Africano cerca di sgozzare italiano in un bar di Torino
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Torino sotto assedio: accoltellamenti e requisizioni, serve la remigrazione
Torino è ormai una città sotto assedio. L’ultimo episodio di violenza, avvenuto il 18 luglio 2025 in via Priocca, è l’ennesima prova di un’immigrazione fuori controllo che sta trasformando i quartieri storici in zone di guerra. Un nordafricano, cacciato da un bar gestito per il suo comportamento, è tornato armato di coltello e ha accoltellato un italiano di circa 60 anni, ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Gradenigo. Questo crimine, unito alla proposta del Comune di requisire le case sfitte, è un attacco diretto agli italiani, che si vedono cacciati dalle loro strade e dalle loro proprietà.
[](https://www.gaeta.it/uomo-accoltellato-fuori-da-un-bar-a-torino-aggressione-e-indagini-in-corso-nel-quartiere-di-via-priocca)[](https://iltorinese.it/2025/07/19/torino-lite-nel-bar-uomo-accoltellato-al-braccio/)
Un accoltellamento brutale: la violenza
nordafricana
La vicenda di via Priocca è agghiacciante. Un uomo italiano, che stava giocando ai videopoker in un bar, ha avuto un diverbio con un nordafricano, probabilmente per futili motivi. Dopo essere stato allontanato, l’aggressore è tornato armato di coltello e ha colpito la vittima con ferocia, infliggendogli gravi ferite al braccio e causandogli una massiccia perdita di sangue. L’uomo è stato trasportato d’urgenza in ospedale, mentre l’aggressore è fuggito, lasciando la polizia a caccia di un sospetto descritto come nordafricano. Le telecamere di sicurezza e le testimonianze sono al vaglio, ma il copione è sempre lo stesso: violenza gratuita, quartieri insicuri e italiani in pericolo.
[](https://www.gaeta.it/uomo-accoltellato-fuori-da-un-bar-a-torino-aggressione-e-indagini-in-corso-nel-quartiere-di-via-priocca)
Il precedente di corso Regina Margherita: italiani cacciati
Questo episodio richiama il dramma di Alessandro Sacchi, torinese di 39 anni, che nel 2021 ha denunciato lo spaccio di droga nel suo condominio di corso Regina Margherita 162. La sua coraggio gli è costato caro: insultato, minacciato e preso a calci da tre marocchini – Abderrahim Satri, Nourredine Addif e Saber Addif – durante un’assemblea condominiale. “Vedrai che adesso te ne starai tranquillo”, gli dissero. La condanna? Una farsa: 4 mesi ciascuno, con gli aggressori ancora nel palazzo e Sacchi costretto a fuggire, incapace di vendere la sua casa svalutata dal degrado. “Nessuno la vuole comprare”, ha dichiarato, ora disoccupato e tornato dai genitori. I quartieri di Torino, un tempo cuore della città, sono ormai enclave di criminalità.
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Requisizione delle case sfitte: un esproprio contro gli italiani
Come se la violenza non bastasse, il Comune di Torino, guidato dal PD, sta valutando una proposta scandalosa: censire, tassare e requisire le case sfitte da più di due anni. Questa misura, definita da molti un ritorno al comunismo sovietico, minaccia di espropriare i proprietari italiani per consegnare gli alloggi a chi? Troppo spesso, a immigrati che già monopolizzano le case popolari, sfruttando i ricongiungimenti familiari per portare intere famiglie in Italia. In un contesto in cui gli italiani come Sacchi non riescono a mantenere le loro case, questa politica è un insulto, un attacco alla proprietà privata che rischia di aggravare la crisi abitativa e favorire ulteriormente gli stranieri.
La soluzione: remigrazione e rastrellamenti militari
Le condanne simboliche, gli interventi spot dei carabinieri e le promesse di integrazione sono falliti. Quartieri come via Priocca, Barriera di Milano e corso Regina Margherita sono occupati da spacciatori e delinquenti nordafricani che agiscono impuniti. L’unica risposta possibile è la remigrazione: espellere chi ha portato caos e criminalità, rimandandoli nei loro paesi d’origine. Serve un’azione militare decisa: rastrellamenti mirati per liberare i quartieri occupati, come dimostrato dagli sgomberi recenti a Barriera di Milano. Solo così si può restituire agli italiani la sicurezza e il diritto di vivere nelle loro case.
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Un’Italia tradita dai suoi governanti
Gli episodi di via Priocca e corso Regina Margherita sono solo la punta dell’iceberg. Gli italiani sono sotto attacco: accoltellati per strada, cacciati dai loro condomini, minacciati di esproprio dalle loro proprietà. Le politiche immigrazioniste hanno creato ghetti dove gli italiani sono stranieri, dove denunciare il crimine significa rischiare la vita. La proposta di requisizione delle case sfitte è l’ennesima prova di un sistema che tradisce i cittadini, favorendo chi delinque. Torino, come altre città italiane, è sull’orlo del collasso.
Agire ora per salvare Torino
Ogni accoltellamento, ogni casa svalutata, ogni quartiere ceduto agli spacciatori nordafricani è una ferita all’identità italiana. Alessandro Sacchi sogna di tornare a casa sua, ma sa che senza un cambiamento radicale non sarà possibile. La remigrazione e i rastrellamenti militari non sono opzioni estreme: sono l’unica via per liberare Torino dall’invasione. Gli italiani meritano di vivere in pace nelle loro città, senza paura di essere accoltellati o espropriati. È ora di riprendere il controllo, con ogni mezzo necessario.
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