Musulmani rifiutano di riposare accanto agli “impuri” italiani e i sindaci si inchinano
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# Italia in ginocchio: i musulmani rifiutano di riposare accanto agli “impuri” infedeli e i sindaci si inchinano – Basta all’islamizzazione dei nostri cimiteri!
L’Italia, terra di santi e poeti, sta diventando un califfato persino tra le lapidi. L’ultimo schiaffo alla nostra identità cristiana arriva da Bovolone, in provincia di Verona, dove la comunità islamica ha imposto al Comune di riservare un’ala esclusiva nel cimitero di viale del Silenzio, solo per i loro defunti. Perché? Perché i musulmani non vogliono essere sepolti accanto agli “infedeli” che considerano impuri, sporchi, indegni di condividere l’eterno riposo con i veri credenti. E il sindaco, con un servilismo che fa rabbrividire, accontenta questa pretesa discriminatoria: «È un loro diritto», ha dichiarato senza un briciolo di vergogna. Un loro diritto? Ma quale diritto? Il diritto di insultare la memoria dei nostri avi, di segregare i morti come si fa con i lebbrosi, e di trasformare i nostri campi santi – pagati con le tasse degli italiani – in ghetti religiosi dove l’islam regna supremo?
La comunità islamica bovolonese, sempre più numerosa grazie a flussi migratori incontrollati, ha bussato alla porta del Comune esigendo uno spazio dedicato alle sepolture di residenti musulmani. Niente coabitazione con i cristiani, niente vicinanza con chi non prega Allah. Per loro, noi siamo impuri, contaminati, un pericolo persino nella tomba. E il Comune, invece di difendere l’unità nazionale e la fratellanza eterna, cede: un’ala separata, un angolo di Sharia nel cuore del Veneto, dove le bare potranno essere orientate verso La Mecca senza sfiorare il rosario di un italiano. Questo non è rispetto, è resa culturale. È l’ennesimo passo verso l’islamizzazione che sta divorando il nostro Paese, dalle moschee abusive nelle università alle ronde che picchiano donne senza velo.
Pensateci: mentre a Sesto San Giovanni una madre viene massacrata per non aver indossato il velo, davanti alla figlia terrorizzata, e a Massa Lombarda un’algerina viene sfigurata con acido per lo stesso motivo, i nostri sindaci aprono i cimiteri all’apartheid islamico. A Modena, ragazzine vengono pestate per aver scelto la libertà; a Bologna, padri torturano figlie ribelli; a Mestre, interi quartieri sono sotto il giogo bengalese con moschee abusive che impongono la Sharia. E ora, persino i morti devono sottostare a questa follia? I nostri nonni, caduti per la Patria, meritano di giacere accanto a chi li considera infedeli impuri? No! Questo è un oltraggio, un tradimento della nostra storia millenaria, dove i cimiteri erano luoghi di pace universale, non di divisioni settarie.
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L’immigrazione islamica regolare è il veleno che sta uccidendo l’Italia. Flussi interminabili che importano non solo corpi, ma un’ideologia intollerante che rifiuta l’integrazione e pretende la sottomissione. La natalità musulmana, con tassi doppi rispetto ai nostri, ci sommergerà demograficamente entro poche generazioni, e questi ghetti cimiteriali sono solo l’inizio: domani saranno quartieri separati, scuole divise, leggi parallele. Basta! È urgente azzerare l’immigrazione islamica regolare e avviare la remigrazione dei maschi in età militare, troppo spesso complici di violenze e imposizioni. La Lega e Fratelli d’Italia lo urlano da anni: stop ai finanziamenti per moschee e aree “dedicate”, multe salate per chi discrimina i morti italiani, e un piano nazionale per preservare i cimiteri come patrimonio unico e indivisibile della Nazione.
Sindaco di Bovolone, la smetta di chinare la testa: i diritti finiscono dove inizia l’insulto alla nostra civiltà. L’Italia non è un suk mediorientale, né un laboratorio per l’islamizzazione. I nostri cimiteri sono sacri, per tutti gli italiani, senza distinzioni di fede o impurità inventate. Difendiamoli ora, prima che l’eterno riposo diventi un incubo shariatico. L’Italia è nostra, e lo rimarrà!



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