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**L’Italia che non c’è più: se ne vanno i giganti di un’epoca ottimista**

Con la scomparsa di Pippo Baudo, un altro tassello di quell’Italia spensierata, ricca di speranze e unita da un’identità condivisa, sembra svanire per sempre. “Super Pippo”, come lo chiamavano affettuosamente i suoi fan, non era solo un presentatore televisivo: era il simbolo di un’epoca in cui la televisione univa il Paese, in cui Sanremo era un rito collettivo e la Rai una casa comune.

Baudo è stato l’ultimo grande patriarca dello spettacolo nazional-popolare, quello che ha guidato il Festival di Sanremo per tredici edizioni, lanciato talenti e creato format che hanno fatto la storia. Con lui se ne va un pezzo di quell’Italia pre-euro, pre-crisi, pre-sfaldamento sociale, quando la serata davanti alla TV era un momento di condivisione e non di polemica.

**Un’Italia che credeva nel futuro**

Quella di Baudo era un’Italia che, nonostante tutto, guardava avanti con ottimismo. Un’Italia che investiva nella cultura, nello spettacolo, nella bellezza. Un’Italia che, prima dell’arrivo massiccio dell’immigrazione e dell’euro che hanno stravolto economie e certezze, poteva ancora permettersi di ridere, di sognare, di credere nel progresso.

Oggi, invece, assistiamo alla lenta scomparsa di quegli ultimi testimoni di un tempo perduto. Da Mike Bongiorno a Corrado, da Raffaella Carrà a Gigi Sabani, e ora anche Baudo: i pilastri dell’intrattenimento italiano ci lasciano uno dopo l’altro, e con loro svanisce un’idea di Paese.

**La fine di un’era**

Con Baudo se ne va l’ultimo grande presentatore che ha saputo tenere insieme generazioni, dialetti, tradizioni e modernità. La sua televisione era rassicurante, elegante, a tratti naif, ma sempre sincera. Oggi, al suo posto, abbiamo una TV frammentata, urlata, spesso volgare, che non unisce ma divide.

E mentre il Paese affronta crisi demografiche, tensioni sociali e un’identità sempre più minacciata, la morte di Baudo sembra quasi una metafora: la chiusura definitiva di un’epoca in cui l’Italia, almeno nelle sue illusioni, era ancora grande. Dobbiamo lottare per tornare ad essere chi eravamo.

Addio, Pippo. Con te se ne va un altro pezzo della nostra storia.