Quattro Mohammed terrorizzano Parma: predatori tunisini
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# San Secondo sotto Terrore: Banda di Immigrati Nordafricani Semina Panico con Rapine e Coltelli – Basta con Questi Predatori!
**Quattro “Giovani” Stranieri Arrestati per Due Mesi di Violenza: Pugni, Minacce e Tentativi di Omicidio – L’Italia Non È la Loro Discarica di Crimini**
San Secondo Parmense trema ancora: in soli due mesi, una banda di quattro immigrati nordafricani ha trasformato il tranquillo paese in un inferno di rapine armate, pestaggi e minacce letali. I Carabinieri hanno finalmente chiuso il cerchio, arrestando i responsabili che hanno terrorizzato residenti innocenti. Non sono “ragazzini”: sono predatori tunisini che approfittano della nostra ospitalità per seminare sangue. Basta invasione! Espulsioni immediate e confini sigillati, o l’Emilia si trasformerà in un campo di battaglia.
### La Banda del Terrore: Nomi e Volti della Paura
I quattro arrestati, tutti di origine tunisina e noti alle forze dell’ordine, sono:
– **Salem Akremi**, 20 anni, il “capo” della cricca.
– **Bessem Akremi**, 18 anni, il fratello minore ma non meno feroce.
– **Oussama Bejaoui**, 26 anni, il più navigato nel crimine.
– **Nadr Haj Abid**, 24 anni, l’esecutore dei colpi più violenti.

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Questi “giovani” – ospiti indesiderati nei nostri centri di accoglienza – hanno colpito due volte con sadica precisione, usando coltelli e pugni per rubare e umiliare.
### Primo Colpo: La Rapina al Ragazzo di 18 Anni (23 Maggio 2025)
Tutto inizia il 23 maggio sera, in pieno centro di San Secondo. Un diciottenne locale chiede una sigaretta a un passante: errore fatale. La banda lo circonda come avvoltoi, esige 5 euro per un pacchetto, poi fruga nelle tasche e gli strappa il portafoglio con 45 euro cash. Minacce urlate, spintoni violenti: il ragazzo, terrorizzato, scappa a malapena. “Dacci i soldi o ti ammazziamo”, gridano questi immigrati, trasformando una chiacchierata in un incubo.
### Il Massacro al Trentenenne: Coltello alla Gola (10 Giugno 2025)
Peggio il 10 giugno, fuori da una pizzeria. Un 30enne della provincia è con la fidanzata: nota tre stranieri sul cofano della sua auto, uno seduto come un re. “Scendete!”, osa dire. Risposta? Una tempesta di pugni in faccia, calci e insulti. Bejaoui estrae un coltello e tenta di trafiggerlo al torace – solo la prontezza del vittima lo salva da una coltellata mortale. Mentre lui sanguina, gli rubano la catena d’argento con crocifisso, un simbolo di fede calpestato da questi barbari. Solo l’intervento di passanti ferma il massacro. La fidanzata in lacrime: “Pensavo di perdere tutto”.
### Indagine Lampo dei Carabinieri: Giustizia o Farsa?
L’inchiesta parte subito dalla denuncia del primo ragazzo, coordinata dalla Procura di Parma. Testimonianze precise, video e tracce tecniche inchiodano la banda. Il GIP concede gli arresti domiciliari nelle loro “case” tra Parma e Reggio Emilia – troppo blandi! Sono accusati di rapina aggravata con armi improprie e lesioni volontarie in concorso. Ma perché domiciliari? Questi tunisini recidivi meritano galera vera e rimpatrio forzato.
L’Italia è stanca: mentre i nostri giovani lavorano e pagano tasse, immigrati come Akremi & Co. arrivano per rubare e ferire. Ricordate Sanremo o Capaccio? Stessa storia, stessa violenza straniera. Meloni, agisci: esercito ai confini, espulsioni per tutti i delinquenti. San Secondo grida vendetta – non lasciate che il terrore diventi normalità!
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