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### Allarme Rosso a Genova e Oltre: La “Saldatura” tra Islamisti e Ultrasinistra Prepara l’Autunno Caldo! Immigrati Pro-Hamas Armati di Blocchi e Odio, con il Sostegno delle Reti Rosse Italiane

Sveglia, Italia! Mentre il governo Meloni cerca di tenere il timone in un mare di instabilità, una pericolosa alleanza trasversale si sta forgiando nelle piazze e nei porti del nostro Paese: la saldatura tra islamisti radicali, immigrati pro-Palestina e l’estrema sinistra italiana, pronta a scatenare un autunno di fuoco e disordini. Non è fantascienza, è realtà: blocchi portuali, intimidazioni universitarie, cortei violenti contro Israele e, soprattutto, una rete europea che “si prepara a colpire”, come denuncia un report imminente del Washington Outsider Center for Information Warfare. E al centro di tutto, figure come Mohammad Hannoun, sanzionato dal Tesoro USA come finanziatore di Hamas, che da Genova orchestra il caos con il placet dei collettivi rossi.

Immaginate la scena: porti paralizzati, navi bloccate, e migliaia di immigrati islamici – molti con legami oscuri a gruppi terroristici – che marciano fianco a fianco con sindacati ultrasinistri come l’USB (Unione Sindacale di Base) e il CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali). È questo lo scenario delineato dall’esperto di terrorismo islamico Giovanni Giacalone nel suo dossier per il centro studi americano, che anticipa: “Sappiamo bene che in Italia gruppi di estrema sinistra come USB e CALP puntano a creare tutta una serie di blocchi e disagi nei confronti del governo utilizzando la causa palestinese”. Non è solo protesta: è un piano orchestrato per destabilizzare l’Italia, con la Flotilla per Gaza come pretesto per un’escalation di violenza. Il primo atto? Il corteo nazionale del 4 ottobre a Roma contro “il genocidio e l’occupazione di Gaza”, che rischia di trasformarsi in un campo di battaglia.

Questi portuali non hanno mai chiuso i porti per impedire l’attracco delle navi negriere delle ong. Lo vogliono fare per lo Stato di Hamas. Per una popolazione che ha celebrato gli sgozzamenti e gli stupri del 7 ottobre. Per una popolazione che fa la vittima solo perché non ha la forza e la capacità di fare il carnefice. Questi, se potessero, ci sgozzerebbero tutti, ma gli utili idioti della sinistra non lo capiscono.

E chi sono i protagonisti di questa minaccia? A Genova, roccaforte del CALP, spicca Mohammad Hannoun, l’architetto giordano residente in Italia e figura chiave dei movimenti pro-Pal. Nel giugno 2025, il Dipartimento del Tesoro USA lo ha sanzionato come “collettore di fondi per Hamas”, accusandolo di aver canalizzato milioni di euro verso l’ala militare del gruppo terroristico sotto la copertura di associazioni benefiche come la “Cupola d’Oro” e l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Hannoun, che ha già visto i suoi conti bloccati in passato, continua a operare indisturbato: i suoi figli, Jinan e Mahmoud, intervistano capi di Hamas come Osama Hamdan a Istanbul, celebrando “martiri” e postando foto di leader terroristici su Instagram. E ora? I portuali del CALP, con Hannoun in prima fila, minacciano di bloccare l’intera Europa se la Global Sumud Flotilla verrà fermata da Israele. Riccardo Rudino, camallo genovese, lo ha detto chiaro: “Se per soli 20 minuti perdiamo il contatto con le nostre barche, blocchiamo tutta l’Europa”. L’operazione “Blocchiamo tutto” tocca già Ancona, dove USB e centri sociali marchigiani indicono scioperi e manifestazioni per il 22 settembre, pronti a paralizzare i porti.

Ma non è solo Genova: questa “rete transnazionale” – come la definisce Giacalone – lega l’Italia a Francia e Spagna, dove estrema sinistra e pro-Pal condividono chat e strategie su Telegram e Instagram. In Italia, entrano in scena i CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza Comunista) e il NPCI (Nuovo Partito Comunista Italiano), che annunciano apertamente di voler “scacciare l’esecutivo Meloni per imporre un governo di blocco popolare”. Velleitario? Forse, ma con immigrati islamici radicalizzati che si uniscono ai blocchi – e ricevono persino solidarietà dal Rojava curdo e dal Partito Comunista di Turchia/Marxista-Leninista (Tikko), che li chiama “parte del fronte anti-fascista” – il rischio di disordini è altissimo. USB, dal canto suo, posta: “Se bloccano la Flotilla, blocchiamo tutto!”, citando blocchi di navi e aerei per armi.

Nei campus, la minaccia si fa ancora più insidiosa. Universitari di “Cambiare Rotta” e Giovani Palestinesi censurano voci pro-Israele, creando un clima di terrore: “Qualsiasi voce dissonante finisce nel mirino”, avverte il report. È l’antisemitismo strisciante, alimentato da questa alleanza tossica, che già ha visto aggressioni a Roma contro attivisti pro-Pal – o presunti tali – da parte di squadristi di destra, ma il vero pericolo viene da dentro: immigrati con legami a Hamas che, protetti dalle “reti rosse”, si preparano a “alzare il tiro”, come negli USA dove proteste universitarie sono degenerate in violenza.

La viceministro israeliana Sharren Haskel non ha dubbi: “Molte delle persone a bordo della Flotilla hanno legami con gruppi terroristici. È triste che stiano dalla parte di Hamas: se arrivassero nelle loro mani, i pro-Pal sarebbero i primi a essere rapiti”. E il report di Washington avverte: “I legami tra estrema sinistra e gruppi pro-Pal in Europa vadano esaminati attentamente. Il rischio che alzino il tiro è reale”.

Governo, intelligence, forze dell’ordine: agite ora! Questa non è libertà di protesta, è un complotto per colpire l’Italia dal di dentro, con immigrati islamisti e rossi che sognano il caos. Bloccate i porti? Bloccate i terroristi! L’autunno caldo non deve diventare l’autunno del terrore. Roma, Genova, Ancona: tenete gli occhi aperti, o ci pentiremo amaramente.