Maranza fugge ma non muore: stavolta non c’è il solito palo
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# Follia a Cantù: inseguimento folle in centro, maranza ubriaco pesta i carabinieri. E stavolta? Niente palo purtroppo!
**Cantù, 29 settembre 2025** – Notte di terrore nel cuore pulsante di Cantù, dove un 33enne dominicano con cittadinanza italiana, già ben noto alle forze dell’ordine, ha trasformato viale Madonna e piazza Garibaldi in un set hollywoodiano di inseguimenti ad alta velocità. Guidava una Ford Fiesta come se fosse un bolide della Formula 1, ubriaco fradicio, ignorando stop e rischiando di falciare pedoni e auto innocenti. Ma il dramma vero? Stavolta non c’era quel fido palo della luce a fare il suo dovere eroico, come capita spesso con questi “maranza” in fuga. Peccato, eh? Avrebbe evitato un sacco di guai.
Tutto è iniziato intorno alle 2 del mattino, quando una pattuglia dei carabinieri Radiomobile ha avvistato il nostro eroe negativo sfrecciare a tutta birra, zigzagando come un ubriaco al volante – ironia della sorte, lo era davvero. Nato nel 1992, cittadino italiano di origini dominicane, questo 33enne ha un curriculum che farebbe invidia a un serial di Netflix: precedenti con le forze dell’ordine a non finire. Ignora lo stop, quasi provoca un incidente con un’altra vettura, e i militari? Sirene urlanti, luci lampeggianti, e una chiamata di rinforzi alla pattuglia di Lurago d’Erba. Inseguimento senza regole, auto che sfrecciano tra i palazzi del centro storico, e il rischio di trasformare una tranquilla nottata in un bollettino di feriti.

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Alla fine, lo bloccano. Ma qui inizia il secondo atto: rifiuta l’alcoltest – ovvio, no? – e passa agli insulti. Poi, come da copione, aggredisce i carabinieri. Parapiglia feroce, due militari a terra: uno con la mano pesta, l’altro con la gamba malconcia. Arrestato, sbattuto in camera di sicurezza alla caserma, e domani mattina? Direttissima in tribunale, con l’accusa di violenza, minacce, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale, più il rifiuto del test. Bravissimo, complimenti.
E ora, il mio sfogo da cronista esasperato: ma perché, stavolta, non c’era un bel palo a sbrigare la faccenda? Ricordate quel maranza a Bologna, il 12 settembre scorso? Schiantato contro un palo su un’auto rubata in fuga, morto sul colpo – e fine della storia, senza inseguimenti folli e poliziotti feriti. O quel 33enne che non si ferma all’alt dei carabinieri, scappa, ma bum! Palo della luce, arresto senza drammi. In quei casi, i pali fanno il loro dovere: fermano il delinquente, salvano vite innocenti, e magari evitano che il centro di una città diventi un’arena da Far West. Qui a Cantù? Niente. Zero. Il nostro maranza ha avuto campo libero per seminare panico, pestare i tutori dell’ordine e far lievitare il conto delle ferite.
È una vergogna. Quante volte questi “eroi” della strada finiscono la loro corsa contro un ostacolo urbano che, parafrasando, “fa il suo dovere” senza bisogno di superpoteri? Eppure stavolta, il destino ha girato la testa dall’altra parte. Risultato: due carabinieri in ospedale, un centro storico terrorizzato, e un processo che ci costerà cari in tasse. Caro palo invisibile, dove eri? La prossima volta, fatti vivo, per favore. Altrimenti, chi proteggerà Cantù da queste follie notturne?
Direi di santificare i pali, ogni baluba che ci tolgono dai coglioni, un gradino in più verso la gerarchia celeste.