Violenta ragazza e poi poliziotta: per l’immigrato stuprare è un diritto
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### ENNESIMO IMMIGRATO CHE PENSA CHE STUPRARE SIA UN DIRITTO: IL 29ENNE RESTA IN CARCERE!
Un altro caso che scuote l’Italia! Un 29enne immigrato, residente nel nostro Paese, accusato di aver stuprato una studentessa di 19 anni nella sua casa con la scusa di chiedere del latte, resterà in carcere, e non è una sorpresa. Ma ciò che sconvolge è la mentalità aberrante di questo individuo: per lui, stuprare sembra essere un diritto, un atto giustificabile da “bassi istinti pulsionali”, come emerge dalle parole del giudice Pasquale Villani. E non contento, ha osato molestare anche una poliziotta durante i rilievi tecnici. L’ennesimo immigrato che calpesta i nostri valori, e la misura è colma!

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La vicenda, iniziata lunedì, ha visto questo immigrato – un uomo con una visione distorta della realtà – entrare nell’appartamento della giovane con un pretesto banale. Qui, ignorando il netto dissenso della ragazza, le cui urla strazianti sono state sentite dai vicini, ha commesso una “raggelante violenza sessuale”. Ma la sua arroganza non si è fermata: arrestato e sottoposto a tamponi per i rilievi, ha avuto l’audacia di molestare l’agente incaricata, dimostrando un’incapacità di autocontrollo che lo rende un pericolo pubblico. Il giudice Villani, nel provvedimento di convalida notificato ieri all’avvocato Massimiliano Noscardi, ha sottolineato come per questo 29enne il consenso della vittima sia “un trascurabile orpello”, un dettaglio irrilevante rispetto alla sua “preminente impellenza” di sfogare i propri istinti.
La confessione dell’indagato, che ha ammesso di averla “violentata” senza mostrare rimorso, non è l’unico elemento che inchioda il colpevole. La coraggiosa testimonianza della studentessa, nonostante lo choc, e i rilievi sulla scena del crimine – con oggetti sequestrati dagli investigatori – hanno confermato la gravità dei fatti. Ma ciò che inquieta è la sua visione: il dissenso della vittima, chiaro e inequivocabile, è stato da lui “decodificato come un accidente”, un ostacolo minore da ignorare. Una mentalità che, secondo il magistrato, lo rende incline a reiterare il reato, giustificando la custodia cautelare in carcere.
Questo caso si aggiunge a una lista sempre più lunga di aggressioni da parte di immigrati, con il Viminale che segnala un aumento del 12% delle violenze sessuali in Lombardia nel 2025. È ora di dire basta: serve un giro di vite su chi porta simili culture di sopraffazione nel nostro Paese. La giustizia ha agito, ma la prevenzione deve essere drastica. L’Italia si interroga: quante altre vittime prima che si agisca davvero?
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