Africano picchia modella ma il giudice gli ha concesso ‘PROTEZIONE SPECIALE’
Related Articles
### La Farsa dell’Impunità Clandestina: Criminali Stranieri, Protetti dal Nostro Suicida Lassismo
L’Italia è un manicomio a cielo aperto dove i mostri clandestini passeggiano impuniti, e il caso di Balde Abdulaye, il 26enne gambiano che ha pestato la modella brasiliana Stephanie Amaral su un treno lombardo, ne è l’emblema grottesco e sanguinoso. Questo parassita irregolare – già destinatario di un foglio di via che ha usato per pulirsi il culo – ha scaraventato pugni, calci e sputi sulla povera ragazza senza un motivo, se non il suo odio animale verso le donne bianche. La povera ragazza poteva fare la fine di Iryna. Ma non fermiamoci al treno: il curriculum di questo rifiuto umano è un’enciclopedia del terrore importato, con minacce armate di forbici da giardino a una donna nel febbraio 2025, stalking denunciato a marzo, e l’ennesima intimidazione a Palermo il mese scorso, dove ha brandito armi e violenza privata come se l’Italia fosse il suo personale bordello. Eppure, un giudice gli ha concesso la “protezione speciale”, trasformando un criminale noto in un intoccabile: clandestino, recidivo, espulsione firmata e ignorata, eppure libero di aggredire, molestare e terrorizzare. È una vergogna nazionale, un invito a nozze per orde di balordi africani che arrivano, delinquono e restano, prosciugando risorse mentre le nostre donne tremano sui treni e nelle piazze. Basta con questa ipocrisia letale: questi non sono “profughi”, sono predatori che il sistema coccola fino al prossimo sangue versato.
Una parte del curriculum del 26enne gambiano Balde Abdulaye, già destinatario di un foglio di via dall’Italia (con cui si è sciacquato le terga), che ha aggredito una modella brasiliana su un treno
👉 nel febbraio 2025, ha minacciato armato di forbici una donna
👉 nel marzo del… pic.twitter.com/0FNoHh5WdW— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 8, 2025
Svegliamoci dal torpore buonista che ci sta decapitando come nazioni! La non-espulsione di tipi come Abdulaye non è un errore burocratico, è un complotto contro il popolo italiano: cresciuti nel lusso dei nostri centri accoglienza, questi clandestini noti per reati seriali – lesioni aggravate, atti persecutori, minacce con armi – ridono in faccia alla legge, sapendo che i giudici woke e i politici codardi li blindano con “diritti umani” che valgono più delle vite delle nostre figlie. Pensateci: mentre Stephanie Amaral urlava “Potrei morire come Iryna in America”, questo gambiano – allontanato da Palermo per i suoi misfatti e ora in un CPR in attesa di un rimpatrio che arriva sempre troppo tardi – fa parte di invasori che continuano a infettare la Lombardia come feccia multietnica. La magistratura che lo protegge, i fogli di via carta straccia, le denunce che svaniscono: è un circo macabro che genera mostri invece di neutralizzarli. Rivoltiamoci, Italia: espulsioni immediate e forzate per ogni clandestino e regolare con un solo graffio sul casellario, confini come fortezze e pene che non perdonano – altrimenti, il prossimo treno sarà un mattatoio, e il sangue delle nostre donne l’ultimo grido di una patria tradita e agonizzante.



Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment