Ivrea, mentre la sinistra discuteva di violenza di genere i suoi migranti stupravano una bambina

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By V maggio 21, 2025 11:34

Ivrea, mentre la sinistra discuteva di violenza di genere i suoi migranti stupravano una bambina

Lunedì mattina, nella sfarzosa Sala Dorata del Comune di Ivrea, è andata in scena l’ennesima messinscena della sinistra ipocrita: firme, strette di mano, sorrisi plastificati. Un protocollo contro la violenza di genere, sottoscritto con entusiasmo da Soroptimist Club di Ivrea e Canavese, Comune, ASCOM, CNA, Confesercenti. Tutti in posa, tutti orgogliosi, guidati dall’assessora Gabriella Colosso, paladina autoproclamata della lotta per i diritti delle donne. Il progetto, pomposamente chiamato “Sentinelle nelle professioni contro la violenza”, coinvolge parrucchieri, estetiste, professionisti del benessere, che – si dice – sarebbero i primi a raccogliere le confidenze di donne abusate. Un’iniziativa lodevole, sulla carta. Peccato che, fuori dalle mura dorate, la realtà gridi un’altra verità: una sedicenne stuprata, un tunisino appena maggiorenne indagato, e un silenzio complice che avvolge la città come una nebbia tossica.

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Mentre Colosso e i suoi si pavoneggiavano con i loro protocolli, a Ivrea una minorenne viveva un incubo. Secondo le indagini, la ragazza è stata picchiata e violentata da un giovane tunisino, ospite di un centro di accoglienza. I carabinieri del Nucleo Cyber Investigation stanno analizzando i cellulari per ricostruire quella notte di orrore, ma la notizia – riportata da fonti locali e rilanciata su X – è stata inizialmente taciuta, quasi nascosta. Perché? Perché la sinistra, così pronta a sbandierare la sua sensibilità sulla violenza di genere, si ritrova muta quando il colpevole non rientra nel copione politically correct.

Non è la prima volta che succede. La storia di Ivrea richiama casi simili: a Catania, una tredicenne violentata da un branco di egiziani; a Palermo, una studentessa Erasmus aggredita da un tunisino; a Trento, una donna accoltellata e stuprata da un altro tunisino. E ogni volta, la sinistra tace o minimizza, terrorizzata dall’idea di affrontare il nodo dell’immigrazione incontrollata. Preferisce riempire le sale di protocolli inutili, mentre le strade si trasformano in giungle dove le donne, le bambine, non sono più al sicuro.

Il caso di Ivrea è emblematico: mentre l’amministrazione celebrava il suo ennesimo atto di facciata, la Procura lavorava in silenzio, gli avvocati si muovevano, e la vittima – una ragazza di appena sedici anni – affrontava da sola il peso di un trauma indicibile. Nessuna parola da Colosso, nessun comunicato dal Comune, nessun cenno di solidarietà. Solo un silenzio assordante, come se ammettere la verità fosse troppo scomodo. Altro che “fake news”: la violenza è reale, e il tentativo di nasconderla è una vergogna.

La sinistra di Ivrea, come quella nazionale, ama parlare di violenza di genere, ma solo quando fa comodo. Quando si tratta di denunciare i cadi di mariti violenti o padri abusanti che poi quasi sempre sono comunque stranieri, è pronta a scendere in piazza. Ma quando l’aggressore è un immigrato, magari di seconda generazione o ospite di un centro di accoglienza, cala il velo dell’omertà. È il paradosso di chi predica accoglienza senza controllo e poi abbandona le vittime al loro destino. La “Sentinella” Colosso, così attenta alle confidenze nei saloni di bellezza, dov’era mentre una ragazza denunciava uno stupro? Dov’era mentre la città scopriva, attonita, che il pericolo non è solo nelle case, ma anche nelle strade lasciate senza sorveglianza?

Basta con le sceneggiate. I protocolli non fermano gli stupri, le firme non proteggono le bambine. Servono politiche serie: espulsioni per chi delinque, controlli rigorosi sull’immigrazione, sicurezza reale nei quartieri. La sinistra deve smettere di nascondere la polvere sotto il tappeto e affrontare la realtà: l’integrazione fallita sta lasciando un’eredità di violenza, e le prime a pagarne il prezzo sono le donne, le più giovani, le più indifese. Ivrea non merita questo silenzio complice. Le sue figlie meritano giustizia, non sorrisi plastificati in Sala Dorata.

Ivrea, mentre la sinistra discuteva di violenza di genere i suoi migranti stupravano una bambina ultima modifica: 2025-05-21T11:34:50+00:00 da V
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By V maggio 21, 2025 11:34
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1 Comment

  1. S.C. maggio 21, 16:22

    I pidioti e associazioni varie pensano a fare la passerella, forse credono di vivere nel mondo delle favole, ma dimenticano che nelle favole ci sono sempre streghe, orchi e draghi, pronti a farti un culo come una casa. Penso non se ne sono accorti.

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