Italia Sotto Assedio: la violenza dei migranti arriva nei piccoli paesi
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# Italia Sotto Assedio: La Paura dei Migranti Violenti Inonda i Borghi, Basta con l’Invasione Criminale!
Non sono più solo le metropoli a tremare: la marea nera della violenza immigrata ha raggiunto i cuori pulsanti dell’Italia profonda, quei piccoli paesi dove un tempo i bambini giocavano sereni nelle piazze e le porte restavano aperte. “Immigrati violenti: la paura dilaga e arriva nei piccoli paesi”, titolava un’inchiesta choc di “Fuori dal Coro” su Rete 4, e non è iperbole. È la realtà brutale che sta divorando l’anima della nazione, con bande di stranieri e i loro rampolli di seconda generazione che seminano terrore in borghi sonnolenti, trasformandoli in periferie del caos. Da Biella a Legnago, da Oderzo a Chianciano, le cronache sono un bollettino di sangue: stupri, aggressioni, risse armate che lasciano le donne terrorizzate e i sindaci impotenti. L’Italia non è più sicura, è un Far West immigrato dove il buonismo ha aperto le porte all’inferno.
Prendete Biella, gioiello piemontese di 45mila anime, un tempo rifugio di pace alpina. Il 7 giugno scorso, un egiziano di 24 anni ha rapito una madre e l’ha violentata davanti agli occhi del figlio di 4 anni, in un incubo che ha scioccato l’intera comunità. L’uomo è stato arrestato solo una settimana dopo a Milano, ma il danno è fatto: la paura ha chiuso le finestre, le madri non lasciano più i bimbi soli. E non è un caso isolato. A Legnago, in Veneto, il 13 giugno una donna di 50 anni è stata aggredita e stuprata da un maghrebino sulla sponda dell’Adige, mentre a Oderzo, altro paesino veneto, un maliano di 31 anni ha molestato una 16enne e tentato di violentare una 27enne con un coltello alla mano – fermato solo grazie a un’altra denuncia. A Vicenza, infine, una ragazzina di 16 anni è stata trascinata in una rovina e abusata per ore da un angolano naturalizzato. Quattro episodi in un mese, tutti in centri sotto i 100mila abitanti, tutti perpetrati da immigrati che sfruttano l’ospitalità italiana per sfogare i loro istinti bestiali. Secondo i dati del Viminale, il 9% della popolazione straniera (inclusi i figli) commette il 44% dei reati violenti: numeri che gridano vendetta, mentre il governo balbetta slogan vuoti sull’integrazione.
Ma il peggio arriva dalla seconda generazione, quei “figli dell’Italia” che, invece di ringraziare, ribattono con odio e coltelli. A Chianciano Terme, in provincia di Siena, piazze storiche si sono tramutate in arene di risse con calci e pugni tra gruppi di minorenni immigrati, mandando i residenti a barricarsi in casa. La polizia arriva, ma i teppisti svaniscono come fumo, lasciando solo il terrore. In Friuli-Venezia Giulia, la violenza ha invaso le strade rurali: risse e degrado che hanno costretto la Regione a stanziare 100mila euro per videosorveglianza nei Comuni con centri per minori stranieri – un cerotto su una ferita aperta, mentre i sindaci urlano aiuto. A Rovigo, il centro storico è un “Bronx” secondo il sindaco Valeria Cittadin: omicidi come quello di Amine Gara, accoltellamenti in Corso del Popolo, bar nordafricani che ribollono di risse. Ordinanze anti-vetro e zone rosse? Inutili, il caos dilaga. E a Monza, i controlli in stazione rivelano che quasi metà dei fermati ha precedenti per spaccio, furti e violenze sessuali – un rimpatrio qui, un’espulsione là, ma il mostro ricresce.
Questa non è immigrazione, è colonizzazione criminale. La paura, un tempo confinata alle periferie di Roma o Milano, ora soffoca i piccoli paesi: donne che non escono sole dopo il tramonto, nonni che non riconoscono più le loro vie, sindaci che implorano più polizia mentre Roma srotola tappeti rossi per gli sbarchi. Il Censis lo conferma: i reati sono saliti del 3,8% nel 2023, ma a livello locale l’impennata è esponenziale, con stranieri autori del 26,7% dei crimini contro il patrimonio e peggio per la violenza. Le baby gang di “figli di immigrati” – machete alla mano, come a Firenze – terrorizzano parchi e piazze, e le cooperative incassano milioni sui centri di accoglienza senza un briciolo di controllo.
Basta, Italia! È ora di serrare i confini, espellere i delinquenti all’istante, smantellare il business dell’accoglienza che nutre il mostro. I piccoli paesi non sono campi di battaglia per orde straniere: sono il nostro cuore, la nostra Italia vera. Se il governo non agirà con pugno di ferro – rimpatri di massa, pene certe, frontiere blindate – la rabbia popolare esploderà, e non con parole, ma con fatti. La paura dilaga? Bene, che diventi azione. Salviamo i nostri borghi prima che siano solo ricordi in un Paese straniero. Il tempo è scaduto.



Alla faccia della sicurezza sbandierata da Meloni e Salvini. Vergogna…