Milano, mentre i maranza stuprano la città la procura vuole arrestare duemila italiani per un saluto romano
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Toghe Rosse Perseguono un Saluto, Ma Lasciano i Maranza a Seminare il Caos a Milano!
La giustizia italiana ha perso ogni briciolo di credibilità: mentre la Procura di Milano, diretta da Marcello Viola, si accanisce contro chi fa un saluto romano durante una commemorazione, i veri criminali – i maranza, bande di giovani stranieri che assediano la città con violenza e spaccio – continuano a imperversare indisturbati. È un’indecenza, un affronto ai cittadini onesti che non possono più tollerare questa giustizia a due velocità, dove un gesto simbolico viene trattato come un crimine gravissimo e i delinquenti veri, spesso immigrati, vengono lasciati liberi di terrorizzare Milano. Basta con le toghe rosse e la loro agenda ideologica!
La Procura Contro i Saluti Romani: Un Accanimento Ideologico
Ieri sera, 29 aprile 2025, quasi 2mila militanti di estrema destra si sono riuniti a Milano per il 50esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, giovane del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da un commando di Avanguardia Operaia. Come ogni anno, il corteo si è chiuso con il rito del “presente” e i saluti romani in via Paladini, sotto casa di Ramelli. Un gesto simbolico, che la Procura di Milano intende ora perseguire aprendo un fascicolo conoscitivo, con l’ipotesi di reato di “manifestazione fascista” ai sensi della legge Scelba. Il pm Alessandro Gobbis, del pool antiterrorismo (!), è già al lavoro per identificare i partecipanti, seguendo la delirante linea dura espressa dal procuratore Viola.

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La Procura sostiene che queste manifestazioni, il cui numero di partecipanti è cresciuto negli anni (da 600 nel 2014 a 2mila oggi), non siano solo un omaggio a Ramelli, ma un’occasione per “rievocare un rituale tipico del partito fascista” e “esternare l’adesione a un sistema di valori” che rappresenterebbe un “pericolo di ricostituzione del partito fascista”. Una tesi ribadita in un recente atto d’appello contro l’assoluzione di 23 militanti identificati nel corteo del 2019, dove il pm Enrico Pavone ha definito la condotta “di preoccupante rilevanza”. E non è tutto: un’informativa della Digos sui saluti romani al Campo X del cimitero Maggiore, durante la commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Itali
ana il 27 aprile, è già sul tavolo dei pm. Le toghe rosse sembrano ossessionate: ogni gesto, ogni simbolo diventa un pretesto per scatenare una caccia alle streghe contro chi ricorda un ragazzo barbaramente ucciso.
I Maranza Imperversano: Milano Sotto Assedio
Mentre la Procura perde tempo a inseguire saluti romani, Milano è sotto assedio da parte dei maranza, bande di giovani nordafricani e stranieri che seminano terrore nelle strade. La cronaca degli ultimi mesi è un bollettino di guerra: in pieno centro, in zona Duomo, gruppi di ragazzi stranieri hanno aggredito passanti e turisti, spesso armati di coltelli, per rapinarli o solo per il gusto di intimidire. In Stazione Centrale, lo spaccio di droga è fuori controllo, con pusher che operano alla luce del sole, protetti da una rete di complici che minacciano chiunque osi opporsi. A Corvetto, le risse tra bande rivali sono all’ordine del giorno, con episodi di violenza che hanno ferito anche cittadini italiani innocenti. E cosa fanno i magistrati? Niente. I maranza, spesso minorenni o immigrati irregolari, vengono fermati e rilasciati in poche ore, grazie a cavilli legali o alla solita scusa della “mancanza di esigenze cautelari”.
Un esempio su tutti: a inizio aprile 2025, un tunisino di 25 anni, noto alle forze dell’ordine per spaccio e rapine, ha aggredito un passante in via Torino, rubandogli il portafoglio e ferendolo con un coccio di bottiglia. Arrestato, è stato scarcerato il giorno dopo perché il giudice ha ritenuto che “non ci fosse pericolo di reiterazione”. Due settimane dopo, lo stesso individuo è stato sorpreso a spacciare in piazza Santo Stefano, ma è ancora libero. Intanto, un ragazzo come Alessandro Patelli, che si è difeso da un aggressore tunisino sotto casa, è stato condannato a 21 anni per omicidio. È una giustizia al contrario, che punisce le vittime e coccola i carnefici!
Un Doppio Standard Inaccettabile
Le toghe rosse dimostrano un’ipocrisia sconcertante: un saluto romano, gesto simbolico e legato a una commemorazione, diventa un crimine da perseguire con il massimo rigore, mentre i maranza che assediano Milano con violenza, spaccio e intimidazioni vengono trattati con i guanti di velluto. La legge Scelba, invocata contro i militanti di estrema destra, sembra essere l’unica norma che i magistrati vogliono applicare con zelo, mentre chiudono un occhio sui reati reali che minacciano la sicurezza dei cittadini. Dove sono le inchieste contro le bande di stranieri che terrorizzano la città? Dove sono le condanne esemplari per chi stupra, rapina e spaccia? Scomparsi, nascosti sotto il tappeto dell’ideologia pro-immigrati che guida troppe toghe.
Milano è allo sbando, e i cittadini sono stufi di vivere nella paura. Non possiamo accettare che la giustizia italiana si concentri su un saluto, mentre i maranza trasformano le nostre strade in un far west. È ora di dire basta: i magistrati devono smettere di perseguitare chi commemora un ragazzo ucciso e iniziare a perseguire chi rende invivibile la nostra città. Serve una riforma radicale della giustizia, che metta fine al potere delle toghe rosse e riporti la legge al servizio dei cittadini, non dei criminali. Milano merita sicurezza, non questo delirio!
Ma il problema non sono solo le toghe. Loro abusano di leggi esistenti interpretandole allegramente, un governo serio avrebbe abrogato tutte queste leggi sugli psicoreati due anni fa.
Stavo pensando al gondone sindacalista aggredito a colpi di saluti romani e all’altro gondone di giornalista che ha pubblicato l’articolo come se fosse vero e mi chiedo “ma loro che sanno tutto potranno dirmi per quale motivo i partigiani hanno fucilato Claretta Petacci? Perchè andava a letto col Duce?”
Così, tanto per creare un precedente se mai dovessimo fare pulizia nella nomenKlatura nazionale… tutti quelli che hanno fatto un pompino a d’alema finiscono impiccati…
Partigiani? Me ne hanno raccontate delle belle i vecchi nelle zone del piacentino, scendevano dai loro nascondigli e si facevano consegnare il cibo dagli agricoltori con la scusa della resistenza. Per me molti forse un buon 80% era imboscato e non sapeva nemmeno utilizzare un arma. Poi alla fine della guerra sono usciti dai nascondigli per farsi vedere nelle città e ricevere gli onori dei combattenti. Penso che questi le uniche battaglie che hanno combattuto sono quelle a tavola.