Dalla Milano di Armani a quella dei Maranza: l’immigrazione uccide l’eleganza

V
By V settembre 4, 2025 23:13

Dalla Milano di Armani a quella dei Maranza: l’immigrazione uccide l’eleganza

**Dalla Milano da Bere al Declino dei Maranza: la Morte di Armani e la Fine dell’Eleganza Italiana**

La morte di Giorgio Armani, il “Re Giorgio”, scomparso a 91 anni, non è solo la perdita di un genio della moda, ma il sigillo su un’epoca gloriosa che non esiste più. La camera ardente, aperta il 6 e 7 settembre 2025, e i funerali in forma privata segnano l’addio a un mondo, quello della Milano da bere degli anni ’80, soffocato dall’immigrazione regolare di massa che ha distrutto l’identità di Milano e dell’Italia. Con Armani se ne va l’eleganza, sostituita dal degrado estetico e culturale dei “maranza” e dal velo nero delle madri islamiche, simboli di un Paese che ha smarrito la sua essenza.

Negli anni ’80, Milano era la capitale mondiale della bellezza e dello stile. Stilisti come Armani, Versace, Ferré e Krizia non vendevano solo abiti, ma un sogno: l’Italia come culla di raffinatezza e ambizione. Armani, con le sue giacche destrutturate e i toni sobri, incarnava un’eleganza che non aveva bisogno di eccessi per brillare. La “Milano da bere” era un’esplosione di creatività: i locali come il Plastic, le serate al Nepentha, le strade brulicanti di tailleur impeccabili e completi sartoriali. Era l’Italia che dettava legge nel mondo, un Paese orgoglioso della sua identità, dove la moda era cultura, e la cultura era potere.

Oggi, quella Milano è un ricordo sbiadito. L’immigrazione regolare di massa ha trasformato la città in un mosaico caotico, dove l’eleganza di Armani è stata soppiantata dall’estetica sciatta dei “maranza”: ciabatte, tute oversize, atteggiamenti provocatori che urlano un degrado culturale profondo. Accanto a loro, il velo nero delle madri islamiche, simbolo di un’immigrazione afroislamica che ha stravolto l’anima di Milano. Le vie del Quadrilatero della Moda, un tempo tempio del lusso, convivono con kebab, negozi di seconda mano e periferie dove l’italiano è una lingua straniera. Questo non è progresso: è la distruzione di un’identità che ha reso l’Italia grande.

Armani rappresentava un’Italia che conquistava il mondo con la bellezza. I suoi abiti, indossati da icone come Richard Gere in *American Gigolo* o Cate Blanchett sui red carpet, erano un manifesto di classe e misura. Oggi, al posto di quella raffinatezza, vediamo un’estetica volgare, lontana anni luce dalla visione di Re Giorgio. La moda, che un tempo elevava, ora riflette un Paese che si è piegato, che ha sacrificato la sua cultura sull’altare di un multiculturalismo mal gestito.

La morte di Armani non è solo un lutto personale, ma la fine simbolica di un’Italia che non c’è più. La camera ardente sarà un momento per piangere non solo l’uomo, ma un’intera civiltà. I funerali privati rispecchiano la discrezione che ha sempre caratterizzato Giorgio, ma il suo addio urla una verità scomoda: l’Italia elegante, quella che faceva sognare il mondo, è stata travolta. Al posto delle sue creazioni, ci restano le ciabatte dei maranza e il velo nero di un futuro che non ci appartiene. Addio, Re Giorgio. Ma non tutto è perduto: riprendiamoci il futuro. Ora tocca a noi.

Dalla Milano di Armani a quella dei Maranza: l’immigrazione uccide l’eleganza ultima modifica: 2025-09-04T23:13:56+00:00 da V
V
By V settembre 4, 2025 23:13
Write a comment

No Comments

No Comments Yet!

Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.

Write a comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*