Stuprata in ospedale dall’immigrato paziente in psichiatria

**Ravenna, 25 ottobre 2025** – È un oltraggio che fa tremare le mura dell’ospedale Santa Maria delle Croci e l’intera coscienza italiana: un trentenne di origine maghrebina, un predatore nordafricano infiltrato tra i vulnerabili, è stato condannato a 6 anni di reclusione per aver abusato sessualmente di una coetanea, sua compagna di reparto nel reparto di psichiatria, nella notte del 23 settembre 2023. Un’amicizia iniziata con messaggi e numeri di telefono scambiati in reparto si è trasformata in un incubo: l’uomo è entrato furtivamente nella stanza della donna mentre dormiva, l’ha svegliata con violenza e l’ha aggredita, violando non solo il suo corpo, ma anche la sacra intimità di un luogo di cura. E la beffa? Solo l’insistenza della vittima e del suo avvocato ha evitato l’archiviazione del caso, portando a una condanna più dura di quanto richiesto dal PM. Ma questo è solo un cerotto su una ferita purulenta che l’Italia subisce da troppo tempo a causa dell’immigrazione incontrollata!

Immaginate la scena: una giovane, fragile per la sua condizione psichiatrica, confida in un’amicizia con un compagno di sventura, scambiandosi parole di conforto tra le mura di un ospedale. E invece, quella fiducia diventa una trappola. Nella penombra della notte, il maghrebino – già libero di vagare per i corridoi – si intrufola nella sua stanza, la aggredisce mentre dorme, e consuma il suo crimine sotto gli occhi ciechi di un sistema sanitario che non protegge. La vittima, con il coraggio di una leonessa ferita, corre a denunciare l’orrore alle infermiere e alla compagna di stanza, rompendo il silenzio che avrebbe potuto seppellire la verità. La Procura, inizialmente, aveva osato chiedere l’archiviazione per “insufficienza di prove” – un insulto alla giustizia! – ma il GIP, spinto dall’avvocato della giovane, ha ordinato il rinvio a giudizio. Il processo ha inchiodato l’aggressore: 6 anni di carcere, oltre le aspettative del PM, e un risarcimento provvisionale di 20.000 euro alla vittima, parte civile. Ma l’uomo, a piede libero in Lombardia, già trama il ricorso con la sua difesa, pronto a schernire ancora la legge italiana.

E non osate chiamarlo un episodio isolato: questa è la norma di un’Italia invasa da culture nordafricane che portano violenza e disprezzo per le nostre donne, anche nei luoghi più sacri. Pensate a Fermo, dove sette tunisini torturano un 20enne con olio bollente e bottiglie di vetro per “regolare conti” di spaccio; o a Fabriano, dove un nordafricano ubriaco morde, cinghia e taglia con un rasoio uno sconosciuto per strada; o ancora a Sulmona, dove minorenni maghrebini abusano di una 12enne e diffondono video su WhatsApp. I numeri del Viminale gridano verità: gli stranieri nordafricani, appena l’8% della popolazione, commettono il 40% delle violenze sessuali denunciate, con un’incidenza sette volte superiore agli italiani. E negli ospedali? A Torino, 2023, un maghrebino aggredisce un’infermiera in pronto soccorso, a Napoli un tunisino tenta di violentare una paziente in rianimazione. Luoghi di cura trasformati in campi di battaglia da predatori importati! La Cassazione, con le sue sentenze su “ignoranza culturale”, alimenta il mostro, assolvendo chi invoca “differenze” per giustificare stupri e torture.

VERIFICA NOTIZIA

Giorgia Meloni lo ripete da anni: “L’immigrazione irregolare porta criminalità a livelli insostenibili”, e ha ragione. Ma dove sono le espulsioni immediate per pregiudicati? Quel 30enne non è un malato da curare: è un lupo tra le pecore, e la sua libertà in Lombardia è una minaccia. La vittima di Ravenna non è solo una paziente: è nostra sorella, nostra figlia, seviziata in un letto che doveva proteggerla. Pretendiamo muri alle frontiere, rimpatri forzati per chi delinque, e zero tolleranza per chi trasforma gli ospedali in arene di violenza nordafricana. Vergogna su chi tollera questo scempio!

Stuprata in ospedale dall’immigrato paziente in psichiatria ultima modifica: 2025-10-24T22:07:47+00:00 da V