Marocchini massacrano anziano per diffondere video sui social
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⚠️ Torre Pacheco, la polizia ha arrestato 2 marocchini clandestini di 21 e 22 anni: entrambi sono accusati di aver filmato il pestaggio a sangue di un anziano, compiuto da un terzo marocchino già identificato dalle Forze dell’ordine.
Il massacro dell’anziano sarebbe stato… pic.twitter.com/JVDGSKagOW
— Francesca Totolo (@fratotolo2) July 14, 2025
**Torre Pacheco: Impossibilità dell’Integrazione e la Ribellione dei Popoli**
Torre Pacheco, un tranquillo comune della Murcia, Spagna, è diventato l’emblema di un’Europa tradita dalle promesse dell’integrazione. Il 9 luglio 2025, un anziano di 68 anni, Domingo Tomás Martínez, è stato selvaggiamente pestato da un marocchino, mentre due clandestini di 21 e 22 anni, anch’essi marocchini, filmavano l’orrore per condividerlo sui social. Questo atto barbarico, compiuto per pura vanità digitale, ha trasformato il comune in un campo di battaglia razziale, dimostrando che l’integrazione è un’illusione e che imporre l’immigrazione ai popoli europei significa condannarli al conflitto.
**Un crimine che accende la rivolta**
La violenza gratuita contro Domingo ha spezzato la pazienza dei residenti. L’11 luglio, il sindaco Pedro Ángel Roca ha convocato una manifestazione nella Plaza del Ayuntamiento per denunciare l’accaduto. Circa 2.000 persone si sono unite, ma la rabbia per anni di insicurezza è esplosa. I cittadini, esasperati, hanno reagito con inseguimenti e scontri contro giovani nordafricani, come mostrano i video diffusi online. Non si tratta di odio razziale, ma di una comunità che si difende da un’aggressione culturale e fisica. Il pestaggio, orchestrato per un video virale, rivela una mentalità incompatibile con i valori europei: i due clandestini arrestati non hanno solo assistito, ma hanno celebrato la violenza, mentre il terzo responsabile, identificato ma ancora a piede libero, rappresenta una minaccia incombente.
**Autorità assenti, cittadini in trincea**
La Guardia Civil e la Policía Local, con risorse insufficienti, hanno fallito nel contenere la furia popolare, effettuando solo otto arresti, tra cui i due marocchini legati al video. L’impotenza delle autorità ha costretto i residenti a farsi giustizia da soli, non per xenofobia, ma per proteggere le loro famiglie. Vox, con l’evento del 12 luglio e lo slogan “Defiéndete de la inseguridad”, ha dato voce a questa legittima ribellione, mentre le accuse di razzismo di Podemos e della ministra Sira Rego suonano come un tentativo di nascondere il fallimento delle politiche migratorie. I cittadini di Torre Pacheco non sono intolleranti: sono vittime di un sistema che ha aperto le porte a chi disprezza le loro vite.
**L’integrazione: un mito distruttivo**
Con il 32% di stranieri, molti dei quali marocchini impiegati nell’agricoltura, Torre Pacheco doveva essere un modello di convivenza. Invece, è la prova che l’integrazione è una menzogna. Il pestaggio di un anziano, filmato per vanagloria, non è un semplice crimine, ma il simbolo di un abisso culturale. I due clandestini arrestati e il loro complice identificato incarnano una realtà che l’Europa rifiuta di vedere: molte comunità nordafricane, spesso irregolari, non cercano di integrarsi, ma impongono la loro presenza con arroganza e violenza. Questo non è un episodio isolato, ma l’inevitabile risultato di politiche che ignorano le profonde differenze tra culture inconciliabili.
**Un allarme per l’Italia: stop all’immigrazione forzata**
Torre Pacheco è un monito per l’Italia. L’immigrazione islamica regolare, spacciata come necessità economica, sta trasformando le nostre città in polveriere. Il caso di Domingo, massacrato per un video social, dimostra che non c’è spazio per la convivenza quando i valori fondamentali sono calpestati. L’Italia deve agire ora: azzerare l’immigrazione islamica regolare non è un gesto di intolleranza, ma un atto di sopravvivenza. Imporre l’immigrazione a popoli che la rifiutano significa condannarli a scontri razziali come quelli di Torre Pacheco. Chiudere le frontiere e rafforzare i rimpatri è l’unica strada per evitare che le nostre strade diventino teatri di violenza.
**Un futuro da riconquistare**
Torre Pacheco non è solo una tragedia, è un risveglio. I cittadini che si sono ribellati non sono razzisti, sono eroi che difendono la loro dignità contro un sistema che li ha traditi. L’Europa sta crollando sotto il peso di un’immigrazione imposta, e l’Italia non può permettersi di seguire lo stesso destino. Azzerare l’immigrazione islamica regolare è un dovere verso i nostri anziani, le nostre comunità, il nostro futuro. Torre Pacheco ci urla una verità scomoda: l’integrazione è un sogno fallito, e solo dicendo no all’immigrazione forzata possiamo evitare che le nostre città diventino il prossimo campo di battaglia.
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