledetti mesi di indagini, mentre quei bastardi giravano liberi, magari a colpire ancora. La figlia della vittima ha dovuto riconoscerli, perché lo Stato da solo non ce la fa. E poi c’è Piazza Duomo, Capodanno 2022 e poi 2025: ragazze italiane violentate in branco dai maranza, sotto gli occhi di tutti. Sono passati tre anni per il primo caso e mesi per il secondo, e quegli schifosi stupratori? Ancora a piede libero, non individuati, probabilmente a ridere della nostra impotenza. Ma per “Articolo 52”, che osa reagire in modo disperato al caos, bastano cinque giorni per scatenare la Procura.
Questi delinquenti maranza – feccia di seconda generazione che l’immigrazione ci ha scaricato addosso – trasformano Milano in un porcile: bus dove si picchiano anziani, piazze dove si stuprano ragazze, treni dove si rapina per divertimento. E lo Stato? Dorme. Sei mesi per arrestare cinque egiziani che massacrano una nonna, tre anni e ancora niente per gli stupratori di Capodanno, ma una settimana per mettere nel mirino chi dice basta. “Articolo 52” potrà anche sbagliare, ma nasce da un’esasperazione che lo Stato ha creato: città nel degrado, leggi inutili, forze dell’ordine con le mani legate. Loro “rispondono alla violenza con la violenza”, e forse non è la soluzione, ma almeno non aspettano sei mesi per fare qualcosa.
Milano è un campo di battaglia, e i maranza vincono perché lo Stato li lascia fare. Dal 2022, 251.209 clandestini sono sbarcati, e i “regolari” si moltiplicano come locuste, portando crimine e miseria. La 70enne del bus 80, le ragazze di Piazza Duomo, le vittime quotidiane: tutte abbandonate da un sistema che corre solo contro chi si ribella. Basta con questa farsa: espelliamo questa feccia, chiudiamo i confini e diamo a chi ci difende una possibilità, non un’indagine. La Procura è veloce con “Articolo 52”, ma lentissima con i veri mostri: svegliatevi, o Milano sarà loro per sempre!
Addirittura indagati per odio razziale. Qui allora bisogna prendersela con Meloni e Salvini che non fanno il blocco navale e non rispediscono al loro paese certi individui.