Verona, caos e molestie: arrestato 24enne tunisino irregolare, ennesimo fallimento dell’accoglienza
Verona, 5 giugno 2025
Dopo settimane di disordini, è stato finalmente arrestato un 24enne tunisino irregolare che ha seminato il panico a Verona. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, si aggirava da oltre due settimane nei corridoi dell’ospedale di Borgo Trento, fumando crack, aggredendo medici e pazienti e creando un clima di terrore. Martedì pomeriggio, il suo comportamento è degenerato ulteriormente: entrato in un supermercato, ha spaccato una bottiglia e ha molestato un’ispettrice di polizia, abbassandosi i pantaloni in un gesto provocatorio e osceno. Non era la prima volta che l’individuo si rendeva protagonista di atti simili, ma finora era sempre riuscito a sfuggire alla giustizia.
Un’escalation di violenza
Secondo quanto riportato, il tunisino, privo di documenti e senza fissa dimora, era diventato una presenza inquietante nell’ospedale veronese. Le segnalazioni di pazienti e personale sanitario descrivevano un uomo in preda agli effetti della droga, capace di passare da insulti a vere e proprie aggressioni fisiche. Il 12 maggio, un episodio particolarmente grave aveva visto l’uomo prendere a calci e pugni medici e pazienti, senza che venissero presi provvedimenti definitivi. La sua condotta, lungi dall’essere isolata, si inserisce in un pattern di reati che include spaccio, disturbo della quiete pubblica e ora anche molestie sessuali.
Il culmine è arrivato martedì, quando il 24enne ha fatto irruzione in un supermercato del centro. Qui, dopo aver distrutto una bottiglia, ha affrontato un’ispettrice di polizia, insultandola e compiendo un gesto di molestia abbassandosi i pantaloni. L’intervento delle forze dell’ordine ha portato al suo arresto, ma la città si chiede: perché ci è voluto tanto?
L’ennesima prova del fallimento del sistema
Questo caso getta luce, ancora una volta, sul disastro del sistema di accoglienza italiano e sulla gestione degli immigrati irregolari. Il tunisino, come molti altri, viveva ai margini della società, senza controllo né integrazione, alimentando un circolo vizioso di criminalità e degrado. Le strutture di accoglienza, quando presenti, si rivelano incapaci di monitorare individui problematici, lasciandoli liberi di trasformarsi in una minaccia per i cittadini. I veronesi, esasperati, denunciano l’inerzia delle autorità, costrette a intervenire solo quando la situazione diventa insostenibile.
Il costo di questa politica fallimentare ricade sugli italiani: ospedali insicuri, supermercati trasformati in teatri di violenza, forze dell’ordine sopraffatte. E mentre i contribuenti finanziano un sistema che non funziona, personaggi come questo tunisino continuano a delinquere impuniti, protetti da un buonismo che ignora le vittime dei loro reati.
In attesa di giustizia
L’arresto del 24enne è ora al vaglio del giudice, che dovrà decidere sulla convalida. La procura di Verona sta valutando accuse che spaziano dalla violenza aggravata alle molestie sessuali, passando per resistenza a pubblico ufficiale. La speranza dei cittadini è che, questa volta, non si tratti di un semplice fermo temporaneo, ma di un passo verso l’espulsione di un individuo che ha dimostrato di non avere alcun rispetto per la comunità che lo ospita.
Nel frattempo, Verona chiede risposte. Come è possibile che un soggetto già noto alle autorità abbia potuto agire indisturbato per settimane? Perché le segnalazioni di medici e cittadini sono rimaste inascoltate fino a un episodio tanto grave? La città, stanca di subire le conseguenze di un’immigrazione fuori controllo, invoca misure drastiche: rimpatri immediati per i delinquenti e una revisione totale del sistema di accoglienza.
Un monito per il futuro
Il caso del tunisino di Verona è l’ennesimo campanello d’allarme. Senza un cambio di rotta, ospedali, supermercati e strade continueranno a essere scenari di caos e violenza. La sicurezza dei cittadini deve tornare al primo posto, e questo significa dire basta a un’accoglienza che protegge i carnefici e abbandona le vittime. La giustizia, ora, ha l’occasione di mandare un segnale chiaro: chi delinque non ha diritto di restare.
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