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Rimini: 23enne violentata da un immigrato armato, anche davanti alla figlia: l’Italia è un inferno per le donne

Un crimine raccapricciante scuote Rimini: una 23enne straniera, da poco arrivata in Italia, è stata violentata ripetutamente in un albergo da un immigrato di 27 anni, che l’ha minacciata con una pistola. La barbarie non si ferma qui: le violenze sono avvenute anche davanti alla bambina della donna, una testimone impotente di un’orrore che grida vendetta. È l’ennesima prova di un’invasione fuori controllo, con immigrati che trasformano l’Italia in un campo di battaglia, mentre lo Stato lascia le donne indifese e perseguita chi osa reagire.

I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 marzo, in un hotel vicino alla spiaggia di Rimini. La 23enne, vulnerabile per il suo recente arrivo, è stata avvicinata dall’albanese, che l’ha costretta con la minaccia di un’arma a subire abusi ripetuti. La piccola, presente nella stanza, ha assistito inerme, segnata a vita da un trauma che nessuna bambina dovrebbe mai vivere. L’aggressore è stato arrestato dalla polizia dopo la denuncia della vittima, ma il danno è irreparabile.

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Dal 2022, 251.209 clandestini sono sbarcati, e i “regolari” si moltiplicano, portando solo crimine. Lo Stato è cieco: sei mesi per il bus 80, tre anni senza risultati per gli stupratori di Capodanno a Piazza Duomo. Intanto, “Articolo 52”, che organizza ronde anti-maranza, viene indagato in pochi giorni. È un’ipocrisia schifosa: le autorità inseguono chi si ribella, lasciando immigrati armati liberi di violentare, persino davanti a una bambina. Forse queste ronde non sono perfette, ma sono l’unico baluardo contro un sistema che ci abbandona. Basta con questa follia: espulsioni di massa, chiusura dei confini, azzeramento dell’immigrazione regolare non europea. Rimini non può essere un altro mattatoio: svegliamoci, o l’Italia sarà persa!