Milano brucia, maranza incendiano mercato ortofrutticolo: capannoni in fiamme – VIDEO

Milano brucia, letteralmente, sotto i colpi di una delinquenza che non conosce più limiti. L’ultimo episodio, gravissimo, è l’incendio doloso al Mercato Ortofrutticolo di via Cesare Lombroso, scoppiato nella notte tra il 19 e il 20 marzo. Le fiamme, che hanno devastato tre capannoni su un’area di 2.500 metri quadri, non sono il frutto di un incidente: un egiziano, ripreso dalle telecamere di sicurezza, ha scaricato bancali da un carrello elevatore, li ha cosparsi di benzina e ha dato fuoco a tutto, innescando un rogo che poteva trasformarsi in una catastrofe. Solo il rapido intervento di 15 squadre dei vigili del fuoco ha evitato che le fiamme raggiungessero i distributori di carburante vicini, scongiurando un disastro ancora peggiore. Ma il danno è fatto: milioni di euro in fumo, merci distrutte e una città che si ritrova, ancora una volta, in balia di chi la considera terra di nessuno.

Questo “maranza” – come si definiscono spesso questi balordi di strada – non è un caso isolato. È il simbolo di un’integrazione fallita, di un sistema che lascia le porte aperte a chi non ha alcun rispetto per l’Italia, per le sue leggi, per la sua gente. Le telecamere lo hanno inchiodato: non un gesto impulsivo, ma un atto premeditato, freddo, distruttivo. E mentre la Procura apre un fascicolo per individuare il responsabile, ci si chiede: cosa ci faceva ancora qui uno così? Perché chi delinque, chi dimostra di odiare questo Paese al punto da ridurlo in cenere, non viene sbattuto fuori senza tanti complimenti? Il lassismo delle istituzioni è un insulto a chi lavora, paga le tasse e tiene in piedi una città che sta scivolando nel caos.

Milano non può diventare il far west di questi “maranza” fuori controllo, spesso immigrati di seconda generazione o stranieri che approfittano della nostra debolezza. Le strade già pullulano di spaccio, risse, rapine, e ora ci si mettono pure gli incendi dolosi. Non si tratta di pregiudizi, ma di fatti: se arrivi in Italia, cresci qui o ci vivi, e il tuo contributo è dare fuoco a un mercato che dà lavoro a migliaia di persone, non meriti di restare.

Rimpatrio immediato, senza se e senza ma. Altro che “diritti” o “reinserimento”: chi agisce così è una mina vagante, una minaccia per tutti.

La misura è colma. I milanesi sono stufi di vivere con la paura, di vedere le loro strade trasformarsi in campi di battaglia. Serve una risposta durissima: pene esemplari, espulsioni rapide, e un segnale chiaro che qui non c’è spazio per chi ci vuole in ginocchio. Altrimenti, il prossimo rogo non sarà solo al Mercato Ortofrutticolo, ma nell’intera città, sotto gli occhi di chi continua a girarsi dall’altra parte. Sveglia, Milano: o reagisci, o bruci.