Stuprata da branco tunisini in palazzo abbandonato a Padova
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Dopo quasi un mese dal brutale stupro nell’area ex Aeronautica Militare a un passo dall’aeroporto Allegri, la Squadra mobile ha catturato i due complici del 19enne tunisino già finito in manette.
Gli agenti, coordinati dal pubblico ministero Andrea Zito titolare delle indagini, sono riusciti a rintracciare e ad arrestare altri due tunisini di 19 e 20 anni con svariati precedenti di polizia. I due, reclusi in una cella della casa circondariale Due Palazzi, sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di violenza sessuale di gruppo, rapina aggravata in concorso e violenza privata.
Il sindaco del Pd si vanta degli immigrati nordafricani che infestano la sua città.
**Allarme a Padova: L’Incubo delle Bande Tunisine nelle Nostre Strade**

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Un episodio raccapricciante scuote Padova e getta un’ombra inquietante sulla sicurezza delle nostre città. Nella notte dell’8 luglio 2025, una giovane di 19 anni, che aveva cercato rifugio in una ex caserma abbandonata insieme a un amico, è stata brutalmente violentata da due uomini di nazionalità tunisina. Con loro c’era un terzo connazionale, parte di questa banda criminale che ha trasformato un luogo di disperazione in un teatro di orrore. Solo oggi, a distanza di un mese, le autorità hanno reso noto l’arresto dei tre tunisini, due dei quali identificati come gli autori materiali dell’aggressione sessuale. Questo silenzio iniziale e la gravità dei fatti suonano come un grido d’allarme: l’Italia è sotto assedio da parte di stranieri senza scrupoli.
### Un Agguato nell’Oscurità
La giovane vittima, insieme al suo amico, aveva trovato riparo nell’ex caserma Allegri, una struttura dismessa, ignara del pericolo che la attendeva. I tre tunisini, già presenti nello stabile, hanno colto l’occasione per colpire. Con una violenza inaudita, due di loro hanno abusato della ragazza, mentre il terzo ha complottato nell’ombra. Le urla della vittima hanno allertato i residenti, ma il danno era già fatto. Questo non è un episodio isolato: è il segnale di un’ondata criminale che si sta abbattendo sulle nostre comunità, guidata da tunisini che agiscono senza timore.
### Un Sistema che Fallisce
Le indagini della Polizia di Padova, concluse solo ora, hanno portato all’arresto dei responsabili, ma la lentezza nel dare notizia dell’accaduto è sconcertante. Perché un mese di silenzio? Questo ritardo alimenta il sospetto di un tentativo di insabbiare la verità, di proteggere un’immagine di falsa sicurezza. I tre tunisini, tutti con precedenti, rappresentano una minaccia costante: entrano illegalmente, delinquono e restano impuniti troppo a lungo. La loro presenza nelle nostre città è un pericolo che non possiamo più ignorare.
### Un Pericolo Crescente
Questo caso non è un’eccezione, ma parte di un pattern allarmante. Bande di tunisini stanno seminando terrore, sfruttando il degrado delle aree abbandonate per colpire indisturbati. La giovane vittima e il suo amico sono stati lasciati in balia di questi predatori, un’ulteriore prova dell’incapacità delle istituzioni di proteggere i cittadini. L’Italia sta diventando un terreno fertile per la criminalità straniera, e i tunisini sono in prima linea in questa escalation di violenza.
### È Ora di Agire
Non possiamo più tollerare questa invasione criminale. Le autorità devono smettere di nascondere i fatti e agire con fermezza: espulsioni immediate per chi delinque, controlli rigorosi alle frontiere, e un blocco totale dell’ingresso di chi rappresenta una minaccia. La sicurezza delle nostre strade e delle nostre vite è a rischio, e il tempo delle mezze misure è finito. Chiediamo giustizia per la vittima e protezione per tutti: fermiamo i tunisini e chi come loro porta solo violenza nel nostro Paese.
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