Stuprano nonne, mamme e bambini: Italia ostaggio dei maranza
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L’Italia sotto assedio: il fallimento delle politiche migratorie e la minaccia alla nostra identità
L’Italia sta vivendo un momento di crisi senza precedenti, schiacciata da un’ondata migratoria che sembra fuori controllo e da politiche governative che, nonostante le promesse, non riescono a fermare l’invasione. Le notizie degli ultimi giorni dipingono un quadro allarmante: crimini efferati, violenze di gruppo, attacchi alla nostra cultura e identità cristiana, e un sistema che sembra favorire gli immigrati a scapito degli italiani. È tempo di dire basta e di affrontare la realtà con coraggio.
Crimini e violenza: un bollettino di guerra
Le cronache recenti sono un elenco di orrori che sembrano provenire da un film distopico. A Bologna un gruppo di nordafricani ha mozzato la mano a un ragazzo con un machete e assaltato un autobus. Questi non sono episodi isolati: da Milano alla Sicilia, immigrati sfasciano auto, picchiano carabinieri e poi vengono rilasciati senza conseguenze.
Ancora più inquietanti sono i crimini contro le donne e i bambini. Ragazze violentate sulle spiagge, nonne e bambini abusati, una donna con una gamba amputata a causa di un immigrato: il silenzio della sinistra su questi episodi è assordante. Persino un nigeriano accusato di aver stuprato un bambino di tre anni ha richiesto asilo per la terza volta, mentre la sinistra protesta contro la sua espulsione. È questa la “solidarietà” che vogliono imporci?
La minaccia culturale: l’islamizzazione dell’Italia
Non si tratta solo di criminalità. L’Italia è sotto attacco culturale. Un imam di Bologna ha dichiarato senza mezzi termini che “l’Islam arriverà in tutte le case” e ha chiesto di abolire il Natale, simbolo della nostra tradizione cristiana. Queste parole non sono un’opinione, ma una dichiarazione di intenti che trova eco in atti concreti. L’idea di un’“islamizzazione” non è più una teoria complottista, ma una realtà che si manifesta nelle strade delle nostre città.
Nel frattempo, il governo Meloni, che aveva promesso una linea dura sull’immigrazione, sembra incapace di agire. Perché non chiude i porti alle ONG, come fece Salvini? Nonostante una sentenza che lo consentirebbe, le navi delle organizzazioni non governative continuano a sbarcare, con due arrivi solo negli ultimi giorni e un’altra ONG attesa domenica. Meloni assegna porti, anche quando non obbligata, mentre barconi provenienti da Sicilia e Savona riversano migliaia di persone sulle nostre coste.
Il costo economico e sociale
L’immigrazione incontrollata non è solo una questione di sicurezza, ma anche economica. In un contesto di crisi energetica, accogliere migliaia di immigrati significa aggiungere pressione a un sistema già al collasso. Gli italiani, come la senzatetto denunciata per abusivismo dopo aver messo una roulotte in un campo rom, sono trattati come cittadini di serie B, mentre i migranti sembrano godere di tutele intoccabili.
La soluzione: fermare l’invasione
L’Italia deve riprendere il controllo dei propri confini, chiudere i porti alle ONG e rafforzare le espulsioni per chi commette reati. Non possiamo permettere che la nostra identità, la nostra sicurezza e il nostro futuro vengano sacrificati sull’altare del buonismo. È ora di ascoltare il grido degli italiani: vogliamo un Paese sicuro, dove i nostri figli possano crescere senza paura e dove la nostra cultura non sia minacciata da chi non ha intenzione di integrarsi.
In conclusione, le notizie di questi giorni non sono solo fatti di cronaca, ma segnali di un’emergenza nazionale. Il governo Meloni deve agire con decisione, o rischia di perdere la fiducia di chi l’ha votata per difendere l’Italia.
Non c’è più tempo per esitare: l’invasione va fermata, ora.
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