Busto Arsizio, vittima ha 50 giorni di prognosi. Africano: “L’ha voluto lei”
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Busto Arsizio Sotto Shock: Stupratore Egiziano Insulta la 14enne con 50 Giorni di Prognosi Chiamandola ‘Consenziente’, Vergogna Assoluta!
L’indignazione esplode a Busto Arsizio dopo l’arresto di un 21enne egiziano, colto in flagranza lunedì sera dalla Polizia locale, accusato di aver picchiato e violentato una ragazzina di 14 anni in un’area dismessa di Varese. Ma ciò che fa ribollire il sangue è la sfacciataggine di questo immigrato, che, davanti al gip Veronica Giacoia, ha osato respingere le accuse, sostenendo con cinismo che la vittima fosse “consenziente” – nonostante la ragazza giaccia in ospedale con una prognosi di 50 giorni, segnata da violenze brutali che le hanno devastato corpo e anima!
È un insulto intollerabile, una provocazione che grida vendetta: quest’uomo non merita clemenza, merita l’espulsione immediata e una condanna esemplare.

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Il crimine è raccapricciante. La 14enne, adescata sui social da questo predatore, è stata attirata in un luogo isolato dove il 21enne l’ha aggredita con ferocia inaudita: la ha picchiata selvaggiamente, lasciandola con ferite gravi, per poi stuprarla senza pietà. Ora la ragazza, ricoverata e sotto choc, affronta 50 giorni di prognosi, un calvario fisico e psicologico che potrebbe segnarla per sempre. Eppure, durante l’interrogatorio odierno, assistito dall’avvocato Antonio Vincenzo Rullo, il criminale ha avuto l’audacia di dichiarare che la vittima fosse consenziente, ignorando il suo stato drammatico e le prove schiaccianti contro di lui. Una menzogna disgustosa, un affronto alla dignità di una minorenne distrutta da un’aggressione che parla da sola!
Questo episodio non è solo un crimine isolato, ma un campanello d’allarme per un’Italia che non può più tollerare simili mostri. Un immigrato che usa i social per tendere trappole a una ragazzina, che la massacra di botte fino a ridurla in fin di vita, e poi ha il coraggio di chiamarla “consenziente” nonostante i 50 giorni di prognosi, è un pericolo che deve essere eliminato dalla nostra società. La Polizia locale ha agito con prontezza, ma ora la giustizia deve colpire duro: carcere a vita e deportazione, senza sconti. La sicurezza delle nostre figlie, delle nostre famiglie, non può essere sacrificata sull’altare del buonismo.
La comunità di Busto Arsizio è furiosa e stanca. I cittadini non sopportano più che immigrati come questo 21enne circolino liberamente, distruggendo vite con la loro violenza e insultando le vittime con scuse infami. Con 50 giorni di prognosi, la ragazza è un simbolo della fragilità che questi predatori sfruttano, e la sua sofferenza rende ancora più insopportabile l’arroganza di chi la offende ulteriormente. La sentenza deve essere un monito: chi commette simili atrocità non ha posto in Italia. Basta con la tolleranza, basta con l’impunità: giustizia per la 14enne e sicurezza per tutti noi!
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