Islam minaccia eversiva, Lega lancia allarme: “Fare chiarezza su Ucoii”
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L’Islamizzazione dell’Italia: un pericolo imminente da fermare con l’azzeramento dell’immigrazione musulmana regolare
L’Italia è sotto assedio. Non si tratta di un’invasione armata, ma di un processo silenzioso e insidioso: l’islamizzazione del nostro Paese, alimentata da un’immigrazione musulmana incontrollata e da organizzazioni che, sotto la facciata della moderazione, promuovono ideologie incompatibili con i valori democratici e occidentali. A lanciare l’allarme è la Lega, che, attraverso l’europarlamentare Anna Maria Cisint, punta il dito contro l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII) e chiede chiarezza su finanziamenti opachi e legami con il radicalismo islamico. È tempo di agire con decisione: l’immigrazione musulmana regolare va azzerata, prima che sia troppo tardi.
Il report francese: un campanello d’allarme per l’Italia
Un recente rapporto dei Servizi di intelligence francesi ha svelato una verità inquietante: il fondamentalismo islamico, incarnato dall’ideologia dei Fratelli Musulmani, si è radicato in Europa in modo forse irreversibile. L’Italia non è immune. Al centro della questione c’è l’Istituto Italiano degli Studi Islamici e Umanistici di Verona, noto come “Bayan”, finanziato attraverso l’International Islamic Charity Organisation del Kuwait. Questo centro, secondo il rapporto, aspira a diventare il principale hub europeo per la formazione degli imam, figure chiave nella diffusione dell’islam politico. Ma chi, in Italia, potrebbe sostenere un’ideologia che proclama “il Corano è la nostra costituzione” e mira a sostituire la nostra Costituzione con la Sharia?
L’UCOII, la principale organizzazione islamica in Italia, è al centro di sospetti. Il suo presidente ha recentemente attaccato la battaglia della Lega contro le moschee irregolari e in difesa dei principi democratici. Come sottolinea Cisint, “l’UCOII non si esprime con fermezza contro visioni retrograde come la sottomissione della donna attraverso il velo integrale o la poligamia”. Questo silenzio è assordante. È lecito chiedersi: perché un’organizzazione che dovrebbe promuovere l’integrazione tace di fronte a pratiche che violano i diritti fondamentali? E, soprattutto, perché riceve milioni di euro da enti come la Qatar Charity Foundation, senza che l’uso di questi fondi sia trasparente?
Il velo come simbolo di oppressione
Il velo, sempre più diffuso in Italia, non è solo un simbolo religioso, ma spesso un’arma di oppressione. A Paderno Dugnano, la Lega ha denunciato casi di donne costrette alla clausura, private persino della libertà di affacciarsi a una finestra per paura di essere considerate “oggetti di desiderio”. Hijab, niqab, burqa: queste varianti non sono solo scelte personali, ma spesso imposizioni che soffocano la dignità femminile. La proposta di legge della Lega per vietare nei luoghi pubblici indumenti che celano il volto, come il burqa e il niqab, è un atto di buonsenso, come dichiarato dal vicepremier Matteo Salvini: “Tolleranza zero per chi opprime donne e ragazze, con carcere e stop alle richieste di cittadinanza”. La sicurezza pubblica e la difesa dei valori occidentali non possono essere negoziabili.
Un’immigrazione che minaccia la nostra identità
L’immigrazione musulmana regolare, spesso giustificata con esigenze economiche o umanitarie, sta cambiando il volto dell’Italia. Le comunità islamiche, anziché integrarsi, tendono a creare enclave culturali dove la Sharia prevale sulle leggi italiane. Moschee finanziate da paesi come il Qatar e il Kuwait sorgono senza controllo, diventando centri di propaganda per l’islam politico. Come evidenzia Cisint, “quando l’islamismo radicale è numericamente minoritario, si traveste da moderato, penetra nelle istituzioni e trova appoggi, soprattutto a sinistra”. L’obiettivo non è l’integrazione, ma la graduale sovversione del nostro sistema democratico.
Azzerare l’immigrazione musulmana regolare: una necessità urgente
Per fermare questa deriva, l’Italia deve adottare misure drastiche. L’immigrazione musulmana regolare va azzerata immediatamente. Non si tratta di discriminazione, ma di tutela della nostra identità, cultura e sicurezza. Continuare a permettere flussi migratori da paesi dove il radicalismo islamico è radicato significa aprire le porte a un’ideologia che rifiuta i nostri valori fondamentali. Ogni nuova moschea, ogni nuovo centro islamico finanziato da potenze straniere, è un passo verso la perdita della nostra sovranità culturale.
Chiediamo al governo di agire con fermezza: stop ai finanziamenti esteri alle organizzazioni islamiche, controlli rigorosi sulle moschee e sui centri di formazione come “Bayan”, e un’indagine approfondita sui legami dell’UCOII con la Fratellanza Musulmana. Non possiamo permettere che l’Italia diventi una “dependance” di un islamismo radicale che si nasconde dietro la maschera della moderazione. La nostra Costituzione, la nostra libertà, la nostra identità sono in pericolo. È ora di dire basta.
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