Sconto di pena all’immigrato perché lo stupro è durato ‘poco’

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By V ottobre 22, 2025 12:53

Sconto di pena all’immigrato perché lo stupro è durato ‘poco’

### Svezia e Italia: Due Facce della Stessa Moneta – La Giustizia Fallisce Davanti al Dolore di Meya Åberg

La storia di Meya Åberg, una 16enne svedese violentata a Skellefteå nel settembre 2024, è diventata un simbolo del fallimento della giustizia europea di fronte alla violenza immigrata. Yazied Mohamed, un 18enne rifugiato africano, è stato condannato in secondo grado a soli tre anni di reclusione per l’atroce crimine, senza espulsione al termine della pena. Una sentenza che ha scatenato indignazione in Svezia e che, purtroppo, risuona fin troppo familiare in Italia, dove casi simili si moltiplicano senza trovare una risposta adeguata. Mentre Meya, oggi 17 anni, lotta ancora con i traumi psicologici, l’Italia osserva impotente un sistema giudiziario che premia i criminali e abbandona le vittime.

#### La Tragedia di Meya: “Jag mar fortfarande illa nar jag tanker pa det”
Nel video che circola su X, Meya Åberg, con gli occhi pieni di dolore, confessa: “Jag mar fortfarande illa nar jag tanker pa det” – “Mi sento ancora male quando ci penso”. La giovane, aggredita in un sottopassaggio mentre tornava a casa dal lavoro, ha visto il suo aggressore, Yazied Mohamed, ricevere una condanna ridicola. Tre anni di carcere, senza espulsione, perché lo stupro non è stato considerato “abbastanza grave” nella sua durata. Una motivazione che ha fatto infuriare l’opinione pubblica svedese, ma che riflette una tendenza preoccupante in tutta Europa: la giustizia sembra piegarsi davanti a chi dovrebbe essere punito con severità.

Meya, intervistata da *Norran*, ha raccontato il suo calvario: “Ho dovuto raccontare l’accaduto mille volte, soprattutto alla polizia e dopo l’incidente. Ma mi sento ancora male quando ne parlo. Non sono quasi andata a scuola l’anno scorso, e ancora oggi ho incubi terribili”. La sua vita è stata distrutta, eppure lo Stato svedese ha scelto di non espellere Mohamed, un rifugiato eritreo, al termine della pena. “Verrò sempre segnata da questo”, ha detto Meya, sperando che la sua storia serva da monito: “Vorrei che altri capissero che vale la pena denunciare, anche se non si arriva fino in fondo”.

#### L’Italia Specchio della Svezia: Giustizia Lieve, Vittime Abbandonate
In Italia, la vicenda di Meya Åberg trova un parallelo inquietante. Solo questa mattina, a Roma, una donna è stata minacciata con un coltello da un africano, probabilmente uno spacciatore che bivaccava in piazza Pepe. Un episodio che segue la logica di un sistema che non protegge i cittadini, ma tollera il degrado. Come in Svezia, anche da noi la giustizia sembra incline a sanzioni blande. Pensiamo al caso di Slah Omri, il 33enne tunisino che, ospitato in un centro d’accoglienza a Salerno, pubblicava video jihadisti su TikTok. Arresti domiciliari, non espulsione, nonostante le prove schiaccianti del suo odio.

Oppure ricordiamo l’aggressione di Cesena, dove un gruppo di giovani italiani è stato accusato di “pestaggio squadrista” per aver reagito a una aggressione. Mentre i media li dipingevano come violenti, loro si difendevano: “È assurdo che, solo per aver intonato l’inno d’Italia, si venga etichettati come fascisti”. In entrambi i casi, la giustizia italiana, come quella svedese, sembra più preoccupata di tutelare i diritti dei criminali che di riparare il danno alle vittime.

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#### Il Fallimento del Multiculturalismo: Centri d’Accoglienza e Degrado
La Svezia, un tempo modello di welfare e sicurezza, è oggi dilaniata da un’immigrazione incontrollata. Nel 2016, il Paese ha accolto un numero record di migranti, molti dei quali non si sono integrati, trasformando quartieri interi in incubatori di crimine. Meya Åberg è solo l’ultima vittima di questa politica fallimentare. In Italia, la situazione non è diversa: 200mila irregolari ospitati in 10mila centri d’accoglienza, spesso trasformati in basi per spacciatori, radicalizzati e violenti. La serata “Cucina meticcia” a piazza Pepe, celebrata dalla sinistra come simbolo di integrazione, si è svolta a due passi da dove oggi una donna è stata minacciata con un coltello. Ipocrisia pura.

#### La Soluzione: Chiusura Centri, Rimpatri Immediati
È tempo di agire. Come in Svezia, anche in Italia la tolleranza zero deve diventare la norma. Chiediamo la chiusura immediata dei centri d’accoglienza, che non integrano, ma isolano e radicalizzano. Chiediamo rimpatri immediati per chi delinque, come Yazied Mohamed e Slah Omri, invece di premiarli con sanzioni ridicole. E chiediamo giustizia per le vittime, come Meya Åberg, che meritano protezione, non abbandono.

L’Europa deve svegliarsi. La sicurezza non è negoziabile, e né la Svezia né l’Italia possono permettersi di sacrificare le proprie donne sull’altare del multiculturalismo. Meya, con il suo coraggio, ci ricorda che denunciare vale, ma solo se la giustizia risponde. È ora di rispondere, e con forza.

Sconto di pena all’immigrato perché lo stupro è durato ‘poco’ ultima modifica: 2025-10-22T12:53:37+00:00 da V
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By V ottobre 22, 2025 12:53
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2 Comments

  1. xx ottobre 22, 13:18

    Non ne posso più di ste vergogne….

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  2. Kurly ottobre 22, 16:20

    Continuo a ribadire e sostenere che questa categoria deve andare a zappare, quella è la loro giusta collocazione…..

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