Meloni raddoppi i tempi per ottenere la cittadinanza: lo vogliono gli italiani
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No alla Cittadinanza Facile: Il Flop del Referendum Svela il Fallimento dell’Immigrazionismo
Il referendum dell’8 e 9 giugno 2025 sulla cittadinanza è stato un fiasco colossale, e il messaggio degli italiani è inequivocabile: no alla cittadinanza facile per gli immigrati. Con un’affluenza finale al 28%, lontana anni luce dal quorum del 50%+1, e i “sì” al quesito chiave fermi a poco più di 9 milioni, la proposta di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza per i non comunitari è stata sepolta.
E questo è il dato più clamoroso: quasi 4 elettori di sinistra su 10 hanno votato “no”, rigettando l’ideologia immigrazionista che il PD di Elly Schlein e i radical chic di +Europa hanno cercato di imporre. Persino i figli di “Bella Ciao” non credono più nel falso mito dell’integrazione. Perché, in fondo, il PCI non era un partito progressista e quindi c’è una spaccatura tra i vecchi elettori che continuano a votare Pd per tradizione e l’élite ormai radicaleggiante.
Questo la dice lunga sull’impatto socialmente nefasto dell’invasione migratoria in Italia. La narrazione di un’integrazione armoniosa è crollata sotto il peso della realtà: quartieri degradati, criminalità crescente e una percezione di insicurezza che non risparmia nessuno. Gli italiani, inclusi molti elettori di sinistra, sono stanchi di promesse vuote fatte da parlamentari con stipendi da 10mila euro al mese e auto di servizio, o da radical chic che si svegliano tardi e cantano l’integrazione da ville protette. La classe un tempo definibile come ‘operaia’, quella che vive a contatto con extracomunitari pronti a tutto e con i “maranza” – giovani, spesso già cittadini, ma per questo ancora più problematici – non ne può più. L’astensione di massa e il “no” di una fetta di sinistra dimostrano che il mito di una società multiculturale è morto, schiacciato dalla realtà quotidiana.
Il flop del referendum non è solo una sconfitta per Schlein, che dovrebbe dimettersi per il disastro politico, ma un mandato chiaro al governo Meloni: la legge sulla cittadinanza va inasprita. Altro che dimezzare i tempi: il periodo di residenza necessario deve essere almeno raddoppiato, da 10 a 20 anni. E non basta. Serve una misura drastica: la revoca immediata della cittadinanza per chiunque, anche minorenne, venga condannato in via definitiva per reati violenti. I “maranza” con il coltello in tasca e la cittadinanza in mano non possono più essere tollerati. Questa è la risposta minima a un paese che, con il suo silenzio alle urne, ha gridato il proprio rifiuto di una sostituzione etnica accelerata.
Nessuna regione, neanche le roccaforti rosse come Toscana ed Emilia-Romagna, ha raggiunto il quorum. Nessuna provincia.
La sinistra, da AVS a Conte, è minoranza. Una piccola minoranza: e il referendum lo conferma. Gli italiani, stanchi di essere presi in giro da chi vive lontano dai problemi veri, hanno detto basta. Ora è tempo di agire: cittadinanza più difficile, revoca per i criminali e uno stop all’immigrazione. Questo è ciò che l’Italia chiede, e il governo non può ignorarlo.
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