ANM: ’magistrati applicano norme, non fanno politica’
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Già il fatto che esista l’ANM, il sindacato dei magistrati, dimostra il contrario.
Le toghe rosse e l’ipocrisia del “non facciamo politica”
L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) torna a difendere la magistratura con la solita retorica: “I magistrati applicano norme, non fanno politica”. Una frase che suona come un mantra, ripetuta per schermirsi dalle critiche, ma che stride con la realtà. L’idea che i giudici siano semplici esecutori di leggi, avulsi da qualsiasi influenza ideologica, è un’illusione che le cosiddette “toghe rosse” continuano a perpetuare, mentre le loro scelte spesso tradiscono una chiara agenda politica.
Prendiamo le dichiarazioni riportate dall’ANM: si accusa chi critica la magistratura di “lucrare consenso indebolendo le istituzioni”. Ma chi indebolisce davvero le istituzioni? Non è forse chi, indossando la toga, si erge a censore della volontà popolare, scavalcando il mandato democratico con sentenze che sembrano dettate più da convinzioni personali che da un’applicazione neutrale del diritto? Dire che i magistrati “vanno contro la volontà popolare” non è un tentativo di delegittimazione, ma un’osservazione basata su fatti: troppe volte abbiamo visto interventi giudiziari che paiono studiati per contrastare scelte politiche legittime, come quelle in materia di immigrazione o sicurezza.
Le toghe rosse, storicamente legate a correnti progressiste come Magistratura Democratica, si nascondono dietro il paravento dell’imparzialità, ma il loro operato racconta un’altra storia. Non si tratta di applicare norme in modo asettico, ma di piegarle a una visione ideologica che spesso collide con quella espressa dai cittadini attraverso il voto. È ipocrita proclamarsi neutrali mentre si cerca di influenzare il corso della politica, minando la sovranità popolare che dovrebbero tutelare. La magistratura non è un potere assoluto: dovrebbe servire lo Stato, non dominarlo. Fino a quando questa finzione di neutralità persisterà, le critiche alle toghe rosse saranno non solo legittime, ma necessarie.
E’ lo stesso modo di pensare di chi vuole che la nato mandi le sue truppe come forza di interposizione tra gli ucraini e i Russi, applicando lo stesso principio che faceva vincere gli scudetti alla Juve perchè il loro 12° uomo in campo era l’arbitro.
Moggi è finito in galera, questi lo emulano ma non se ne vanno affanculo da soli: mandiamoceli, per il bene di tutti…