Esige di violentare infermiere in ospedale: le richiude in bagno
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### Orrore nel Cuore della Sanità Lombarda: Un Clandestino Iracheno Terrorizza Due Infermiere all’Ospedale di San Fermo – L’Integrazione è un’Illusione, Basta: Serve la Remigrazione!
**Como, 5 novembre 2025** – È un incubo che nessuna operatrice sanitaria dovrebbe mai vivere, ma che si ripete come un’ossessione malata in un’Italia invasa e tradita: al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, un 49enne iracheno, irregolare sul territorio italiano e senza fissa dimora, ha trasformato un luogo di cura in un teatro di violenze sessuali inaudite. L’uomo, arrivato in stato di evidente confusione – forse indotto dall’assunzione di farmaci non specificati – ha iniziato con gesti osceni, palpeggiando due coraggiose infermiere che stavano solo cercando di fare il loro dovere. Non contento, ha proseguito con frasi esplicite e moleste, culminando in un gesto da brividi: ha chiuso una delle due vittime all’interno di un ufficio, isolandola dal resto del personale in un tentativo di aggressione che grida vendetta.
Come è possibile che un ospedale, baluardo della nostra società civile, diventi il palcoscenico di un tale orrore? Le due operatrici, pilastri silenziosi del nostro sistema sanitario – già provate da turni estenuanti, carichi di pazienti e rischi quotidiani – sono state umiliate, terrorizzate e messe in pericolo da un individuo che non ha alcun rispetto per le leggi, per le donne, per la dignità umana. La polizia di Stato di Como, a cui va il nostro plauso per la rapidità d’intervento, ha arrestato il 49enne con l’accusa di violenza sessuale, ma questo non basta a cancellare il trauma inferto a quelle donne e all’intero staff medico. È un fallimento collettivo: come ha potuto un soggetto irregolare, con un background che urla instabilità, accedere così liberamente a un Pronto Soccorso senza controlli adeguati?
Questa non è solo una storia di cronaca nera, è la prova lampante che l’integrazione è un miraggio, un’illusione propagandistica che ci sta distruggendo. In Italia, le aggressioni al personale ospedaliero sono un’epidemia sommersa: calci, graffi, sputi, e ora questo – molestie sessuali che sfociano in tentativi di sequestro. E non è un caso isolato: solo negli ultimi mesi, abbiamo visto episodi simili in tutta la penisola, da Rimini a Trieste, dove il sangue versato da infermieri diventa routine, quasi sempre per mano di chi arriva da culture lontane e incompatibili. Ma qui, a San Fermo, l’elemento che fa ribollire il sangue è la nazionalità del colpevole: un immigrato clandestino, un uomo che ha scelto di ignorare le regole del nostro Paese per imporre la sua brutalità. Non è razzismo gridare che l’integrazione è impossibile! Chi arriva da mondi dove la donna è un oggetto, dove la violenza è norma, non si “adatta” mai: semina caos, paura e morte. Basta con le favole dell’accoglienza: serve la remigrazione, ora! Espellere in massa chi non si integra, chi delinque, chi calpesta le nostre donne. Chiudere i confini, revocare permessi, rimandarli nei loro Paesi con i piedi per terra – o con le manette ai polsi.
Siamo furiosi, e a ragione. Furiosi con un sistema che apre le porte a chiunque senza filtri, furiosi con chi minimizza questi atti come “isolati” mentre le statistiche urlano il contrario, furiosi con i politici che predicano accoglienza infinita mentre le nostre infermiere piangono nei bagni degli ospedali, traumatizzate da mostri che non appartengono a questa terra. Quelle due donne non sono solo vittime: sono eroine che ogni giorno combattono per noi, e noi le tradiremo se non esigessimo la remigrazione come unica soluzione.
Rimpatri forzati immediati per tutti gli irregolari, senza se e senza ma. La legge deve mordere, non accarezzare: espulsioni sommarie, voli di ritorno pagati con i soldi dei contribuenti italiani stufi di subire.



esagerati che siete; mica gli ha detto “ciao belle”