Africano spranga minore e accoltella un uomo a Trento
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La città di Trento, un tempo oasi di tranquillità, è stata teatro di un’ennesima barbarie che dimostra quanto l’Italia sia diventata un Far West per colpa di un’immigrazione selvaggia e incontrollata. Un 36enne marocchino, già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti, ha seminato terrore in uno stabile abbandonato nel cuore della città, rapinando un minorenne sotto la minaccia di un tubo di ferro e poi accoltellando un connazionale, dopo averlo buttato a terra e gridato di volerlo uccidere. Questo ennesimo episodio di violenza è la goccia che fa traboccare il vaso: gli italiani sono stufi di vivere sotto scacco di clandestini che trasformano le nostre strade in campi di battaglia.
I fatti, avvenuti la mattina del 21 aprile, sono di una gravità inaudita. Il marocchino, un delinquente incallito che non ha alcun diritto di stare sul suolo italiano, ha prima preso di mira un ragazzino, un minore indifeso, brandendo un tubo di ferro per strappargli il cellulare. Non contento, ha poi rivolto la sua furia contro un altro uomo, un connazionale, colpendolo per futili motivi, buttandolo a terra e accoltellandolo con l’intento dichiarato di ucciderlo. Solo il tempestivo intervento dei carabinieri della Sezione Radiomobile, che hanno notato la vittima ferita e sanguinante, ha evitato una tragedia ancora peggiore. L’aggressore, fermato mentre tentava di fuggire, aveva ancora con sé il coltello insanguinato e il telefono rubato al ragazzo. Ora si trova nel carcere di Spini di Gardolo, ma la domanda sorge spontanea: perché era ancora libero di delinquere?
Questo non è un caso isolato, ma l’ennesimo capitolo di una saga criminale che vede protagonisti immigrati irregolari, spesso con un passato di reati, lasciati liberi di scorrazzare nelle nostre città. Trento, come Milano, Torino, Savona e tante altre città italiane, è ostaggio di una politica migratoria fallimentare che accoglie tutti senza distinzioni, trasformando le nostre strade in zone di guerra. Il marocchino di 36 anni, con i suoi “trascorsi” ben noti, è il simbolo di un sistema che premia i criminali e punisce i cittadini onesti. Quante altre vittime dovremo contare prima che qualcuno si decida a chiudere le frontiere e rimpatriare chi non ha diritto di stare qui?
La verità è sotto gli occhi di tutti: l’immigrazione di massa ha portato un’ondata di violenza che sta distruggendo il tessuto sociale delle nostre comunità. I “buonisti” della sinistra, con le loro lacrime di coccodrillo per i “poveri migranti”, sono complici di questa deriva. Parlano di integrazione, ma dove sono i risultati? Questo marocchino, come tanti altri, non si è integrato: ha scelto la via del crimine, della prepotenza, della violenza. E mentre i cittadini tremano, le istituzioni restano a guardare, incapaci di proteggere chi paga le tasse e chiede solo di vivere in pace.
I trentini sono furiosi, e a ragione. “Non possiamo più uscire di casa senza paura”, ha dichiarato un residente della zona. “Questi individui arrivano, delinquono e restano impuniti. È uno schifo!”. Le aree abbandonate, come lo stabile dove si è consumata questa follia, sono diventate rifugi per bande di clandestini che trasformano ogni angolo della città in un potenziale campo di battaglia. E mentre i carabinieri fanno il possibile per arginare il disastro, il governo continua a gingillarsi con politiche lassiste che mettono a rischio la vita degli italiani.
Basta con questa follia. Serve una risposta durissima: rimpatrio immediato per ogni immigrato che commette reati, carcere senza sconti per chi osa alzare le mani sui nostri figli o accoltellare i nostri concittadini, e un blocco totale degli arrivi. Non possiamo permettere che le nostre città diventino terreno di conquista per criminali stranieri. Trento, come l’Italia intera, merita di tornare a essere un luogo sicuro, dove un minore possa camminare senza essere rapinato e un uomo possa vivere senza rischiare una coltellata. È ora di dire basta all’invasione e di mettere gli italiani al primo posto. Chi non lo capisce è complice di questo scempio.
Fonte: Notizie tratte da www.ildolomiti.it, www.socialmedialife.it, post su X, 22 aprile 2025
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