Ravenna: ragazzino accoltellato perché difendeva sorellina dal tunisino
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Esigono il diritto di preda. Le prede sono i vostri figli. Vi rendete conto che l’immigrazione regolare di massa, quella dei ricongiungimenti familiari e dei decreti flussi, portata avanti anche dalla cheerleader della Nato, sta riducendo i vostri figli a minoranza perseguitata e oppressa?
**Ravenna Sotto Shock: Emergono i Motivi dell’Accoltellamento, Tunisino Voleva Prendersi la Sorella della Vittima**
Lorenzo, è stato accoltellato alla schiena nella notte scorsa da un coetaneo tunisino, e ora emergono i motivi agghiaccianti dietro questa violenza. Non si è trattato di un’aggressione casuale, ma di una lite scatenata da apprezzamenti volgari e ossessivi rivolti alla sorella della vittima, che il giovane aggressore avrebbe cercato di “prendersi” con la forza. Un episodio che trasforma un diverbio in un incubo familiare, lasciando la comunità attonita e furiosa.
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La dinamica è chiara: la notte scorsa, Lorenzo si è trovato a difendere la sorella dagli insulti e dalle avances del tunisino, un minorenne affidato a una comunità, ma la situazione è degenerata quando l’aggressore ha estratto un coltello, colpendolo alle spalle. Il ragazzo, ora in ospedale con ferite che fortunatamente non mettono in pericolo la vita, porta i segni di un attacco premeditato e brutale. L’aggressore è stato fermato con l’accusa di lesioni aggravate, e durante la perquisizione gli sono stati trovati addosso circa 10 grammi di hashish, un dettaglio che rafforza il profilo di un individuo fuori controllo.
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Ma ciò che indigna è il contesto: questo non è un episodio isolato. Ravenna è teatro di una spirale di violenza giovanile, con un secondo caso in pochi giorni che mette in luce l’incapacità delle istituzioni di gestire questi “minori” affidati a comunità, spesso poco più che rifugi per delinquenti. Il tunisino, invece di essere fermato e rimpatriato, rimane sotto la tutela dello Stato, un paradosso che grida vendetta. La famiglia di Lorenzo, straziata dall’accaduto, chiede giustizia, mentre la città si interroga su come fermare questa escalation di crimini.
È ora che le autorità agiscano con fermezza: abbastanza con la tolleranza verso chi trasforma le nostre strade in campi di battaglia. Questo aggressore non merita un’altra chance; merita di essere allontanato dall’Italia per sempre. Ravenna non può più essere ostaggio di simili barbarie.
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