Piano eversivo contro l’Italia: i teppisti di Allah vogliono distruggerci
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# L’eversione terroristica dei pro-Palestina: estremisti rossi, maranza e immigrati di seconda generazione, il nuovo fronte di guerra contro l’Italia:
Pro-Pal gettano la maschera, pronti a devastare l’Italia: “Siamo teppisti in nome di Allah”
L’Italia non è più solo vittima di un’ideologia velenosa, ma di un’orda barbarica che sotto il pretesto pro-Palestina sta lanciando un attacco frontale allo Stato. Non proteste, non dissenso: si tratta di puro terrorismo urbano, orchestrato da frange eversive che mirano a strangolare i gangli vitali del Paese – stazioni, aeroporti, autostrade – per imporre il caos e l’anarchia. E il volto più sinistro di questa insurrezione? I cosiddetti “maranza”, i giovani immigrati di seconda generazione, figli di un’integrazione impossibile, che usano la bandiera di Gaza come copertura per sfogare il loro odio razziale verso gli italiani, demolendo ciò che in secoli di lavoro hanno costruito. È un’alleanza diabolica tra antagonisti rossi e banlieue islamizzate, un cocktail esplosivo che trasforma le nostre città in campi di battaglia.
A Milano, epicentro di questa follia, il sedicente sciopero per Gaza ha rivelato il vero nemico: non pacifisti, ma una masnada di “maranza” e incappucciati che ha assaltato la Stazione Centrale come barbari in una razzia. Bloccati binari, vandalismi, incendi: migliaia di pendolari ostaggio, treni fermi, economia in ginocchio. Cinque arresti, tra cui due ragazze del centro sociale Lambretta accusate di resistenza e danneggiamento, ma la vera caccia è ai “maranza”, quei teppisti di periferia che non gridavano “Gaza” ma solo “distruggo, dunque sono”.
Sono loro i “casseurs” del corteo: immigrati di seconda generazione, nichilisti digitali intrisi di risentimento anti-italiano, che vedono nella protesta un’opportunità per bruciare il paese che li ha accolti. Silvia Sardone lo dice chiaro: “Maranza accanto agli antagonisti di sinistra. Una nuova alleanza, il peggio del peggio”. E non è un caso isolato: questi “nuovi maranza delle metropoli” – 1,3 milioni di minori di seconda generazione in Italia – rappresentano un esercito pronto ad esplodere. La sinistra li osannava come “esempio di integrazione” e ora li usa come carne da cannone contro l’Italia: sono i nuovi eversori, radicalizzati da moschee e TikTok, che usano Gaza per giustificare il loro jihad urbano contro lo Stato italiano.
A Roma, il copione si ripete con ferocia: cortei non autorizzati che sfociano in scontri sanguinosi, blocchi stradali che paralizzano la Capitale, feriti tra polizia e studenti. Quattro fermi, quaranta fogli di via, e un’ombra sinistra: la presenza crescente di questi immigrati di seconda o terza generazione, che trasformano una manifestazione in un assalto coordinato. Non è più solo la solita feccia antagonista: sono i “maranza” a guidare la carica, con la loro rabbia nichilista e il loro odio verso tutto ciò che è italiano. Bloccare stazioni e aeroporti non è protesta: è sabotaggio terroristico, un tentativo di isolare le città, interrompere il commercio, terrorizzare i cittadini onesti. Immaginate Fiumicino o Malpensa sotto il loro giogo: voli cancellati, passeggeri terrorizzati, l’Italia intera in ostaggio. Il premier Meloni ha ragione a bollare questi “violenti scontri” come un affronto, ma serve di più: smascherare come la causa pro-Palestina sia diventata il paravento per un’eversione etnica e religiosa.
Volevano solo demolire e bruciare ciò che gli italiani hanno costruito. È un fenomeno nuovo e allarmante: i maranza, con le loro rivendicazioni religiose e il loro narcisismo violento, stanno radicalizzando le piazze italiane in un fronte anti-occidentale. L’Italia non può più permettersi questa debolezza: inasprire le pene per terrorismo urbano, sorveglianza draconiana sulle periferie, espulsioni immediate per chi sabota infrastrutture critiche. E smettiamola con l’accoglienza cieca: questi non sono “figli dell’Italia”, sono i nuovi nemici interni, forgiati da un sistema che ha ignorato il loro odio latente.
Azzerare i ricongiungimenti familiari e l’immigrazione regolare none europea.
È ora di una reazione durissima: l’Italia deve schiacciare questa alleanza tra terroristi pro-Pal e maranza eversivi, prima che trasformino le nostre città in teatri di guerra permanente. La pace si conquista con la forza, non con il piagnisteo umanitario. Basta, o periremo sotto i loro slogan di morte.
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