Studio conferma: immigrati abbassano il PIL del 3,4 per cento ogni anno

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By V giugno 21, 2025 11:14

Studio conferma: immigrati abbassano il PIL del 3,4 per cento ogni anno






L’Immigrazione Non Genera Ricchezza: Lezioni dalla Francia per l’Italia


L’Immigrazione Non Genera Ricchezza: Lezioni dalla Francia per l’Italia

Un recente rapporto pubblicato da Le Figaro, basato su uno studio dell’Osservatorio sull’immigrazione e la demografia redatto da Nicolas Pouvreau-Monti, smonta il mito secondo cui l’immigrazione sarebbe un motore di crescita economica. In Francia, l’immigrazione rappresenta una perdita annua del 3,4% del PIL, aggravando le difficoltà strutturali dell’economia. E in Italia? La situazione non è diversa: anche nel nostro Paese, l’immigrazione non genera ricchezza, ma drena risorse pubbliche e ostacola lo sviluppo strategico. È ora di guardare in faccia la realtà e smettere di credere alle favole sull’accoglienza come panacea per tutti i mali.

I Dati Francesi: Un Campanello d’Allarme

Lo studio francese dipinge un quadro preoccupante. Il tasso di occupazione degli immigrati in Francia è tra i più bassi dei paesi OCSE: solo il 62,4% degli immigrati lavora, contro il 69,5% dei nativi. Inoltre, il 31% degli immigrati tra i 30 e i 40 anni non ha qualifiche, rispetto al 10% della popolazione generale. Questo si traduce in una sovrarappresentazione degli immigrati in settori a bassa produttività, come ristoranti, sicurezza ed edilizia, mentre l’industria e l’alta tecnologia languono.

Il costo economico è devastante: solo l’86% dei costi generati dall’immigrazione è coperto dalle entrate fiscali, creando un deficit di bilancio. Incoraggiare l’immigrazione per coprire carenze temporanee di manodopera, sostiene Pouvreau-Monti, è come “sacrificare la crescita dei settori strategici a vantaggio di pochi interessi aziendali”. Un approccio miope che non risolve i problemi, ma li aggrava.

La Situazione Italiana: Uno Scenario Parallelo

In Italia, i numeri raccontano una storia simile. Con oltre 200.000 migranti ospitati in più di 10.000 strutture, il sistema di accoglienza costa quasi 3,7 miliardi di euro all’anno, come emerge da stime basate sui costi medi di 100 euro al giorno per i minori e 45 euro per gli adulti. Ma quali sono i benefici economici? Praticamente nulli. Gli immigrati in Italia, come in Francia, sono spesso relegati a lavori poco qualificati – edilizia, agricoltura, servizi – che non richiedono competenze avanzate e non contribuiscono alla crescita dei settori strategici.

Il tasso di occupazione degli immigrati in Italia è altrettanto deludente. Secondo dati ISTAT, nel 2023 il tasso di occupazione degli stranieri era intorno al 60%, inferiore a quello dei nativi. Molti immigrati, soprattutto i richiedenti asilo, finiscono in un limbo di inattività, dipendenti dall’assistenza pubblica. Inoltre, la scarsa formazione e le barriere linguistiche limitano il loro contributo economico, mentre i costi per sanità, istruzione e assistenza sociale pesano come macigni sul bilancio pubblico.

I Costi dell’Accoglienza in Italia

Categoria Numero Costo Giornaliero per Persona Costo Giornaliero Totale Costo Annuale Totale
Minori 20.000 100 € 2.000.000 € 730.000.000 €
Adulti 180.000 45 € 8.100.000 € 2.956.500.000 €
Totale 200.000 10.100.000 € 3.686.500.000 €

Un Modello Insostenibile

Come in Francia, anche in Italia l’immigrazione non è una risorsa, ma un fardello. I 3,7 miliardi spesi ogni anno per l’accoglienza potrebbero essere investiti in innovazione, infrastrutture o sgravi fiscali per le imprese italiane. Invece, finanziano un sistema che perpetua dipendenza e precarietà, senza generare crescita. Gli immigrati occupano nicchie lavorative a basso valore aggiunto, mentre settori chiave come la tecnologia e l’industria soffrono per mancanza di investimenti e manodopera qualificata.

Lo studio francese ci insegna una lezione cruciale: puntare sull’immigrazione per risolvere carenze di manodopera è una strategia perdente. L’Italia deve investire nella formazione dei propri giovani, nell’automazione e in politiche che incentivino la natalità, anziché affidarsi a flussi migratori incontrollati che arricchiscono solo le cooperative di accoglienza e pochi datori di lavoro senza scrupoli.

Verso una Politica Migratoria Rigorosa

Pouvreau-Monti suggerisce un inasprimento mirato dell’immigrazione, soprattutto per ricongiungimenti familiari e lavorativa. Anche l’Italia deve seguire questa strada. Solo una politica migratoria rigorosa, che privilegi gli interessi nazionali e limiti l’accoglienza a poche migliaia di ingressi l’anno, può invertire la rotta. Basta con l’ideologia dell’immigrazione a tutti i costi: è tempo di mettere al primo posto gli italiani e il futuro del nostro Paese.

Il rapporto francese è un monito: l’immigrazione non genera ricchezza, né in Francia né in Italia. Continuare a ignorare questa realtà significa condannare il nostro Paese a un declino economico e sociale. È ora di agire, con coraggio e determinazione, per un’Italia che torni a crescere, senza il peso di un sistema insostenibile.


Studio conferma: immigrati abbassano il PIL del 3,4 per cento ogni anno ultima modifica: 2025-06-21T11:14:17+00:00 da V
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