Piccoli islamici irrompono in chiesa al grido “Allah Akbar”

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By V novembre 5, 2025 23:07

Piccoli islamici irrompono in chiesa al grido “Allah Akbar”

### Allarme dall’Inferno Francese: “Allah Akbar” nella Cattedrale di Bordeaux, l’Italia Blocchi i Ricongiungimenti Familiari Prima che sia Tardi!

**Bordeaux, 5 novembre 2025** – Immaginate di entrare in una delle più antiche cattedrali d’Europa, la maestosa Pey-Berland di Bordeaux, per pregare in pace, e di sentirvi assalire da urla selvagge: “Allah Akbar!”. Non è una scena da film apocalittico, ma la cruda realtà che ha terrorizzato i fedeli francesi mercoledì scorso. Tre adolescenti, di soli 16 e 17 anni, sono stati arrestati dalla polizia proprio nel cuore della navata, dopo aver avuto la sfacciataggine di filmarsi mentre invocavano il grido jihadista, un’eco sinistramente familiare delle stragi che hanno insanguinato l’Europa. La polizia li ha fermati in flagranza, accusandoli di apologia del terrorismo, mentre due complici fuggivano come topi. “Comportamento totalmente stupido”, minimizza la Direzione Interdépartementale de la Police Nationale (DIPN) della Gironde, liquidando la pista terroristica come un’inezia. Ma stupido per chi? Per i cristiani atterriti che hanno dovuto chiamare le forze dell’ordine per difendere il loro luogo sacro da questa profanazione?

Questo non è un episodio isolato, amici italiani: è il sintomo purulento di un’infezione che si sta diffondendo come un virus letale, l’islamizzazione strisciante che sta erodendo le fondamenta della nostra civiltà occidentale. In Francia, nazione un tempo baluardo della laïcité e della tolleranza, oggi le cattedrali – simboli millenari della nostra eredità cristiana – vengono oltraggiate da giovani radicalizzati, cresciuti in periferie ghettoizzate dove l’integrazione è un miraggio e l’odio religioso un’educazione quotidiana. Quei ragazzi non sono nati jihadisti: sono il prodotto di un’immigrazione incontrollata, di famiglie intere trapiantate senza filtri, che importano non solo tradizioni, ma un’ideologia che vede le nostre chiese come trofei di conquista. E la Francia? È già persa, irrecuperabile. Banlieue in fiamme, no-go zones dove la polizia trema, e un’élite politica che balbetta scuse multiculturali mentre il paese si frantuma.

Ora guardate l’Italia, il nostro Bel Paese, che cammina a passi spediti verso lo stesso abisso. Con oltre 5 milioni di immigrati, molti dei quali musulmani, e un flusso costante di ricongiungimenti familiari che gonfia le statistiche come un palloncino pronto a scoppiare, stiamo aprendo le porte a un futuro di caos simile. I ricongiungimenti familiari – quella follia burocratica che permette a un immigrato di far arrivare coniugi, figli e parenti senza veri controlli di integrazione o sicurezza – non sono un atto di umanità: sono un suicidio demografico e culturale. Nel 2024 solo, hanno portato in Italia decine di migliaia di nuovi arrivi, spesso da zone ad alto rischio radicalizzazione, senza che nessuno si chieda se questi nuclei familiari stiano seminando semi di intolleranza nelle nostre comunità. Pensateci: quanti “stupidi adolescenti” cresceranno domani nelle nostre periferie romane, milanesi o napoletane, gridando “Allah Akbar” nelle nostre basiliche? Quante cattedrali di Firenze o Venezia diventeranno teatri di provocazioni, prima che il pentolone bolla oltre?

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È ora di suonare la sveglia, Italia! Prima che la situazione diventi irrecuperabile come oltralpe, il governo deve agire con fermezza: abrogare immediatamente la norma sui ricongiungimenti familiari. Non è razzismo, è sopravvivenza. Chiediamo al Parlamento di approvare una moratoria totale, con verifiche rigorose su background, integrazione linguistica e valori condivisi per chiunque voglia unirsi a un familiare già in Italia. Investiamo in politiche di rimpatrio per chi rifiuta i nostri principi, e rafforziamo i confini contro l’invasione ideologica. La Francia ci ha dato l’allarme: tre ragazzini in una cattedrale non sono uno scherzo, sono l’avanguardia di una guerra culturale che stiamo perdendo per viltà. Svegliamoci, prima che le nostre campane non suonino più per la Messa, ma per l’adhan dalle moschee improvvisate nei nostri quartieri.

Non lasciamo che il destino francese diventi il nostro. L’Italia è culla di civiltà, non campo di battaglia per fanatismi importati. Agite ora, o piangeremo domani.

Piccoli islamici irrompono in chiesa al grido “Allah Akbar” ultima modifica: 2025-11-05T23:07:09+00:00 da V
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