“Barbie Gaza”, la convertita che deride le donne stuprate da Hamas
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# La Vergogna Infinita di “Barbie Gaza”: Negare gli Stupri di Hamas e Deridere le Vittime – Un Abominio che Grida Vendetta
In un mondo già straziato dal terrore e dalla barbarie islamica, emerge una voce che non solo nega l’evidenza, ma la calpesta con un cinismo rivoltante, trasformando il dolore delle vittime in una barzelletta da salotto. Ana Alcalde, l’autoproclamata “Barbie Gaza” della famigerata Flottilla di Hamas – sì, proprio lei, la bionda convertita all’Islam che balla su barche dirette verso l’inferno di Gaza – ha osato definire una “bufala” le aggressioni sessuali perpetrate da Hamas contro le donne israeliane prese in ostaggio il 7 ottobre 2023. “È stato sfatato. È la bufala dello stupro. Le stesse ragazze che sono state rapite si sono fatte avanti dicendo di essere state trattate bene”, ha vomitato con veemenza questa attivista della Global Sumud Flotilla, in un’intervista al programma spagnolo “En boca de todos” su Cuatro. Ma è la frase successiva a gelare il sangue nelle vene, a rivelare il marciume profondo di questa propaganda velenosa: «Una di loro» ha aggiunto Alcalde con sprezzo del ridicolo «ha dichiarato di sentirsi brutta perché non le era successo niente».
Pensateci un attimo: donne violentate, umiliate, torturate in un’orgia di orrori che ha sconvolto il mondo, e questa… questa presunta femminista le riduce a invidiose di uno “stupro”? È un insulto non solo alle vittime, ma all’umanità intera! Una di loro, una giovane ostaggio sopravvissuta all’inferno di Hamas, ha confidato il suo trauma profondo – quel senso di colpa perverso per essere “scampata” alla violenza sessuale che ha colpito le sue compagne – e Alcalde? La trasforma in una storiella patetica, un aneddoto da chiacchiera televisiva, con quel ghigno di superiorità morale che puzza di ipocrisia a chilometri. Sprezzo del ridicolo? No, signora Alcalde, è sprezzo della dignità umana, un affronto che grida vendetta contro chi usa la causa palestinese come scudo per giustificare il mostro islamista. Come osa? Come osa deridere il dolore di chi è stata trascinata via dalla propria casa, stuprata e uccisa in nome di un odio cieco?
E non fermiamoci qui, perché il delirio di questa “Barbie” non è un lapsus isolato, ma il frutto di una mente annebbiata da un fanatismo che odora di radicalizzazione. Durante la stessa intervista, quando le è stato chiesto se sostenesse Hamas – quella milizia terroristica che ha massacrato 1.200 innocenti e ne ha rapiti oltre 250 – Alcalde ha balbettato un “no” ipocrita, per poi riversare il suo veleno: “Sono contro l’omicidio, contro il sionismo, contro il suprematismo”. E ancora: “Non auguro la morte, nemmeno agli israeliani; questa è la differenza”. La differenza? Che differenza, se la sua “differenza” consiste nel negare gli stupri, nel minimizzare il terrore e nel sostenere la “liberazione” degli ostaggi tenuti prigionieri da quegli stessi mostri? È un circolo vizioso di menzogna: finge compassione per i palestinesi oppressi dagli “attacchi militari israeliani” – che hanno causato migliaia di morti, certo, ma in risposta a un massacro premeditato – mentre assolve i carnefici, trasformando le vittime in colpevoli.

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Chi è questa Ana Alcalde, che con i suoi 140mila follower su Instagram si erge a paladina femminista e di sinistra? Originaria di Granada, assistente sociale con un passato a Ceuta dove ha conosciuto il marito marocchino, si è convertita all’Islam nel 2000, ha messo al mondo sei figli e ha fatto della causa palestinese il suo credo assoluto. Dal suo profilo social, dove posta video di sé che balla allegra sulla flottiglia partita da Barcellona a inizio settembre, emerge una donna ossessionata: “La liberazione di Palestina è il fulcro della mia vita”, scrive, diventando un’icona per i media alternativi come Spanish Revolution. Ma questa “icona” è una vergogna ambulante: una convertita che, sotto il velo del femminismo, sputa sulle donne stuprate, una madre che insegna ai suoi figli a negare l’orrore. Come può una che si dice contro la violenza ridicolizzare chi l’ha subita? È il paradosso di un progressismo marcio, che abbraccia l’islamismo estremista mentre finge di difendere i diritti umani.
E le prove? Non sono “bufale”, come blatera lei, ma urli di verità che squarciano il velo della propaganda. Le testimonianze delle ostaggi rilasciate – donne come Amit Soussana, che ha raccontato al New York Times i suoi giorni di inferno, inclusi tentativi di violenza sessuale – e il rapporto delle Nazioni Unite del marzo 2024, che ha confermato “ragionevoli motivi per credere” che Hamas abbia commesso stupri sistematici il 7 ottobre, smentiscono Alcalde punto per punto. Eppure, lei, dalla sua bolla social, continua a seminare dubbio, a infangare le vittime, a dare fiato ai negazionisti che vedono negli stupri di Hamas solo “fake news sioniste”. È un crimine morale, un avvelenamento delle coscienze che alimenta l’antisemitismo e il terrore.
Basta! È ora di isolare queste voci tossiche, di boicottare chi usa i social per riscrivere la storia con il sangue delle innocenti. Ana Alcalde non è un’attivista: è una propagandista del terrore, una “Barbie” con il cuore di pietra che deride il dolore altrui per sentirsi bella nel suo odio. Le vittime del 7 ottobre meritano giustizia, non scherno. E l’Italia, l’Europa, il mondo intero devono alzare la voce: contro il negazionismo, contro l’ipocrisia, contro chi, con frasi oscene come quella, profana la memoria delle donne violate. Vergognati, “Barbie Gaza”. Il ridicolo sei tu.
Sta zoccola per quanto ho letto ha sfornato 6 figli di puttana dal solito inculacapre africano maghebrino, ma che cazzo parli cretina ma vaffanculo va
È mettiti la busta della spazzatura testa, quella nera, il tuo contenitore ideale
E’ mentalmente marcia come i suoi colleghi, nel suo destino la aspetta una corda insaponata…
Proprio vero che la madre dei cretini è sempre incinta; la sua fertilità è inversamente proporzionale alla sua intelligenza😵
La zoccola non rappresenta altro che l’esito scontato e auspicato, probabilmente da entrambe le parti, islam e femminismo.
E così le femmine torneranno a stare buone, e la società ‘nuova’, potrà ripartire su solide basi. L’hanno studiata benissimo.