Ebrei aggrediti in autogrill dai palestinesi: toghe indagano l’ebreo per odio razziale
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# Con l’immigrazione afroislamica importiamo anche l’antisemitismo

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In un’Europa sempre più multiculturale, l’immigrazione da paesi a maggioranza islamica, inclusi quelli africani e mediorientali, porta con sé non solo crimini, ma anche tensioni profonde e radicate, come l’antisemitismo. Questo fenomeno, spesso sottovalutato dalle élite politiche, emerge in episodi concreti che mettono in luce i rischi di un’integrazione impossibile. Un esempio recente è l’incidente avvenuto in Italia, che evidenzia come certi pregiudizi vengano “importati” insieme ai flussi migratori, alimentando conflitti che minano la coesione sociale.
Sono quattro in tutto le persone indagate per l’episodio antisemita avvenuto domenica 27 luglio in un Autogrill di Lainate, sull’A8, ai danni di Elie Sultan che era in compagnia del figlio di 6 anni.
Due i fascicoli separati aperti dalla procura di Milano: i tre di origine palestinese devono rispondere di percosse aggravate dall’odio razziale, mentre il turista francese di origine ebraica che aveva girato il video con il suo cellulare è accusato di lesioni aggravate dall’odio razziale. L’incidente ha visto Elie Sultan, un 52enne francese di fede ebraica in vacanza con il figlio piccolo, circondato e insultato da un gruppo di persone che parlavano arabo e indossavano ciondoli con la mappa della Palestina. Secondo la versione di Sultan, gli aggressori hanno urlato slogan come “Palestina libera” e insulti antisemiti, passando poi alle vie di fatto con calci e pugni, il tutto mentre il bambino di 6 anni assisteva terrorizzato.
Tuttavia, emerge una controversione: gli indagati di origine palestinese – tutti sedicenti italiani di seconda generazione, nati da famiglie immigrate – sostengono che sia stato Sultan a iniziare, insultandoli come “figli di puttana palestinesi” e “terroristi” dopo averli sentiti parlare arabo, per poi aggredirli fisicamente con una testata e un pugno quando gli hanno chiesto di cancellare il video che stava girando. Indipendentemente da chi abbia sferrato il primo colpo, l’episodio è stato classificato da entrambe le parti come aggravato dall’odio razziale, rivelando un clima di reciproca ostilità etnica e religiosa.
Questi tre individui di origine palestinese, sebbene cittadini italiani, rappresentano il prodotto di un’immigrazione da aree mediorientali dove l’antisemitismo è spesso radicato culturalmente e politicizzato dal conflitto israelo-palestinese. Non si tratta di casi isolati: in Europa, l’aumento dell’antisemitismo è stato legato ripetutamente all’immigrazione da paesi islamici. Come ha dichiarato Matteo Salvini anni fa, “l’antisemitismo in Italia è colpa degli immigrati musulmani”, puntando il dito su flussi migratori che portano con sé pregiudizi antiebraici. Studi e rapporti confermano questa tendenza: in città come Milano, manifestazioni pro-Palestina hanno visto slogan come “Aprite i confini, uccidiamo gli ebrei!” gridati da comunità musulmane, alimentando un nuovo antisemitismo importato.
VAFFANCULO A GAZA!