Moschee abusive, Lega apre la caccia: «Segnalatele e le chiuderemo»
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“Moschee abusive in scantinati e garage: Anna Maria Cisint lancia l’allarme, l’islamizzazione minaccia l’Italia!”

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Monfalcone – L’islamizzazione avanza senza sosta nel Nordest, e Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega ed ex sindaco di Monfalcone, lancia un grido d’allarme: “Garage, scantinati, capannoni industriali, ma anche marciapiedi e appartamenti in pieno centro città” sono stati trasformati in “moschee in cui i fedeli dell’Islam andrebbero a pregare senza avere alcun tipo di autorizzazione tecnica, né ovviamente legata ai piani regolatori dei singoli Comuni”. Dopo la sua battaglia a Monfalcone, dove ha chiuso centri islamici abusivi, Cisint, definita paladina dei valori occidentali, porta la sua esperienza in Europa, seconda solo al generale Vannacci per voti. Ora, usa la sua competenza per aiutare i Comuni del Nordest a fermare queste “finte moschee” che minacciano la nostra identità e sicurezza.
L’Islam sfida le leggi: un pericolo per i cittadini
Cisint denuncia: “La stragrande maggioranza di questi siti non ha le autorizzazioni per poter essere dei luoghi di culto. Penso appunto a scantinati, garage o capannoni che si riempiono di persone che creano problemi a chi abita nella zona. Sia chiaro, lungi da me l’idea di essere contraria alla libertà di culto, anzi da parte mia su questo fronte c’è la massima libertà, come del resto deve essere giusto. Quello che non è tollerabile è che ci siano decine e decine di persone che si ritrovano in siti non autorizzati, non controllati e soprattutto che possano creare problemi a chi vive e abita nelle vicinanze. Questo è intollerabile”. La sua lotta, supportata dalle sentenze del Consiglio di Stato, dimostra che “ci sono delle regole da rispettare e che non è possibile bypassare le norme”. “Scantinati, garage, sottoscala o capannoni industriali se non rientrano all’interno delle norme dei luoghi previsti da piano regolatore, non possono essere utilizzati per le preghiere”, aggiunge, sottolineando “seri problemi ai residenti e a chi vive vicino a queste finte moschee che sono frequentate da centinaia di persone”.
Cisint in azione: ma serve una soluzione definitiva
Cisint agirà: “Come europarlamentare, quindi e avvalendomi dell’esperienza che mi sono fatta da sindaco, a fronte di tante segnalazioni che mi arrivano da cittadini residenti nell’intero Nordest, ho deciso di dare una mano per risolvere questo problema. Invierò ai sindaci e ai Comuni le segnalazioni che mi arrivano dai cittadini che si ritrovano con una sede di associazione islamica nel quartiere in cui vengono anche svolte le preghiere, cosa che non è possibile fare. Chiederò ai primi cittadini, a fronte di segnalazioni dettagliate che faremo, di intervenire e di chiudere il sito, esattamente come ho fatto io a Monfalcone”. La sua strategia include “una richiesta di accesso civico, procedura prevista dalle norme, su eventuali siti segnalati dai residenti in cui si tengono le preghiere dei cittadini islamici”, per poi chiederne la chiusura. “Posso aggiungere che potranno essere proprio i cittadini a segnalarmi situazioni di questo tipo, inviandomi una mail per indicare finte moschee e problemi di qualsiasi tipo”. Ma questo non basta.
Azzeriamo l’immigrazione islamica: unica soluzione!
Le “finte moschee” sono un sintomo di un problema più grande: l’Islam non si integra, invade. A Monfalcone, i bangladesi impongono la sharia; a Mestre, Ittihad occupa spazi pubblici; a Prato, una donna africana ha minacciato di bruciare una chiesa; a Roma, gli islamici vogliono “spezzare le croci”. L’unica soluzione per fermare questa invasione è azzerare l’immigrazione islamica regolare – basta ingressi, basta permessi – e chiudere le moschee abusive e quelle regolari, simboli di conquista. Solo così proteggeremo la nostra identità e sicurezza. Il nostro futuro.
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