Stupratore alla vittima: “Era tanto che volevo violentare una bianca”

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By V giugno 27, 2025 22:27

Stupratore alla vittima: “Era tanto che volevo violentare una bianca”

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Amiens, Predatore Condannato: Donne Bianche Prede Sessuali degli Extracomunitari, Anche in Italia


Amiens, Predatore Condannato: Donne Bianche Prede Sessuali degli Extracomunitari, Anche in Italia

Un brivido di orrore scuote la Francia: il 27 giugno 2025, ad Amiens, un immigrato 40enne è stato condannato a 11 anni di carcere per aver aggredito quattro donne il 6 maggio 2025, armato di coltello e mosso da una perversione di stupro brutale: “È da tanto che volevo inculare una bianca”. Queste parole, pronunciate durante un attacco, rivelano una verità agghiacciante: per molti extracomunitari, le donne bianche sono prede sessuali, oggetti da conquistare con violenza. Questo predatore recidivo, libero nonostante i precedenti, è il simbolo di un sistema fallimentare. E l’Italia? Vive lo stesso incubo, con stupri di immigrati contro donne italiane che gridano un’emergenza ignorata.

Ad Amiens, donne bianche nel mirino

Il 6 maggio 2025, le strade di Amiens sono diventate un campo di caccia. L’immigrato, già noto per crimini sessuali, ha aggredito quattro donne con una ferocia inaudita: una è stata colpita con sei coltellate, alcune alla nuca; un’altra ha subito minacce di stupro accompagnate da insulti razzisti. Le sue parole, “È da tanto che volevo violentare una bianca”, non sono solo un’aberrazione individuale: esprimono una mentalità perversa che vede le donne bianche come trofei da sottomettere. Sotto sorveglianza giudiziaria, l’uomo era libero di agire, e il tribunale, pur condannandolo a 11 anni (contro i 13 richiesti), non ha placato l’indignazione. Come può un recidivo trasformarsi in un predatore seriale sotto gli occhi delle autorità? La risposta è un sistema che fallisce nel proteggere le donne.

In Italia, lo stesso orrore: donne italiane prede di extracomunitari

L’Italia è tormentata da un’ondata di violenza sessuale che rispecchia il dramma di Amiens, con donne italiane ridotte a prede da extracomunitari che agiscono con arroganza e impunità. A Catania, il 30 gennaio 2024, una 13enne italiana è stata stuprata in gruppo da sette immigrati egiziani nel parco Villa Bellini, mentre il suo ragazzo era costretto a guardare. I colpevoli, entrati come minori non accompagnati, hanno filmato l’orrore, trattando la vittima come un oggetto. A Torino, nell’agosto 2024, una 22enne è stata violentata da un 25enne senegalese in un parco pubblico, un altro caso di un immigrato che ha visto una donna bianca come bersaglio. A Milano, il 15 maggio 2025, una 30enne è stata aggredita e stuprata da un 28enne marocchino con precedenti, libero nonostante un ordine di espulsione. Questi non sono casi isolati: sono la prova di una mentalità predatoria che considera le donne italiane prede da sottomettere.

Come ad Amiens, la recidiva è un fattore comune. A Catania, uno dei responsabili aveva già precedenti per violenza; a Milano, l’aggressore era noto alle autorità. Eppure, questi criminali continuano a colpire, sfruttando un sistema giudiziario che troppo spesso li rimette in libertà o non li controlla. Le donne italiane, come quelle francesi, sono lasciate sole, esposte a una violenza che non è solo fisica, ma anche culturale: per molti extracomunitari, la donna bianca è un simbolo da profanare, un trofeo da esibire, come dimostrano i video degli stupri condivisi con vanto.

Un sistema che abbandona le donne

Ad Amiens, il colpevole era sotto sorveglianza, ma questo non ha fermato la sua furia. In Italia, casi come quello di Milano, dove un marocchino con ordine di espulsione ha stuprato una donna, mostrano la stessa incapacità di prevenire. Le autorità sembrano più preoccupate di non “stigmatizzare” gli immigrati che di proteggere le vittime. Le pene? Spesso irrisorie: a Catania, alcuni responsabili dello stupro di gruppo sono stati rilasciati su cauzione, mentre ad Amiens 11 anni per un multirecidivo sembrano uno schiaffo alle vittime. “Se non vi uccidiamo oggi, vi uccidiamo domani”, dissero gli aggressori di Piacenza in un altro caso, parole che riecheggiano la minaccia di Amiens. Le donne, italiane o francesi, sono abbandonate a un destino di paura, mentre i predatori agiscono con la certezza di farla franca.

Basta lassismo: proteggiamo le nostre donne

Il caso di Amiens e l’ondata di stupri in Italia lanciano un allarme inequivocabile: le donne bianche sono viste come prede sessuali da troppi extracomunitari, e le istituzioni non fanno abbastanza per fermarli. Non è una questione di razzismo, ma di realtà: serve tolleranza zero contro chi considera la violenza sessuale un diritto. Pene più severe, espulsioni immediate per i recidivi, e un sistema di sorveglianza che funzioni davvero sono urgenti. Le donne di Amiens, come quelle di Catania, Torino e Milano, meritano di vivere senza paura. È ora di dire basta a un sistema che protegge i criminali e abbandona le vittime. Riprendiamoci la sicurezza delle nostre donne!


Stupratore alla vittima: “Era tanto che volevo violentare una bianca” ultima modifica: 2025-06-27T22:27:28+00:00 da V
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